Capitolo 47

80 6 1
                                    

Si sposarono solo dopo due mesi.
Luciana, nonna ed io non prendemmo parte alla cerimonia.
Mio padre aveva così preferito.
Ad ogni modo ne avevamo di tempo per conoscere meglio Agata e la sua numerosa famiglia.
Quartogenita di sei figli, ebbe anche lei un'infanzia non facile.
Orfana di padre all'età di cinque anni, fu spedita e rinchiusa in un collegio di suore.
Ci rimase per ben dieci anni.
Per il suo carattere estremamente libero, forte, testardo e ribelle, fu spesso sottoposta a tremendi castighi, terribili punizioni e odiose minacce.
Ostinata e decisa, non demordeva a certe regole assurde alle quali doveva rigorosamente attenersi.
Un giorno, ormai adolescente, fu particolarmente attratta dall'incantevole fascino di una sigaretta insinuosa.
Sedotta e prigioniera, per un piacere stupefacente fu subito sua schiava.
Perennemente debole, ma solo in quel caso, non si liberò più da lei.
Rinchiusa in desolate mura, alienata da tutto il resto del mondo, non poteva godere di molti piaceri.
Riusciva tuttavia ad allietarsi in sfuggenti letture di romanzi e riviste, assolutamente proibite in collegio.
Eppure lei, infischiandosi di ogni proibizione, riusciva a leggerle lo stesso.
Tenace e temeraria, l'infiltrava di nascosto in classe, confondendoli tra i libri scolastici.
Poi, durante le ore di lezione, si impegnava a sfogliarli diligentemente.
Costantemente insolente e sfacciata, era del tutto indifferente a quello che le sarebbe capitato se le suore l'avessero colta sul fatto.
Anche se spesso venne beccata a leggere e a fumare.
Per punizione veniva segregata al buio, in uno squallido stanzino, senza mangiare.
Doveva restarci a digiuno fin quando non si fosse pentita dell'errore commesso.
Ma lei non cedeva a tali ricatti meschini, tanto che dalla sua bocca serrata non veniva mai pronunciata nessuna scusa.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora