Capitolo 62

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Eppure nei confronti dei suoi nipoti, Agata era completamente diversa.
Rideva, scherzava, giocava con loro.
Baci, abbracci, carezze, coccole.
Atteggiamento che con noi non assumeva mai.
E questo mi faceva stare male.
Sia chiaro, non era invidia la mia.
Di certo non mi aspettavo da lei baci e carezze.
Non l'avrei nemmeno sopportato.
Mi avrebbe senz'altro infastidito.
Da lei non volevo essere toccata e tantomeno sfiorata.
Le sue mani erano così gelide, ghiacciate, fredde... fredda come lo era lei con noi.
Ed era proprio questo che non riuscivo a capire.
Quanto era vero il suo amore verso i nipoti?
Era sincera o era solo un semplice modo per fare ingelosire mia sorella e me?
Fino a che punto era realmente se stessa, o fino a che punto era soltanto finzione.
Una cosa era sicuramente vera, la sua slealtà nei miei confronti.
Sleale e disonesta.
Proprio così si rivelò durante tutto il periodo trascorso a casa dei suoi parenti.
Ma per Luciana e me era solo il principio.
Un assaggio della sua cattiveria.
Cattiveria che non mostrava mai ai suoi nipoti.
Con loro era sempre carina, sorridente, generosa.
Specialmente con la primogenita per la quale aveva una certa predilizione.
Ma tutto ciò era naturale e lecito, dato che le aveva visti nascere e crescere.
Non era altrettanto naturale e lecito quello che andava a raccontare in giro.
Ci sparlava alle spalle rivelando, con cruda e perversa malignità, le nostre abitudini, il nostro modo di vivere, il nostro modo di essere, l'intimità della nostra vita.
Era ingiusto, umiliante e scorretto, soprattutto perché avveniva in presenza dei suoi nipoti.
E fu proprio una nipote che un giorno, nel prendermi in giro burlandosi di me, d'un tratto mi disse:
"Qualcuno dice che ti fai cambiare le mutande da tua nonna. Non ti vergogni? Non sei abbastanza grande per farlo da sola?"
Tale insinuazione mi ferì profondamente.
Perché deridermi di questo?
Cosa c'era di strano o di divertente in quello che nonna Lucia faceva così amorevolmente per noi?
Effettivamente era nonna che si occupava scrupolosamente della nostra igiene personale.
Ma cosa c'era di così sorprendente in tutto questo?
Per me era tutto così palesemente normale.
Evidentemente non lo era altrettanto per loro.
Probabilmente credevano che a dieci anni dovevo essere già in grado di accudirmi e arrangiarmi da sola.
E chissà, forse Agata la pensava esattamente come loro.
Non prestava mai attenzione alle nostre dovute cure.
Solo qualche volta si limitava a dirci di lavarci.
Ma non si preoccupava mai di controllare se lo facevamo veramente.
"Lavarmi" non era per me un piacere gradito.
Si trattava piuttosto di un noioso supplizio.
Quindi, se da parte sua non c'era rigore e controllo a riguardo, a mia volta io non avevo rigore e riguardo di me stessa, a discapito della mia stessa persona.
Dimostrazione di quanto fossi ancora tanto piccola per badare a me stessa, e di quanto fossi ancora tanto piccola e bisognosa di premure, affetto e attenzioni.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora