Capitolo 41

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Ritornai a scuola, mio padre a lavoro, mentre nonna s'affaccendava ad accudirci sempre più premurosa.
La mia famiglia, con il passare del tempo, era diventata molto più apprensiva nei confronti miei e di mia sorella.
Soprattutto con me, che crescendo avvertivo il normale bisogno di uscire, stringere nuove amicizie, crearmi altri spazi, assistere e partecipare a svaghi differenti.
Non frequentavo palestre e tantomeno svolgevo attività sportive.
Mio padre non aveva tempo per accompagnarmi.
Perennemente in casa, controllata a vista, m'era proibito perfino si varcare il portone.
Ricordo che un pomeriggio fui d'un tratto destata da risate e schiamazzi provenienti dalle vie infondo alla strada.
Curiosa, mi precipitai di corsa alla finestra per vedere chi fosse.
Alcuni miei amici giocavano allegri e gioiosi a correre e a rincorrersi, divertendosi un sacco.
Scorsi tra loro, tutta contenta, anche mia cugina Marinella.
Incitata dalla voglia impaziente di giocare con loro, chiesi a mio padre il permesso di scendere.
Naturalmente mi rispose con un secco "no", rammentandomi e sottolineandomi, come faceva tutte le volte, la netta differenza tra la mia pura e innocente ingenuità infantile e la malizia strafottente e perspicace di mia cugina Marinella.
Mi credevano così sempliciotta e sprovveduta da non fidarsi nemmeno di mandarmi a prendere il latte.
E chissà, probabilmente facevano anche bene a non fidarsi, visto che una volta diedi atto ad una vera e imbarazzante idiozia.
Un giorno nonna mi chiese se volevo andare a comperare due ovetti di cioccolato con sorpresa per Luciana e me.
Tutta contenta mi recai in latteria.
Giunta sul posto ordinai le due uova, senza però specificare il genere che volevo.
Cosicché la negoziante mi consegnò tra le mani un sacchetto contenente effettivamente due uova.
Peccato che non erano di cioccolato, bensì si trattava di due uova di gallina.
Ammutolita e imbarazzata non dissi nulla per l'equivoco creatosi.
Pagai frettolosamente la merce acquistata, presi il sacchetto dall'errato contenuto e mi allontanai tranquilla e serena come se nulla di strano avessi combinato.
È così, invece di due uova al cioccolato con sorpresa per merenda, ebbi come sorpresa per cena due uova al tegamino.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora