Si trattava di una piccola comunità gestita da suore.
In prossimità delle vacanze scolastiche si preparava ad accogliere, per tutto codesto periodo, giovani infanti.
Tutte di bianco vestite, le religiose si distinguevano tra loro per il nome, l'aspetto e il carattere.
Per ognuna di esse era stato prescelto un giusto epiteto, tale da rispecchiare, in maniera palese, la loro indole del tutto sincera: suor Ginevra, suor Grazia, suor Santina, suor Addolorata, suor Liberata.
Ma se davvero il nome corrispondeva al loro essere sentito, allora non capivo perché alla suora del mio gruppo venne prescelto quello di suor Clemente, dato che clemente non lo era per niente.
Era una donna bassa e obesa come un largo barile: grosso era il naso, ciccione il suo viso, grasse le cosce, imminenti le mani.
E proprio con quelle mani, munite di una temibile spazzola da setole durissime, lavava inevitabilmente le tenere fanciulle a lei sottomesse.
Rigida e severa nei metodi e nel carattere, non rideva e scherzava mai.
Probabilmente non si scorgeva il suo sorriso perché leggermente velato da fini buffetti su labbra indistinte.
In ogni caso era brutta, cattiva e temuta da tutti, in particolare dalle bambine vigilate da lei, tra cui anche me.
Eravamo in venticinque alloggiate tutte nella medesima vasta camerata, composta di tanti letti disposti ordinatamente uno a fianco all'altro.
La nostra età era compresa tra i quattro e i dieci anni.
Alcune erano carine, simpatiche e graziose.
Altre erano invece antipatiche, vanitose e smorfiose.
C'erano poi quelle più vivaci, buffe, espansive e quelle timide e vergognose come me.
Eravamo assistite oltre da suor Clemente anche da suor Pierina, spiritosa e divertente come giusto e appropriato era il suo nome, insieme ad una giovane e dolce collaboratrice alla quale mi ero molto affezionata.
Alta, bionda, occhioni verdi, appariva davanti a me come un incantevole fatina.
Tra tante persone del luogo fu una delle poche che si dimostrò carina e amorevole nei miei confronti.
E di questo ne ero profondamente compiaciuta.
Sentimento che non provavo assolutamente per mia cugina Pamela, sempre acida e superba nei miei confronti.
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L'Illusione di un padre
Fiksi UmumTRATTO DA UNA STORIA VERA. I NOMI SONO CAMBIATI PER PRIVACY. La vita, alla piccola Emily, non le ha mai regalato nulla. Le ha sempre tolto e mai dato. Orfana di madre alla sola età di 7 anni, molte cattiverie, avversità e costanti soprusi ha dovuto...