Accettare e accettarla.
E così fu.
Almeno inizialmente.
Sfortunatamente il tempo minacciava un raccolto cattivo.
E Agata era senza dubbio il frutto marcio e cattivo di un nocivo e sbagliato germogliare.
Cresciuto e coltivato in brutte cattività.
Completamente diverso dagli altri, e così metamorfico, che non andava sicuramente raccolto.
Aspro e amaro come era, così sgradevole al tatto, andava amato, allevato, accudito, curato.
Sarebbe stato meglio per tutti se mio padre quel frutto, così visibilmente fittizio, non l'avesse mai visto.
Non l'avesse mai scelto.
Non l'avesse mai preso.
Un frutto così strano e mutevole, totalmente immaturo, doveva indubbiamente accrescere, svilupparsi, migliorare.
Preferirlo tra tanti innumerevoli frutti fu per la nostra famiglia una grande sventura.
Mio padre, nel coglierlo così tanto presto, commise un gravissimo errore.
Una vera imprudenza.
Agata non era difatto una persona alquanto piacevole.
Scontrosa e incostante com'era, non rappresentava di certo l'esatto prototipo di madre e moglie ideale.
Troppo acida per stare con noi.
Troppo acerba per restare con mio padre.
Un soggetto come Agata andava sicuramente evitato.
Un essere simile, ombroso e insocievole, non poteva costruire famiglia.
Come poteva mio padre fidarsi ciecamente di lei?
Ma l'aspetto accattivante di quel diavolo tentatore indusse mio padre ad un'ossessiva e ostinata infatuazione.
L'esternante ostentazione di quel frutto, così fresco e invitante, lo sedusse senza alcuna inibizione.
Allettato, invaghito, stregato.
Era talmente attratto dal fascino particolare di quella rara e misteriosa creatura che, totalmente inebetito ed inebriato dall'eccitante ebrezza di costei, ne fu subito perdutamente innamorato.
La natura subdola e insidiosa che annidava procace in quel frutto originariamente proibito lo tentò del tutto.
In maniera forte e suadente.
In completa balia di consistenti desideri, decisamente intensi e incontrollabili, non riusciva a placare quell'ardente passione che ormai, accesa e focosa, gli ribolliva nelle vene.
Vigorosamente vivace.
Letteralmente allietato dagli effetti esuberanti di piacevoli e gratificanti sensazioni, non riuscì ad esistere all'irruenza esagerata di tali, istiganti e travolgenti passioni.
Violentemente soggiogato dall'eccessiva veemenza di tutto questi fattori, assolutamente inconsueti ed eccezionali, era naturalmente impossibile impedire a certi istinti, da tempo repressi, l'insorgere improvviso ed incalzante di incredibili emozioni.
Che di nuovo, tutto un tratto, notevolmente ridestate, faticavano sul serio a soccombere inappagate.
Insaziabili d'ingordigia, avide del piacere, bramavano fervidamente il rigoglio delle tanto degustose e stuzzicanti sue succulenti viscere.
Perso nell'estasi suggestiva di integranti provocazioni, attirato da chissà quale richiamo stimolante e malizioso, incitato dalla frenesia entusiasmante di impulsi irrefrenabili e turbolenti, era chiaro che Agata l'aveva sostanzialmente abbindolato.
In pieno delirio, estremamente ammaliato,
illuso e confuso, ne rimase concretamente fregato.
Ignaro di ciò che di tanto terribile stava per accadere, inconsapevole del male che inconsciamente andava per incombere, inadempiente del rischio, e chiaramente abbagliato, si avventò sprovveduto alle pendici palpabili dell'avvenente sua preda. Quel gesto così tanto avventato fu causa, per noi, di incessanti e persistenti dolori.
Mio padre, in quell'atto azzardato, commise il suo sbaglio più grande.
Un imperdonabile errore.
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L'Illusione di un padre
General FictionTRATTO DA UNA STORIA VERA. I NOMI SONO CAMBIATI PER PRIVACY. La vita, alla piccola Emily, non le ha mai regalato nulla. Le ha sempre tolto e mai dato. Orfana di madre alla sola età di 7 anni, molte cattiverie, avversità e costanti soprusi ha dovuto...