Capitolo 88

66 6 0
                                    

Agosto 1980.
Ultimi giorni di una lunga vacanza estiva.
Ultimi giorni, sereni e spensierati, trascorsi nella città natale di mamma.
La splendida Trani.
Accolta dai parenti più stretti di mia madre Marisa, mi sentivo da loro finalmente amata, riverita, coccolata, adorata.
Lampi di un sogno tratti da una turbolenta realtà.
Realtà che andava degnamente vissuta.

...

Come un incantevole fiaba, fui tutto un tratto piacevolmente destata, con dolcezza gradita, dal tenue calore, affettuoso e sentito, di una leggera e leggiadra delicata carezza.
Non quella amorosa e sincera, da me più scontata, di una cara, adorabile e affettuosa nonnina.
Neppure quella suggestiva e suadente, molte volte bramata, di un garbato e cortese tanto affabile principe.
Bensì, proprio quella più allettante gioviale, gratificante e giovevole, di un benefico, balsamico e benvenuto buongiorno mattutino.
Il tepore salutare e tanto blando dell'estate, rendeva spesso un po' più lieto, e meno sgradevole, ogni difficile, consueto, non certo gaio, naturale risveglio.
Il tratto di luce, che si infiltrava vivace, attraverso gli spazi di ristrette fessure, rivestiva difatti, di bagliore riflesso, qualunque parte di stanza che, di quel brillante chiarore diffuso, desiderava con immenso fervore farsi fastosamente ed intensamente del tutto abbagliare.
Ed era così per tutti ebbrezza immediata.
Una apoteosi di spumeggiante entusiasmo.
Un propagarsi di appagante delizia.
Un inneggiare invitante e gioioso.
Un inebriarsi di esultanza avvolgente.
Un vero e proprio tripudio di un danzare di ombre, di un volteggiare di suoni, di un accordo armonioso tra una brezza fragrante e briosi colori.
Era davvero un gradito trionfo.
Un plauso sfarzoso di un incitante acclamare.
Era festa raggiante.
Ovazione per me.
Il saluto migliore per un ultimo addio...
Il mio ultimo addio.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora