96. È stata colpa tua, papà?

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Pov's Riccardo

Mi giro e rigiro da ore sul divano, continuando a fissare il buio più totale di fronte a me. Vorrei cercare di risolvere in qualsiasi modo questa situazione che si è creata tra me e Federica, ma purtroppo non è possibile.
Non posso ancora credere a tutto quello che è successo e vorrei solo poter tornare indietro per non commettere lo sbaglio fatto poche ore fa. Ho un vuoto incolmabile alla pancia e quella strana sensazione al cuore, che non mi permette di essere felice. Mi sembra tutto un fottuto incubo.
"Dio..." Sospiro coprendo la parte superiore del mio corpo con quella misera coperta. Avrei bisogno di essere scaldato dalle braccia della mia Fede, ma purtroppo mi ritrovo da solo in questo diavolo di divano.

Infondo, mi sono meritato tutto questo.

È solo colpa mia.

Caccio via la coperta e sbuffo, alzandomi di scatto. Mi dirigo verso le scale e inizio a salirle velocemente, facendo attenzione a non fare molto rumore. Raggiungo la nostra camera da letto e apro leggermente la porta, prima di curvare la testa per controllare se Federica dorme. Sento dei leggeri respiri provenire dalle sue labbra e guardo una parte della sua schiena scoperta che vorrei tanto sfiorare per farla dormire tranquilla e rilassata. I miei occhi si posano su quello che indossa: la mia maglietta rossa circonda il suo piccolo corpo e i suoi lunghi capelli castani ricadono sulle sue spalle, coprendo gran parte del suo corpo.
Improvvisamente sento un leggero singhiozzo rimbombare all'interno della stanza e una lama tagliente mi trafigge il petto e poi il cuore, rompendolo in milioni e milioni di pezzettini.

Odio vederla in questo stato.

"Ritorna giù..." Mormora e all'udire della sua voce così bassa e rauca, un forte brivido percorre la mia spina dorsale.

Non mi aspettavo riuscisse a sentirmi.

"Fede..."
"Ti ho detto di tornare giù, Riccardo!"
"Voglio dormire con te." Ammetto sperando che si giri per poter incrociare i suoi occhi che tanto amo.
"Io no... vai via!" Sbotta velocemente e onestamente, l'ultima cosa che voglio in questo momento è farla arrabbiare.
"Va bene, buonanotte" Sussurro a voce bassa sperando che mi risponda, ma purtroppo non lo fa. Giro i tacchi e raggiungo mia figlia nella sua cameretta; noto immediatamente che la luce della lampada colorata sul suo comodino è accesa e sposto lo sguardo sul letto prima di vederla seduta al centro di esso.
"Amore, che fai? Non dormi?" Chiedo avvicinandomi e le sue pozze color oceano si incrociano con le mie, dello stesso identico colore.
"Non riesco..."
"Dovresti farlo, sono le due di notte. Domani devi svegliarti presto" Le ricordo appoggiando le mie labbra fra la sua chioma di capelli e le lascio un dolce bacio.
"Stai qui con me finché non mi addormento, papà?"

Come potrei dirle di no?

"Certo, stai tranquilla"
Circondo i suoi fianchi con le mie braccia e appoggio la testa sul cuscino, accarezzando le sue piccole dita con le mie.
"Dimmi la verità... tu e mamma avete litigato?" Mi chiede sfiorando il mio ciuffo ribelle.
"Si, abbiamo litigato" Rispondo sinceramente. Mi sembra alquanto inutile mentirle ancora, ha già capito tutto.
"Ecco perché oggi stava piangendo..." Osserva a bassa voce. "E mi ha pure detto che la colpa era dell'allergia."
"E te non ci hai creduto?" Domando, sorridendole e lei scuote la testa.
"Ormai sono grande... riesco a capire tutto" Si vanta alzando le spalle. "Anche le cose difficili"
"La mia grande donna" La abbraccio dolcemente e posso vederla sospirare mentre mi stringe più forte. "Adesso chiudi gli occhietti e pensa solo alle cose belle, piccina"
"Anche tu pensa solo alle cose belle, papà"
"Lo faccio sempre"
"E a cosa pensi?"
"A te e alla tua mamma"
"Sempre?"
"Oh certo, sempre. Ogni secondo della mia vita."

***

"Papà, svegliati... è pronta la colazione!" Urla Sara scuotendo velocemente il mio braccio e io mugolo, aprendo gli occhi velocemente. Quei pochi raggi solari che filtrano dalle tende illuminano gran parte della stanza e impiego qualche secondo per abituarmi alla luce.
"Abbiamo dormito tutta la notte insieme" Sussurra con un sorriso baciando ripetutamente la mia guancia ancora calda. "La mamma ci aspetta giù per fare colazione"

Aspetta te, non me.

"Andiamo?" Domanda afferrando la mia mano e io annuisco, alzandomi dal letto. La prendo in braccio e indosso le pantofole prima di scendere velocemente le scale e raggiungere la cucina.
"Buongiorno" Le dico velocemente a Federica, cercando di avere un dialogo con lei anche per poco tempo. Scatta velocemente a guardarmi ma distoglie immediatamente lo sguardo, riportandolo sulle tazze piene di latte caldo.
"Buongiorno" Sussurra a bassa voce e si avvicina per lasciare un bacio a Sara. "Buongiorno anche a te, piccola stella"
Faccio sedere nostra figlia sulla sedia e poi afferro un biscotto prima di dargli un veloce morso. "Avete fatto pace?" Chiede improvvisamente Sara e obiettivamente sapevo che presto o tardi questa domanda sarebbe arrivata.
La donna di fronte a me mi guarda in attesa che risponda al posto suo e io abbasso lo sguardo prima di sospirare leggermente.
"No, non abbiamo fatto pace" Sussurro bevendo un sorso della bevanda bollente.
"Perché non la fate? Non è poi così difficile" Dice ingenuamente facendo spallucce.
"Mamma e papà questa volta non faranno pace" Risponde Federica e il mondo mi crolla addosso per la milionesima volta. "Mai più"
"Ma dovete... io voglio rivedervi insieme"
"Ascolta, Sara... non è semplice"
"È stata colpa tua, papà?" Mi domanda guardandomi.
"Io...-" Inizio e in tutta sincerità, non so cosa risponderle.
"Abbi almeno il coraggio di prenderti le tue responsabilità e rispondile sinceramente" Si intromette Federica. I suoi occhi sono spenti, proprio come ieri e il suo labbro inferiore trema.
"Si, è stata colpa mia... ma capita a tutti di sbagliare. E tutti meritiamo di avere una seconda possibilità"
"Questo è vero... lo dice sempre anche la mia maestra" Sorride la bimba inzuppando un biscottino all'interno del latte.
"In generale si dice così... ma tutto questo cambia, in base allo sbaglio che viene commesso" Sussurra Fede e io deglutisco lentamente.

Come darle torto...

"Quindi hai commesso un grande errore, papà..."
"Grandissimo. Tanto quanto il mondo, piccolina"
Vedo il viso della donna di fronte a me, diventare leggermente rosso e una lacrima trasparente riga la sua guancia, bagnandola dolcemente.
"E sei riuscito a far crollare tutto..." Bisbiglia con voce spezzata. "S-scusate... vado a prepararmi" Prima che possa rispondere corre via dalla cucina, lasciandoci da soli a tavola.

E anche oggi... il capitolo happy non è arrivato🙄
Giuro che mi farò perdonare😏
Fatemi sapere cosa ne pensate. Baci a tutte e al prossimo aggiornamento!🤘
-Roberta💫

My mania is you - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora