Capitolo 4

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In realtà nonna era di più di una madre.
Ricordo che per addormentarmi appoggiavo la mia guancia sul suo petto e il calore del suo corpo, la morbidezza della sua camicia da notte, il profumo della sua pelle, il battito del suo cuore, rendevano il mio sonno più tranquillo e sereno.
Se durante la notte mi svegliavo perché avevo sete, era nonna ad alzarsi per prendermi da bere.
Se mi capitava di stare male, era nonna premurosa a prendersi cura di me, e tutte le volte che piangevo ed ero triste, c'era sempre nonna presente a consolarmi.
Ricordo con piacere quando nelle mattine d'inverno molto gelide, infilava i miei vestiti freddi sotto la sua maglietta intima per riscaldarli.
Un gesto davvero affettuoso.
Cucinava nonna, ci lavava nonna.
A scuola mi accompagnava lei, a fare i compiti mi aiutava lei.
Lei c'era sempre, era tutto per me e mia sorella...
E fu lei involontariamente la causa principale di questa situazione.
Amava così tanto sua figlia che avrebbe fatto di tutto pur di vederla felice.
Rimasta vedova ancora giovane e con tre bambini piccolissimi, nonostante avesse parecchi corteggiatori, non volle più risposarsi.
Nessuno avrebbe mai sostituito il suo venerato marito ed era convinta che anche da sola, o con l'aiuto e la generosità di qualche parente, avrebbe potuto accudire i suoi figli.
Trascorsero gli anni.
Sua figlia maggiore, Antonietta, morì per un tumore appena maggiorenne; il figlio minore, Michele, partì per la Germania alla ricerca di un lavoro.
Quindi rimase con lei soltanto Marisa, sua figlia, mia madre.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora