Capitolo 31

113 7 0
                                    

Apprensivi ed amorevoli nei nostri confronti, vedevano probabilmente in me quell'ipotetica bambina da loro tanto desiderata, ma che per fatalità non erano mai riusciti a concepire.
Tuttavia erano contenti ed orgogliosi di tre splendidi maschietti: Gino, Leo e Richi, nato due anni dopo la morte di mia mamma.
Gino era il mio cugino preferito, perfettamente compatibile con il mio carattere.
Andavamo magnificamente d'accordo.
Il fine settimana ero solita trascorrerlo proprio a casa sua.
Solitamente i miei zii, dopo aver pranzato, andavano a fare un riposino, lasciandoci così completamente soli.
Incredibilmente potevamo darci a una libera, ma contenuta, frenesia scatenata.
I miei zii, naturalmente, si fidavano.
Non eravamo così frenetici o esagitati come potevamo apparire.
Tuttavia un occhio vigile veniva, in gran segreto, a controllare.
Tra tanti giochi, il più divertente era quello d'impersonarsi in personaggi famosi, fantastici o immaginari di film, fiabe o libri d'avventura.
Tra questi il più spassoso da interpretare era "Tarzan".
Gino si figurava in "Tarzan" mentre io nel suo fedele amico scimpanzé "Cita".
La mia parte sarebbe stata forse più indicata per Luciana, la piccola scimmietta di mio padre.
Io avrei meglio interpretato la figura di Jane, fidanzata di Tarzan, ma sinceramente arrampicarsi e saltare da un mobile all'altro, da una sedia all'altra, era per me più estroso e simpatico che raffigurarsi in una scialba mocciosetta, smorfiosa e sdolcinata.
Eravamo capaci di immedesimarci in chiunque e in qualunque situazione.
Pirati leggendari che con astuzia e tenacia ricercavano ovunque tesori nascosti.
Generalmente erano oggetti e cianfrusaglie conservate scrupolosamente dagli zii in armadi e cassetti della casa.
Naufraghi e derelitti in fantastiche isole deserte cibati solamente con pochi viveri.
Casualità erano come sempre pastrocchi e schifezze varie che durante i nostri giochi non mancavano mai.
Robot spaziali, muniti di missili perforanti, pronti a difendere la terra da temibili e pericolosi nemici immaginari.
Comici pasticcioni e combina guai che impastati di talco e farina imbiancavano e sporcavano qualunque cosa capitasse loro sottomano.
Vampiri o zombie risuscitati dalle viscere della terra e che, terribili e mostruosi, provavano una certa soddisfazione nel vedere gli sguardi spaventati di deboli e indifese vittime: fratelli, cugini e bambini più piccoli.

L'Illusione di un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora