Capitolo 63

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Terminate le vacanze, ritornammo finalmente a Milano.
Ero felicissima.
Non vedevo l'ora di rivedere e riabbracciare la mia cara e dolce nonnina.
Mi era mancata moltissimo.
I suoi baci, le sue carezze, il suo calore, il suo profumo, il suo affetto.
L'amavo infinitamente.
Era tutto per me.
Avevo un illimitato bisogno di lei, come lei aveva un illimitato bisogno di mia sorella e me.
Questo lungo distacco da lei e la dura e obbligata convivenza con Agata, non fecero altro che confermare quanto nonna fosse indispensabile per noi e quanto Agata, al contrario, non lo fosse per niente.
Come poteva farci da madre se non era capace di trasmetterci amore, gioia, sicurezza, protezione?
Come poteva sostituirsi alla figura di "mamma" se non provava affetto per noi?
E come potevamo affezionarci ad Agata se si mostrava sempre avversa e ostile nei nostri confronti?
Mi incuteva di continuo un'incontrollabile ansia, inquietudine, trepidazione.
Mi faceva paura.
Per questo avevo tanto bisogno di nonna.
Solo nonna Lucia mi sapeva dare il giusto conforto.
Quel giusto conforto, utile e necessario, per vivere, sopravvivere e andare avanti.
Ed io in qualche modo dovevo andare avanti.
Prevedevo altri cambiamenti nella mia vita.
Tuttavia, con nonna al mio fianco, avrei comunque affrontato qualunque cosa.
Nonna sarebbe stata sempre vicino a me.
Non mi avrebbe lasciato mai.
Ma questo era soltanto quello che in cuor mio tanto speravo.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora