Mi ritrovavo spesso in situazioni disagevoli e imbarazzanti.
I rapporti con Agata erano un'evidente ed effettiva dimostrazione.
Ma non andavano di certo meglio i rapporti che la mia maestra iniziò ad assumere nei miei confronti.
Che ce l'avesse con me, ormai era palese.
Perché ce l'avesse tanto con me, resta ancora per me un occultoso mistero.
Cosa mai avevo fatto di male?
In che cosa l'avevo così tanto delusa?
Le avevo forse mancata di rispetto?
Sinceramente non capivo.
Doveva comunque trattarsi di un qualcosa di veramente grave.
Una volta si permise addirittura di darmi uno schiaffo.
Tale triste e increscioso episodio avvenne durante la correzione di un esercizio eseguito in classe.
Un dettato per la precisione.
Come solitamente richiedeva la prassi, per la correzione del compito dovevamo disporci perfettamente in fila e in assoluto silenzio.
Fermi, immobili, inerti e ordinati.
Sull'attenti e disciplinati aspettavamo il sopraggiungere del nostro momento.
Tutti pronti al patibolo.
Nonostante l'ansia, il batticuore, l'agitazione che negli ultimi tempi mi assalivano tutte le volte che avevo un contatto con lei, tuttavia quel giorno ero particolarmente tranquilla.
Il dettato era il mio forte.
Difficile sbagliare.
Ero per ciò fiduciosa dell'esattezza dell'esercizio che avevo svolto in classe.
Nulla avevo di cui temere o di cui preoccuparmi.
Così, annunciato il mio nome, mi avvicinai immediatamente alla cattedra per poi subito affiancarmi accanto a lei.
Dovevo sbrigarmi.
Non potevo perdere assolutamente del tempo.
Questa era una di quelle cose che la faceva tanto e terribilmente irritare.
Per evitare ogni sua possibile o probabile arrabbiatura, con dovuta diligenza iniziai ad osservare ogni suo piccolo gesto e movimento.
Non era assolutamente lecito distrarsi.
Ed io non potevo di certo permettermelo.
Questa era un'altra di quelle cose che la faceva tanto e terribilmente irritare.
E così, ormai stretta a fianco a lei, riuscivo a vedere meglio la sua mitica matita rossa scivolare veloce sul mio foglio.
Potevo guardare meglio la sua logora e consumata mina scorrere rapida tra le righe.
Ero in grado di scrutare meglio ogni suo scrupoloso operato.
Per poi alla fine constatare, con mio sommo orgoglio, che la sua tanto temuta punta, pungente e pericolosa, non aveva ancora fatto appoggio sul mio compito.
Ero felice.
Felice e soddisfatta.
Ben presto avrei goduto e gioito del voto finale.
Ma qualcosa stava per modificare gli eventi.
La gioia di quel momento stava per trasformarsi in un tragico e spiacevole dramma.
D'un tratto qualcosa distolse la mia attenzione.
Risatine e sogghigni improvvisi destarono di colpo il mio interesse.
E così, peccando di una comprensibile e tollerabile curiosità, mi voltai immediatamente per vedere chi fosse.
E fu proprio allora che la mia maestra, per punirmi della mia distrazione, reagendo di impulso, ormai senza controllo, mi diede inaspettatamente una sberla.
Tale gesto inconsueto ferì profondamente la mia anima in pena, il mio cuore deluso, l'affetto e la stima che nutrivo per lei.
Ne rimasi sconvolta e turbata.
Non c'era nulla da fare.
I rapporti con lei erano diventati impossibili e inconciliabili.
Come erano impossibili e inconciliabili i rapporti tra Agata e me.
E come erano altrettanto impossibili e inconciliabili i rapporti tra Agata e la mia maestra.
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L'Illusione di un padre
Ficción GeneralTRATTO DA UNA STORIA VERA. I NOMI SONO CAMBIATI PER PRIVACY. La vita, alla piccola Emily, non le ha mai regalato nulla. Le ha sempre tolto e mai dato. Orfana di madre alla sola età di 7 anni, molte cattiverie, avversità e costanti soprusi ha dovuto...