Capitolo 49

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Se si fosse sposata e trasferita a Milano, città ricca, culturale e alla moda, avrebbe potuto finalmente ammirare, apprezzare, realizzare e godere di tutto quello che in passato aveva sognato e tanto desiderato conoscere e testare.
Stuzzicata da tali e frivole fantasie, decise di rispondere a quell'invitante inserzione, con la speranza che quell'uomo, ancora sconosciutole, l'avesse scelta e preferita tra le diverse donne a lui corrisposte.
E tra tante pretendenti mio padre scelse proprio lei.
La famiglia di Agata lo accolse subito in maniera calorosa, tipico atteggiamento cordiale della gente raggiante del sud.
Mio padre ne rimase decisamente lusingato.
Simpatici, socievoli, festosi, gentili, trattarono mio padre come un principe fiabesco, venuto apposta da lontano per chiedere la mano di colei che presto, forse, sarebbe diventata la futura "regina".
Ma doveva essere bella e buona come l'indimenticabile Marisa.
E Agata, quel giorno, apparve a lui proprio così e rimanendone incantato, fulmineo, s'innamorò di lei.
L'emblematico e infallibile Cupido colpì esattamente al suo cuore.
Sandro rimase davvero ammaliato dalla fiorente bellezza della giovane e affascinante fanciulla.
Tuttavia, determinante per la scelta conclusiva, fu l'atteggiamento premuroso, dolce e amorevole che ella dimostrò ai suoi affezionati nipotini.
Se amava così tanto i bambini, come così amava i suoi nipoti, allora avrebbe amato altrettanto e allo stesso modo le sue figlie Emily e Luciana.
Almeno così si sperava che fosse.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora