Capitolo 27

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Ricordo che le due sue figlie praticavano danza classica con dedita passione.
Con altre ballerine erano solite preparare saggi e balletti che avrebbero poi eseguito ed interpretato sui palcoscenici di alcuni teatri di Milano.
La mia maestra era ben felice di rendermi partecipe a queste brillanti rappresentazioni.
Solitamente avvenivano di sera, perciò, una volta trascorsa la serata in teatro, passavo la notte a casa della mia maestra.
Le ero grata per tutto quello che faceva per me.
Era eccezionale e straordinario assistere e soprattutto ammirare la bellezza e lo splendore dei teatri, delle loro mura e dei loro innumerevoli interni.
Estesi corridoi rivestiti di pregiati tappeti perfettamente distesi su lustri e lussuosi pavimenti.
Vasti saloni elegantemente arredati da raffinati e costosi accessori.
Pareti mirabilmente abbellite da particolari fregi di rilievo, dal quale poi pendevano imponenti lampadari di cristallo.
Il teatro era sicuramente un luogo incantevole e affascinante, quasi fiabesco, e le sue rappresentazioni, fantastiche e spettacolari, lo erano altrettanto.
Provavo un immenso piacere nel rimirare le movenze eleganti e delicate delle graziose ballerine e le loro interpretazioni erano davvero realistiche.
Abbigliate di tutto punto con tutù vivacemente colorati, pettinate accuratamente con nastri, nastrini, o cordoncini floreali, per il loro modo di atteggiarsi e di danzare sembravano delle piccole farfalle variopinte, che leggere e leggiadre volteggiavano qua e là.
Le loro mamme erano entusiaste ed orgogliose dell'armoniosa destrezza delle proprio figliole.
Alla fine di tutte le rappresentazioni, colte da un'esuberante esaltazione, alzandosi in piedi iniziavano ad applaudirle e ad acclamarle con gioia e commozione.
Le andavano incontro compiacendosi e complimentandosi.
Le stringevano forte e le baciavano con infinita dolcezza.
Durante queste sentite manifestazioni io invece me ne stavo seduta in disparte.
Simile a un piccolo cucciolo di cervo, ad un tenero e spaventato "Bambi" sperduto e confuso, cercavo come lui la mia mamma.
Illusa speranza di vederla apparire in qualche luogo, da qualche parte.
Ma era cosa realmente impossibile.
Mia madre non c'era in nessun luogo, da nessuna parte, mia madre non c'era più.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora