Capitolo 13

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Nel frattempo, in seguito all'episodio precedente della bambola, le litigate tra me e mia sorella si fecero sempre più frequenti.
Un'energia negativa ci avvolgeva entrambe.
Un'energia che s'intensificava soprattutto nei periodi di convalescenza di Luciana.
Infatti, quando lei si ammalava era consuetudine raccomandarmi di avere pazienza con lei, di non farla arrabbiare, per evitare che la sua temperatura corporea aumentasse.
Così, mentre io ero costretta a tollerare ogni suo minimo capriccio, lei intanto di tale situazione ne approfittava sempre.
Non potevo giocare con altri perché dovevo giocare con lei; non potevo uscire per restare in stanza con lei; qualunque cosa facessi, voleva farla anche lei.
Insomma, mi rendeva la vita veramente impossibile.
I suoi scaltri propositi, mirati nel vedermi irritata, alla fine funzionavano sempre.
Le poche volte che invece mi ammalavo io, chissà perché a lei non veniva mai fatta nessuna raccomandazione.
Cercava in ogni modo di farmi ingelosire.
Entrava nella mia stanza con dolci e pasticcini, che io ovviamente non potevo mangiare; mi raccontava di giochi divertenti che aveva svolto in cortile, delle passeggiate ai giardini, dei bagni al mare, dei tuffi in piscina.
Praticamente diceva e faceva di tutto pur di farmi arrabbiare e, come di consueto, ci riusciva sempre.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora