126. Forte dolore e... stesse sensazioni

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Pov's Federica

Questi ultimi due mesi sono letteralmente volati via in un soffio e ogni giorno che passa, l'ansia aumenta ogni giorno di più. Manca davvero pochissimo tempo alla nascita di Mia e devo ammettere di avere un po' di paura.
So che quando accadrà non sarò assolutamente da sola, ma la paura, purtroppo, è sempre presente. Riccardo cerca di rassicurarmi e le sue parole, riescono sempre a calmarmi in ogni mio momento di crisi.
"Fede, dov'è la mia camicia azzurra?" La sua voce mi risveglia da tutti i miei pensieri e scuoto la testa per cercare di mandarli via, anche solo per un po'.
Sposto lo sguardo verso di lui e mi soffermo per qualche secondo ad ammirare il suo corpo perfetto. I suoi addominali scoperti attirano la mia attenzione e un piccolo sorrisino nasce sulle mie labbra.
"Hai controllato all'interno dell'armadio?" Chiedo.
"Si, ma non c'è..." Sbuffa passando una mano sul suo ribelle e morbido ciuffo di capelli.
"Impossibile" Affermo e lo scanso, prima di salire velocemente in camera nostra. Lo sento seguirmi velocemente e appoggio una mano sul pancione, trovando sollievo per qualche secondo al costante dolore su di essa.
Apro l'anta dell'armadio e sbircio fra le numerose camicie di mille colori, cercando di trovare quella azzurra. "Eccola!"
"Che tipo di stregoneria è questa? Come diavolo hai fatto a trovarla?"
"Ho le mie doti, Marcuzzo!" Mi vanto appoggiando il leggero indumento sulle sue spalle e lui la indossa velocemente prima di stringere dolcemente i miei fianchi.
"Devi decisamente spiegarmele. Voglio saperle"
Circondo il suo collo con le mie braccia e mi alzo sulle punte, cercando di raggiungere le sue labbra, che aspettano soltanto di essere accarezzate dalle mie.
La sua lingua si impossessa velocemente della mia e inizia a giocarci, accarezzandola diverse volte.
"Poi te le spiegherò, te lo prometto" Farfuglio non appena ci stacchiamo. "Vuoi un caffè?"
"No, grazie. Prenderò qualcosa al bar... è già tardi e devo ancora accompagnare Sara a scuola"
"Va bene, allora ti aspetto a pranzo!" Sorrido e abbottono la sua camicia con delicatezza.
"Affare fatto, piccola. Ci vediamo a pranzo"
Mi lascia un veloce bacio a stampo, prima che lo veda sparire lungo il corridoio. Raggiungo Sara in bagno e stringo la sua manina, raggiungendo Riccardo in cucina.
"Papà, sono pronta. Possiamo andare!" Esclama saltellando felice.
"Oh cavoli, finalmente! Sei peggio di tua madre."
"Oh attento come parli!" Lo minaccio, puntandogli un dito contro e lo vedo scoppiare a ridere. "Sei un brontolone!"
"Sto solo dicendo la verità. Spero che quando Mia crescerà non mi farà aspettare molto tempo come voi!" Sbuffa scocciato.

Come dargli torto.

"Tanto la sorellina sarà uguale a noi" Fa spallucce la piccola e io gli lancio una leggera occhiata a Riccardo, beccandolo mentre alza gli occhi al cielo.
"Spero di no... diventerò pazzo"
Mi avvicino a lui e accarezzo alcune ciocche di capelli, prima di ridacchiare.
"Vai a lavoro, amore mio. Stai delirando" Lo stuzzico e lascio un leggero bacio sulle sue labbra, prima di chinarmi verso Sara e salutare anche lei. "Ci vediamo più tardi, principessa. Io e papà ti aspettiamo all'uscita"
"A più tardi, mamma" Sorride lei e scuote la manina verso di me. Afferra la mano di Riccardo ed entrambi raggiungono la porta, prima di uscire da casa, lasciandomi da sola.

Il resto della mattinata passa in fretta e mi ritrovo ai fornelli, cercando di preparare qualcosa di gustoso per il mio uomo. Guardo l'ora ed è quasi mezzogiorno... arriverà fra un'ora e trenta minuti e spero di riuscire a fare tutto senza provocare alcun tipo di danno.
Il suono del campanello mi fa sussultare e mi asciugo le mani, raggiungendo l'ingresso. "Chi è?"
"Andreas!"
Apro la porta per farlo entrare e nel preciso istante in cui mi vede, mi sorride prima di schioccarmi un piccolo bacio sulla guancia.
"Buongiorno Fefè! Come stai?"
"Stanca ma sto bene. Come mai sei qui?" Chiedo e gli faccio segno di sederci sul divano.
"Volevo vedervi... quando torna il tuo Marcuzzo?" Chiede con un piccolo sorriso.
"Tra pochissimo, è a lavoro"
"Posso aspettarlo qui a casa con te o disturbo?" Chiede facendo scivolare via il suo cappotto dalle sue braccia.
"Assolutamente! Ti va di aiutarmi a cucinare qualcosa per lui?"
"Volentieri. Non sono uno chef professionista ma in cucina me la cavo" Sorride.
"Allora, cerca di dargli qualche lezione a Riccardo. È davvero un disastro" Alzo gli occhi al cielo, facendolo ridere.
"Proverò a fare qualcosa, ma dubito ci riuscirò"
"Lo penso anche io... è davvero molto difficile insegnargli qualcosa" Rido e cammino verso la cucina.
"Quasi impossibile direi" Mi corregge lavandosi le mani sotto il getto d'acqua fresca.
"Già"
Afferro la pentola e nel preciso istante in cui l'appoggio sul bancone, vengo bloccata da una fitta atroce al basso ventre.
Mi piego in avanti e chiudo di scatto gli occhi a causa dell'eccessivo dolore. Sento un immenso vuoto farsi spazio sulla mia pancia e capisco immediatamente di cosa si tratta.

Ho già provato questa sensazione...

I miei pantaloni iniziano a bagnarsi e sento il mio cuore esplodere di gioia... ma anche di paura.
"Andre..." Sussurro con voce spezzata. Lo vedo girarsi di scatto verso di me e mi fissa con occhi pieni di preoccupazione.
"Ti senti male?"
"Andre, cazzo! Mi si sono rotte le acque" Ammetto e accarezzo la mia pancia in ogni singolo punto. Piagnucolo per l'eccessivo dolore, ma devo cercare in tutti i modi di stare calma.

Non posso crollare proprio adesso.

"Oddio!" Esclama completamente in panico e io inizio a fare dei profondi respiri, cercando di poter fare rilassare il mio corpo.
Il mio cuore potrebbe davvero scoppiare da un momento all'altro e mi sembra di rivivere ogni singolo momento della nascita di Sara.
"Mi fa malissimo!" Impreco gettando la testa indietro. "Ti prego..."
"Fede, dimmi cosa posso fare. Qualsisi cosa"
"Portami in... clinica" Fremo, stringendo il bancone con le dita. "E... chiama Riccardo. Ho bisogno di lui"
"Perché tutto questo doveva succedere proprio adesso! Non so come comportarmi e come diavolo agire!" Sospira afferrando il suo cellulare dalla tasca.
"La vera domanda è: perché tutto questo doveva succedere a me?" Chiedo e una forte contrazione mi fa strillare dal dolore.
"Semplice! Perché voi due scopate praticamente ogni secondo della vostra vita!" Fa spallucce e io sbuffo.
"Ti sembra questo il momento di toccare questo argomento?" Urlo e lui appoggia il suo telefono all'orecchio aspettando che Riccardo risponda.
"No, appunto..." Sospira circondando il mio bacino, cercando di farmi camminare. "Non risponde, cazzo..."
"Portami in clinica comunque... altrimenti mia figlia rischierà di nascere su una fottuta macchina!"

PRONTE?😏
Perdonatemi per la mia assenza, ma gli esami si avvicinano... ho mille cose da fare e l'ansia cresce ogni giorno che passa.😭
Ma comunque... spero che questo capitolo vi piaccia!💕
Vi mando un grandissimo bacio e al prossimo aggiornamento😘
-Roberta🌞

My mania is you - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora