Capitolo 80

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Per la mia purezza, la mia semplicità, la mia chiara e reale lealtà, ero considerata una grande amica.
Un tesoro d'amica.
L'amica ideale.
Tenera, limpida, sensibile, sincera.
Ero l'amica affidabile di tante confidenze.
La migliore amica.
L'amica del cuore.
L'amica sempre disponibile che sapeva ascoltare e che, con modesta saggezza, sapeva bonariamente consigliare.
Brava e capace nell'aiutare gli altri, ma inetti e restii gli altri ad aiutare me.
Accadeva sempre così.
Qualsiasi caso mi ci trovassi, dovevo comunque o per forza cavarmela da sola.
Non c'era nulla da fare.
Non potevo fare altrimenti.
Oltretutto, a chi chiedere aiuto?
La vita era dura per tutti.
Un gravoso percorso svolto ad ostacoli.
Uno slalom gigante.
Un susseguirsi continuo di fatti e misfatti.
Di visti e imprevisti.
Di conquiste e di fallimenti.
Di gioie e patimenti.
Troppi gli ostacoli.
Troppi i problemi.
Occorreva essere forti, pazienti, onesti, indulgenti.
Qualità assolutamente inconfutabili.
Non per questo riscontrabili in tutti.
L'esistenza, per molti, è un calvario straziante.
Un supplizio penoso.
Per i più sfortunati non si tratta di vivere, ma di poter sopravvivere.
Poveri, vecchi, malati e disagiati.
Per essi la vita è una lotta continua.
Una dura battaglia dolente e faticosa.
Il nemico è sempre in agguato.
È il più forte e invincibile.
Senz'armi giuste ed adeguate è al quanto improbabile, per non dire impossibile, uscirne completamente incolumi o imbattuti.
E se tra tante battaglie perse ne provieni, talvolta, orgogliosamente salvo o vincente, conviene ugualmente prudenza e cautela prima di poter cantare vittoria.
Esultare alla grande.
Il tempo riserva spesso cattive sorprese.
È una minaccia costante di perturbazioni brusche e improvvise.
Quindi mai abbassare la guardia.
Sarebbe davvero un atteggiamento rischioso.
Un errore avventato.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora