L'abitazione era costituita da due ingressi distinti: quello principale e quello ad utilizzo domestico.
Un tempo, l'uscio di quest'ultimo veniva solitamente varcato dalla colf che prestava servizio presso i vecchi proprietari, risiedendo e coabitando con loro.
In seguito, sottostando alle regole inflessibili di Agata, soltanto Luciana ed io avremmo usufruito di quell'accesso addetto, anni prima, appositamente alla servitù.
Mentre l'elegante entrata padronale era invece riservata unicamente ad Agata, a mio padre e a mio fratello.
Ricordo che quelle poche volte che ho oltrepassato quella fatidica porta, prima di introdurmi, timidamente chiedevo:
«È permesso?»
Ma "permesso" di che cosa visto che, inconfutabilmente, era anche casa mia.
L'appartamento disponeva anche di due bagni ben differenti tra loro.
Contrastanti e discutibili, considerando l'effettiva utilità del servizio per il quale occorreva servirsi.
Godevamo del bagno più piccolo mia sorella ed io.
Una minuta reggia munita di tutti i comfort desiderabili e necessari.
In realtà, non era esattamente una toilette così confortevole.
Anzi, non lo era per niente.
Si trattava invece di un vano ristretto disponibile di solo water e lavabo.
Ricordo che per guardarmi allo specchio, unico accessorio offertoci generosamente da Agata, dovevo salire prudentemente sul coperchio del gabinetto, sporgermi leggermente di lato e cercare di restare il più possibile in equilibrio per evitare di cadere.
Impresa impossibile per Luciana, considerata la giovane età e l'evidente e tangibile sua fragilità.
L'altro bagno, quello per così dire "signorile", veniva utilizzato da Luciana e me solo di venerdì.
Giorno prescelto da Agata per purificarci e detergerci nelle tiepide acque di una vasca poco schiumosa.
Ebbene!
Non solo Agata dava a me la possibilità di lavarmi completamente una volta alla settimana.
Quale gesto nobile il suo.
Ma mi permetteva pure di immergermi a fitto nelle acque travolgenti dalle quali era appena emersa mia sorella Luciana.
Meraviglioso tutto ciò.
Ma questo era il "nulla".
Mi turbava ben poco.
Il "peggio"...
Beh, prometteva tutt'altro.
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L'Illusione di un padre
Ficção GeralTRATTO DA UNA STORIA VERA. I NOMI SONO CAMBIATI PER PRIVACY. La vita, alla piccola Emily, non le ha mai regalato nulla. Le ha sempre tolto e mai dato. Orfana di madre alla sola età di 7 anni, molte cattiverie, avversità e costanti soprusi ha dovuto...