L'Illusione di un padre

Capitolo 25

Con la morte di mia madre la mia famiglia precipitò nel baratro più buio e profondo della propria esistenza.
Cadde praticamente in una voragine di tristezza e disperazione.
Senza Marisa si era spenta una luce, la luce che illuminava i loro cuori.
Era la sua presenza, raggiante e solare, che rendeva gioiosa ed armoniosa tutta la casa.
Era il suo sorriso, il suo carattere esuberante, che dava vita e vivacità alle persone che le vivevano intorno.
Senza lei, senza quella luce, allora anche la bellezza, lo splendore, la luminosità di tutte le cose, ormai non esisteva più.
Nonostante la luttuosa disgrazia, non immaginando neppure lontanamente che da quel giorno la mia vita sarebbe completamente cambiata, non sprofondai nell'oscuro baratro della disperazione.
Ne rimasi illesa.
Fortunatamente, uno spiraglio di luce, una piccola fiammella tenue e soffusa, era rimasta accesa apposta per me.
Pur non sapendo ancora per quanto.
I problemi e le difficoltà della vita, con il trascorrere degli anni, l'avevano lievemente affievolita, facendole perdere quel tanto di fascino e di lucentezza che nel passato l'avevano resa eccezionalmente splendente.
Ciò nonostante il calore e l'intensa luminosità che essa irradiava, erano tali e tanto bastavano per rendere me tranquilla e serena.
Accanto a lei non temevo niente e nessuno.
Mi sentivo protetta e al sicuro.
Con lei potevo davvero dormire sonni tranquilli.
La mia dolce e delicata fiammella, la mia dolce e cara nonnina, nonna Lucia, non mi avrebbe abbandonato mai.
Sarebbe rimasta sempre vicino a me, nel bene e nel male.
Ma a volte gli uomini della nostra Terra sono così cattivi e crudeli contro il loro prossimo, che tutte le speranze e i buoni propositi, che una persona si propone per essere felice, svaniscono improvvisamente.
E così, in seguito alla perdita di mia madre e per colpa di determinate persone, le mie precedenti promesse, con il passare del tempo, divennero vane illusioni.