L'estate seguente, un anno dopo il matrimonio di mio padre, ci recammo al paese di Agata.
Nonna Lucia non venne con noi.
Preferì prendere il treno e partire per Terlizzi, il suo paese.
Dopo lunghe e interminabili ore di macchina, finalmente giungemmo a destinazione.
Il paese rispecchiava esattamente le immagini che più volte avevo visto trasmettere e riportare in documentari, telegiornali o in vecchie sequenze di famosi film in bianco e nero.
Un'Italia povera, desolata, degradata.
Case vecchie, decadenti, deteriorate.
Vicoli stretti, sporchi, trascurati.
Marciapiedi sgangherati, mura rovinate, cartelli imbrattati, automobili sconquassate, semafori distrutti o non funzionanti, cumuli d'immondizia riverse per strada.
Tocco gradito, di ciò che a vedersi poteva apparire misero e sconfortante, era lo spirito, la vivacità, la solarità degli abitanti.
Gioiosi, spontanei, creativi, inventivi, spassosi.
Nonostante i loro innumerevoli problemi, si mostravano sempre e comunque allegri, festosi, affabili, spassosi.
Dovunque udivi le loro voci.
Schiamazzi, urla, richiami.
Arrotini, bottegai, ambulanti.
Venditori qualunque di sigarette di contrabbando, di fazzoletti, di casalinghi o di ghiotte squisitezze.
Voci di tanti lavoratori improvvisati.
Sentivi e vedevi ovunque bambini.
Tanti bambini.
Piccoli e grandi.
Dappertutto.
Scalzi e trasandati dinnanzi agli usci di malandate case.
Allegri, contenti, divertiti, in strade o stradine di insudici luoghi.
Dinamici, energici, briosi, in diverse attività minorili.
Piccoli scugnizzi napoletani.
Scaltri, svegli, desti, smaliziati e furbi.
Ma anche simpatici, spiritosi, adulatori e incantatori.
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L'Illusione di un padre
Ficción GeneralTRATTO DA UNA STORIA VERA. I NOMI SONO CAMBIATI PER PRIVACY. La vita, alla piccola Emily, non le ha mai regalato nulla. Le ha sempre tolto e mai dato. Orfana di madre alla sola età di 7 anni, molte cattiverie, avversità e costanti soprusi ha dovuto...