Capitolo 53

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Dopo ostinate e costanti ricerche, mio padre trovò finalmente la casa dei suoi sogni.
Prima ancora di trasferirci nel nuovo appartamento, Agata si era già prodigata a disfarsi di tutte le cose che erano appartenute a mia madre.
Tutto questo all'insaputa di nonna Lucia.
Rimase ben poco di ciò che mia madre aveva un tempo acquisito, acquistato, preservato ed intensamente amato.
Agata regalò mobili, soprammobili, argenteria, abiti, biancheria e ricordini vari.
Agata si liberò di tutte le cose che Marisa aveva calorosamente toccato, indossato e custodito con cura.
Serbò soltanto di qualche servizio di piatti, bicchieri, tazzine da tè e da caffè.
I pochi gioielli di mamma li divise tra Luciana e me.
Soffrivo ogni volta che rivedevo tali oggetti a me tanto cari a casa di altre famiglie.
In quei momenti ero tentata di prenderli, sfiorarli, toccarli un'altra volta.
Attraverso quel contatto speravo di risentire il dolce e gradito profumo di mia madre.
Purtroppo non era possibile.
Di tutto ciò niente più mi apparteneva.
Anche nonna soffrì molto per questo distacco improvviso e non voluto.
Tale gesto significava separarsi per sempre da tutti i ricordi legati a Marisa.
Avrebbe voluto fermare Agata.
Impedirle di fare ciò che stava facendo.
Ma come avrebbe potuto farlo?
Ormai era Agata la padrona di casa.
Nonna Lucia era soltanto sua ospite.
Per non mettere a rischio il suo permanere con noi, preferì patire rimanendo in silenzio.
Tuttavia riuscì a conservare un album di fotografie che ritrattava il matrimonio tra mio padre Sandro e mia madre Marisa; una coperta di lana lavorata con tanto amore e passione da mia mamma; un golfino di cotone nero in pizzo, realizzato perfettamente all'uncinetto e che regalò a mia madre in occasione del suo compleanno.
Poche cose, ma per me tanto preziose per il loro valore affettivo.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora