Capitolo 60

85 6 0
                                    

Il retro della bottega era situato all'interno del palazzo e si affacciava sulla scala che conduceva alle abitazioni superiori.
L'appartamento della madre di Agata era collocato al secondo piano e possedeva di due ingressi.
Quello principale si apriva a una vasta stanza nella quale dormivano la "vecchia", così veniva soprannominata la madre di Agata, e i tre figli celibi.
L'altro ingresso, solitamente chiuso, si spalancava nella camera da letto, dove dormivano la figlia maggiore e suo marito.
La sorella di Agata era madre di cinque figli, quattro femmine e un maschio, e dormivano tutti nella sala da pranzo.
Entrambi le famiglie si servivano di uno stretto e modesto cucinotto e di un piccolo buco di bagno, se si poteva chiamare "bagno" un metro quadrato di superficie munita solo di water e privo inoltre di scarico.
L'utilizzo della carta igienica era un prezioso privilegio.
Era meglio risparmiare con la carta di giornali e secchi d'acqua per scaricare.
Ad ogni modo le stanze erano piuttosto spaziose, visto e considerato il numero di persone che coabitavano all'interno.
L'appartamento era dotato anche di due balconi.
Uno si affacciava all'interno sul cortile, mentre l'altro all'esterno sulla strada.
La via era tra quelle principali di tutto il paese, migliore di tante altre vie e nei pressi degli scavi di Ercolano.
Si trattava di una zona tranquilla, pacifica, meno pericolosa di altre.
Provvista di pochi negozi, era quindi meno trafficata, frequentata, movimentata, perciò meno soggetta a scippi, borseggi, crimini, che nei dintorni, invece, erano molto frequenti.
Naturalmente il luogo era brutto e malconcio come tanti altri quartieri.
Tuttavia era più pulito, curato e sistemato.
E pulito, curato e sistemato era lo stabile e l'appartamento nel quale vivevano i famigliari di Agata.
Sempre ordinato e lustro nonostante il numero dei soggetti che ci vivevano.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora