Capitolo 16.- Il potere di una Fata

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-Cecy sei sicura di poterlo fare?-chiese Alex per l'ennesima volta. Erano nella sala delle armi e Cecily stava tracciando un simbolo di protezione fatato per terra. Non era certa da dove gli veniva la competenza per farlo: era un po' come l'istinto che spinge a muovere un passo dietro l'altro mantenendo l'equilibrio.

-Non lo so- disse sincera raddrizzandosi e spolverandosi le mani nei pantaloni della Divisa. Una Divisa. Una Fata con tanto di ali portava una Divisa. Elias sarebbe morto sul colpo vedendola, vedendo regole vecchie di secoli buttate all'aria dagli Armati Americani di Marie. Antony la fissava dalla porta, mentre Alex, Lilo ed Alexia si armavano pesantemente, cercando di prendere tutte le armi possibili. Fissò per un po' il simbolo che aveva tracciato, una sorta di cerchio con delle rientranze casuali. Eppure qualcosa le diceva che era disegnato nel modo corretto; forse il ricordo ancestrale di mille altri simboli come quello tracciati nel corso dei secoli. Sentiva delle voci, mormorii leggeri, ma cercò di scacciarli, concentrandosi. Li sentiva da un po', ma forse era solo troppo stanca. Si voltò verso Alex, intento ad assicurare una spada sulla schiena di Lilo. La sua anima si tendeva verso quello del ragazzo, ma non riusciva a raggiungerla, l'oro e il blu restavano nettamente separati. Sbatté le ciglia, chiedendosi se sarebbe mai stata in grado di interpretare un'anima, di capire cosa significava quella vaga sofferenza che sembrava emanare da lui e da Lilo.

-Sono pronta- annunciò mettendosi al centro del simbolo.- Non so esattamente cosa succederà. Ma credo qualcosa di buono.

Alexia la fissò.- Lo spero per te. Se finirai per ammazzarci ti tormenterò per tutta l'eternità.-Poi le si gettò tra le braccia e la baciò, premendo le labbra su quelle di lei con forza. La donna ricambiò, le mani sui fianchi dell'Armata, disperata, per quella che poteva essere l'ultima volta in cui la vedeva.

-Non abbiamo tempo.- scattò Alex tirando sua sorella per il gomito cupo. Lilo evitava il suo sguardo.- Abbiamo un mondo da salvare.

-Andate.-disse Cecily indicando la porta.- Devo capire come far funzionare questa cosa.

Antony la guardò.-Sono fiero di te, Cecy. Marie sarebbe fiera di te.

Lei fissò per una frazione di secondo la sua anima rossa come tizzoni ardenti, dalla forma nebulosa e intrecciata, come un gomitolo. Poi Antony si mosse e prese a correre verso i piani superiori, seguito dagli altri. Alexia sulla soglia si voltò, il viso una maschera di ansia e orgoglio, l'anima dorata che si faceva nebulosa.

-Ti amo.

La Fata sorrise.- Ti amo anche io -Poi la porta si chiuse. Lei prese un profondo respiro. Avrebbe funzionato? Guardò il simbolo tracciato sul pavimento e alzò la testa, gli occhi verdi furiosi. Alzò le braccia e mormorò qualcosa in una lingua che non sapeva di conoscere. La terra tremò leggermente mentre lei parlava, sempre più veloce, sempre più agitata, sempre più decisa...d'un tratto sentì come un flusso caldo che risaliva le sue gambe. Spalancò gli occhi, ignorando il mormorio incessante nella sua testa e si avvicinò alla finestra, ansante, chiedendosi se avrebbe funzionato, se aveva abbastanza forza da bloccarli. I Reietti erano accanto al Cancello, immobili. Quando uno di loro cercò di sfiorare il metallo, sobbalzò indietro, con un grido lancinante, di dolore. La fata sorrise. Aveva funzionato. Aveva guadagnato qualche ora. Ora tutto era nelle mani di Jamie; si adombrò, chiedendosi cosa poteva mai significare l'anima che aveva visto attorno a quel ragazzo, un'anima che non poteva appartenere ad un essere umano, o ad un Armato. C'era in lui qualcosa di antico, di senza tempo, di...

-Contaminato.- sussurrò piano la fata con voce triste.



ANGOLO DELL'AUTORE:

Jamie è un Contaminato? Ma cosa significa esattamente? Cosa fa soffrire Lilo e Alex? Siete pronti per scoprire la verità?

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora