Ricordi.
Capisaldi basilari di ogni singola esistenza, testimoni inconfutabili di attendibili realtà, ricoprivano essi, con delineati segni indelebili, pagine integre di tante storie intercorse.
Abbozzi accennati.
Sfuggenti visioni.
Bozzetti sbiaditi di sfumate occasioni.
Capitoli interi...
In tratti interrotti.
Oppure sospesi perché dalla mente rimossi.
Erano stralci d'istanti.
Di eventi tremendi.
Brevi o lunghi tracciati di vicende offuscate.
Racconti terribili e dai contenuti agghiaccianti.
Immagini crude in scenari inquietanti.
Veri e propri soprusi.
Atti infamanti.
Il dramma di chi era considerato un diverso.
L'Olocausto di un popolo.
Come potevi rimanere insensibile dinnanzi agli orrori di tali e orripilanti sciagure?
Come potevi non provare odio, rancore, disdegno nei confronti di chi, senza alcuna ragione e con immensa perfidia, commise, con azioni inumane e incresciose, quella che fu indubbiamente l'onta più ignobile e biasimevole di tutta la storia?
E come poteva non suscitare sconforto la voce fioca di chi, in un pianto sommesso, ma con fare composto, descriveva, con parole strazianti, le pene e l'inferno di quel lungo ed insensato martirio?
Purtroppo, per tutti coloro che hanno visto, subito, patito e sopportato, in prima persona, codesti, inauditi e raccapriccianti reati, rivivere, ripercorrere, rievocare la tragedia e lo sgomento di quelli che furono anni duri e struggenti, non è di certo per loro una semplice impresa.
Troppa l'angoscia, troppo il dolore, troppe le ingiurie di tanto squallore.
Profonde ferite dolenti e incurabili.
Piaghe inguaribili di episodi insanabili.
Non esistono cure.
Non sussiste un rimedio.
Per violenze del tipo non si prevede reale giustizia.
Come sopperire delitti di quel genere?
In che modo supplire ad un eccidio così grave?
Per crimini come questi, assurdi ed inconcepibili, non andava e non va concessa nessuna indulgente clemenza.
Come perdonare le orribili gesta, spietate e meschine, di chi, con propaganda suadente, convince, persuade, decide, senza mezze misure, di uccidere, distruggere, annientare, tutti coloro che, per un controverso e disgraziato destino, sono da loro ingiustamente considerati pericolosi nemici?
Accuse, calunnie, abusi, percosse.
Una cosa, tuttavia, è senz'altro certa e sicura: simili misfatti, così netti e sanguinosi, non devono più, e per nessuna ragione, ripetersi ancora.
Ma il male, purtroppo, incombe sempre costante e minaccioso.
Per questo motivo occorre dunque fare di tutto, o necessariamente un qualche cosa.
Impedire e preservare l'umanità dal rischio presumibile, fondato, o presunto, di altri irreversibili e ineluttabili massacri come quelli che furono, terrificanti e deplorevoli.
E se il ricordo, in qualche maniera, riusciva ad ovviare agli errori e alle colpe, dolose e gravi, di quel lugubro genocidio, allora è forse giusto e coscienzioso umanamente ricordare.
Solennemente ricordare per mai più dimenticare.
E naturalmente io di tante cose non riuscivo, non volevo, non potevo assolutamente dimenticare.
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L'Illusione di un padre
General FictionTRATTO DA UNA STORIA VERA. I NOMI SONO CAMBIATI PER PRIVACY. La vita, alla piccola Emily, non le ha mai regalato nulla. Le ha sempre tolto e mai dato. Orfana di madre alla sola età di 7 anni, molte cattiverie, avversità e costanti soprusi ha dovuto...