Capitolo 20- Il peccato mortale di Jamie

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Beth aprì gli occhi di scatto. Era notte fonda ormai e il letto su cui stava seduta Cecily qualche ora prima era vuoto, le lenzuola inamidate. Le lampade lungo il corridoio dell'Infermeria erano tutte accese e sul soffitto si disegnavano strane ombre che misero i brividi alla ragazza. Non era più abituata all'oscurità, pensò con una stretta allo stomaco. Era un pensiero affascinante, per una come lei, cresciuta nelle tenebre, la paura della notte. Si mise a sedere assonnata. Era l'unica paziente quella sera...ma non era sola. Sulla poltrona accanto al suo letto era seduto Jamie. Beth lo fissò a metà tra la sorpresa e la tristezza. Stava dormendo ed era la prima volta che la ragazza lo vedeva così indifeso. La luce che filtrava attraverso le tende era scarsa ed illuminava in modo strano e quasi inquietante la pelle candida del ragazzo. La Guardiana si concesse di osservarlo bene, sperando di capire cosa provava, di mettere ordine in quegli strani sentimenti sconosciuti che le si agitavano dentro.

Aveva i capelli biondo platino sparsi sulla fronte e ciocche morbide gli cadevano sulle palpebre chiuse. Le ciglia gli sfioravano gli zigomi sporgenti e le labbra erano socchiuse, sembrava quasi che stesse sorridendo nel sonno. Teneva la guancia appoggiata ad una delle mani dalle lunghe dita e l'altra sul copriletto come se avesse voluto afferrare quella della ragazza ma non ne avesse avuto il coraggio. Portava abiti puliti, una maglietta nera e jeans slavati e la cintura con le armi era gettata sul bracciolo della poltrona. Sembrava così perfetto, si disse tristemente Beth. Se solo fosse stato più...semplice. Ma le cose semplici ricordò a se stessa, non avevano la stessa attrattive di quelle complesse.

Le palpebre del ragazzo si aprirono di scatto e la Guardiana si trovò a fissare occhi di ghiaccio assonnati, persi, preoccupati.

-Beth-disse con voce impastata e sorpresa.-Credevo Cecy ti avesse dato qualcosa per dormire.

-Non ho voluto-rispose la ragazza. Jamie ritirò fulmineo la mano dal copriletto e la appoggiò accanto alla cintura.-Non mi va di prendere pozioni....ho brutti ricordi. E non hanno quasi effetto su di me, per colpa degli Inferi.

-Beh, visto che sei sveglia...- si tese per prendere le sue cose.- Me ne vado.

-Perché eri qui?-chiese lei lapidaria.

Gli occhi di lui si indurirono.-Credevo dormissi.

-Sei dispoto a stare accanto a me quando dormo ma non quando sono sveglia-sussurrò Beth.- Credevo che voi Armate foste coraggiosi.

Jamie esitò, poi si alzò dalla poltrona e sedette sul bordo del letto. Le molle del materasso cigolarono e Beth pregò che Cecily non sentisse e stesse ben lontana.

-Non dovrei essere qui, se mi trovano mi metterò nei guai.-ammise Jamie passandosi una mano tra le ciocche bionde.-Volevo solo vedere come stavi.

-E ti sei addormentato?

-Solo per cinque minuti.

-Da quanto sei qui?-chiese la ragazza incrociando le braccia. Lui scrollo le spalle. -Non lo so. Un paio di minuti-disse di malavoglia.- Forse un paio di ore. Magari è meglio che...

-Jamie perché fai così?

Lui si voltò lentamente a guardarla. I loro sguardi si incontrarono, nocciola perso nel bianco.-Così come?

-Lo sai. Te l'ho detto un milione di volte...Sei così scostante...Mi tratti come se mi odiassi e poi....-Beth abbassò lo sguardo. Stava combattendo la stessa battaglia che aveva perso decine di volte i mesi precedenti.-Lasciamo stare. Probabilmente mi odi davvero.

La mano di Jamie scattò verso il mento della ragazza e lo sollevò. Accarezzò con un dito il taglio sulla sua gola, tremando. -Io non ti odio-disse con voce incerta.-Fa male?

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora