Capitolo 89

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Avevo trascorso sette giorni stupendi, meravigliosi, straordinari.
Adoravo Trani.
L'adoravo con tutto il mio cuore.
Amavo tutto di quel fantastico paese, così incredibilmente romantico e magicamente affascinante.
Amavo profondamente ogni suo spazio transitabile, le sue ristrette vie, i suoi giardini fioriti, le sue piazze affollate, l'incantevole villa, la splendente cattedrale.
Il clima gradevole e la gente solare.
I vecchi quartieri e gli antichi palazzi.
La fermezza dei muri, la saggezza dei suoi avi.
Il soffiare del vento, l'infinito del mare e il recitare melodico di stormi di passeri e svolazzanti gabbiani.
Trani era arte.
Bellezza suprema.
Soave poesia.
Era fonte di prosa.
Musa ispirante.
Terra favolosa e idilliaca.
Paradiso fatato di un bel sogno vissuto.
Come potevo, di tali luoghi narrati, non esaltarne o venerarne l'incanto?
Come potevo, di quel paese sublime, non encomiarne o vezzeggiarne l'intensità della sua illimitata bellezza infinita?
Ma da quel posto, che con tanto amore ho piacevolmente descritto, giunse per me il momento angosciante di andare.
Lasciare Trani, abbandonarne ogni cosa, era per me così desolante.
Così deprimente.
Se solo ad attendermi ci fosse stata mia madre, sarebbe stato tutto completamente diverso.
Che magnifico sogno...
Sarebbe stato bellissimo.
Ma era Agata, l'esatta sua antitesi, che avrei, mio malgrado, al ritorno trovato.
Era lei, la mia perfida matrigna, che a malincuore avrei purtroppo incontrato.
Tutto ciò non mi entusiasmava per niente.
Anzi, il solo pensiero di ella mi raggelava e mi rattristava tantissimo.
Agata era il mio incubo...
Un orribile incubo.
E così, più derelitta che mai, preparandomi al peggio, mi accinsi alla triste partenza.
Tuttavia, all'orrore di Agata, subentrava l'affetto sincero di nonna Lucia.
Era di lei che avevo necessariamente bisogno.
Un bisogno effettivo, vivissimo e costante.
La certezza di poterla ogni volta vedere, sentire, toccare.
Nonna era il mio supporto.
La mia forza.
La mia gioia di vivere.
Non potevo fare assolutamente a meno di nonna.
Nonna era tutto, ma proprio tutto per me.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora