Capitolo 75

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Nessuna delle molteplici doti di Agata era tanto ammirevole da essere considerata pregio o addirittura virtù.
Non aveva nulla di tanto virtuoso per cui valesse veramente la pena ispirarsi.
Agata era un essere perfido, malvagio, decisamente indegno e incapace di amare.
Un soggetto scostante.
Come potevi fidarti di lei?
Eppure, nonostante ciò, era talmente brava e capace nel saper sedurre e conquistare che praticamente era impossibile non rimanerne affascinato.
Il suo potere carismatico era straordinariamente coinvolgente.
Inevitabilmente chiunque ne rimaneva infatuato.
Era incredibile di quanto sapesse essere un'abile adulatrice.
I suoi modi di fare accattivanti erano realmente irresistibili e travolgenti.
Quante volte avevano incantato, stregato e ingannato anche me.
Bastava un suo piccolo gesto, un ristretto sorriso, una parola carina e tu, come niente, ne rimanevi inverosimilmente ipnotizzato.
Inconsapevole, senza volerlo, cadevi vittima inconscia di ogni sua rete o trappola insidiosa.
Predestinata a chi sa quali delle sue squallide e torbide intenzioni.
Con lei accadeva sempre così.
Tutto ciò che faceva era meticolosamente studiato.
Finalizzato a qualcosa di sadico.
Ed io, come uno stupido allocco, ci cascavo ogni volta.
Immancabilmente.
Agata ben sapeva come approfittarsi di me.
Come prendermi all'amo.
Conosceva esattamente quali metodi usare per avermi ogni volta in sua stretta balia.
Mi dava la luna, e felice di questo salivo gioiosa fin sopra alle stelle.
Poi ricadevo grata ai suoi piedi, pronta a giovarla e a servirla.
Mi toglieva la luce, e d'un tratto, oscurata dal buio, mi ritrovavo completamente confusa nell'immenso del vuoto, nell'abisso più tetro, in un'angoscia profonda.
Chiedendomi e dannandomi su come e perché del suo cambiamento improvviso.
Come mai si comportava così?
Perché mai cambiava d'umore dal giorno alla notte?
Cosa frullava realmente in quella sua mente contorta?
Chi era Agata veramente?
Difficile dirlo.
Impossibile saperlo.
Ad ogni modo ciò che per me riusciva particolarmente difficile, per non dire impossibile, era il dover convivere insieme a lei.
Coabitare con Agata, vivere con lei, era diventata per me una vera e propria ossessione.
Un terribile incubo dal quale stentavo svegliarmi.
Agata era divenuta per me il più raccapricciante e deprimente risveglio.
Una dolente realtà.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora