L'Illusione di un padre

Capitolo 95

Chiunque faceva visita al nostro appartamento, poi automaticamente esclamava:
«Beate che siete! Abitate in una casa grandissima. Raffinata e lussuosa. Inoltre te e Luciana non condividete più la stessa cameretta. Vivete ciascuna in stanze separate, nelle quali potete farci di tutto. Tutto quello che volete. Chi è più fortunato di voi?»
Già.
Magari fosse così!
Peccato che così non lo era affatto.
Mia sorella venne trasferita in uno stanzino, dove tempo prima ci aveva alloggiato la cameriera degli ex proprietari.
La mia camera era senz'altro più spaziosa.
Io andavo a scuola.
Luciana ancora no.
Possedevo di una scrivania e di una piccola libreria.
Oltre all'armadio e un letto, non esisteva nient'altro.
Scaffali totalmente vuoti.
Chiodi attaccati ai muri dove più nulla era rimasto appeso.
Di tutto quello che a me apparteneva, Agata aveva fatto sparire ogni cosa.
Tranne i miei ricordi, ovviamente.
Accuratamente custoditi dentro me e al riparo da ogni prossime e probabili intemperie.
Ma Agata si mostrò, a suo dire, al quanto magnanima nei nostri confronti, visto che ci aveva lasciato i due bambolotti a noi preferiti.
Cicciobello negretto a mia sorella Luciana e a me Angelino, il fratello gemello della mia adorata, ma sfortunata, Patatina.
Che felicità poterlo cullare teneramente tra le mie braccia accoglienti.
Era l'unica presenza cara, a me rimasta, a farmi tanta, e tanto stretta, dolce compagnia.
Luciana non giocava più con me.
Agata ci aveva impedito di avvicinarci, vederci, parlarci.
Ci incontravamo solo quando ci riunivamo a tavola per mangiare o quando Agata usciva, si allontanava, era abbastanza lontana dai nostri paraggi.
Mi sentivo sempre più sola.
Sola al mio primo risveglio.
Sola alla mia prima colazione.
Sola perché più nessuno mi avrebbe accompagnato a scuola; più nessuno sarebbe venuto a riprendermi, più nessuno mi avrebbe aspettata a casa con il piacere di rivedermi e con amore sentito abbracciarmi calorosamente.
Mi mancava nonna.
Mi mancava tantissimo.
Ero stramaledettamente infelice.