68. Necessità e scelta del nome

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Pov's Federica

Dei leggeri rumori mi fanno aprire gli occhi di scatto ma li richiudo immediatamente per la troppa luce all'interno della stanza.
"Ti ho chiamata per dirti che oggi non vengo a lavoro... puoi dirlo al capo?" La voce di Riccardo rimbomba nella piccola camera e giro la testa per cercarlo con lo sguardo; lo vedo in piedi proprio di fronte l'armadio mentre curva il collo per tenere fermo il cellulare sulla spalla. Sistema la sua maglia sulla mensola e poi chiude l'anta velocemente. "Si, è una femminuccia... l'abbiamo scoperto ieri" Sorride passando una mano fra il suo ciuffo ribelle. Pensando alla mia bimba un piccolo sorrisino compare sulle mie labbra e sospiro piano. "Grazie mille" Continua. "Ci vediamo domani" Sospira felice e attacca la chiamata, prima di appoggiare il telefono sul mobile.
Mi giro lentamente e in quel preciso istante, i nostri occhi si incrociano. Mi fissa per dei secondi infiniti e con passi lenti ma decisi, mi raggiunge a letto. "Amore mio, ti sei svegliata?" Mi domanda chinandosi verso di me e lascia un dolce bacio sulla mia guancia.
"Si, ti ho sentito fare rumore e parlare al telefono" Gli dico sollevandomi e afferro la coperta per coprire le mie braccia nude.
"Ho chiamato Francesca per avvisarla che non vado a lavoro"
"Perché non vai?" Chiedo a bassa voce e appoggio il braccio sulla sua spalla, accarezzando alcune piccole sue ciocche di capelli.
"Perché voglio stare tutto il giorno con te. Qui. Sul letto. A coccolarci. E fare l'amore il secondo dopo" Sussurra e sento un'immediata scossa farsi spazio sul mio petto. Rivivo ogni singolo istante della notte appena trascorsa e vorrei poter rifare tutto altre mille volte.
"Non ti è bastato ieri sera, Marcuzzo?" Domando alzando un sopracciglio e lui scoppia a ridere.
"Sai già quale sarà la mia risposta a questa tua domanda, amore mio" Mi stuzzica pizzicando la pelle del mio collo con i denti e io rido per il leggero solletico provocato.
"Cosa ti ha detto Francesca?" Gli domando mentre le sue mani accarezzano i miei fianchi coperti soltanto dalla sua leggera magliettina di cotone.
"Mi ha fatto gli auguri per la bimba" Sorride guardandomi per un secondo. "E mi ha detto di salutarti"
"Oh grazie" Sorrido istintivamente.
"Vorrebbe tanto conoscerti sai?" Mi svela appoggiando la sua fronte contro la mia. Il suo respiro accarezza con dolcezza il mio viso e il mio corpo cede, provocandomi miliardi di brividi ovunque.
"Anche io vorrei tanto... sembra una brava ragazza" Faccio spallucce.
"Lo è" Sospira accarezzando la mia pancia con le punte delle dita. "E ho conosciuto anche la sua fidanzata..."
"Davvero?" Domando incredula e lui annuisce.
"Si... ha i tuoi stessi occhi" Sussurra avvicinandosi sempre di più.
"Sono carine insieme, allora?"
"Davvero molto" Risponde e scatta a baciare le mie labbra che immediatamente tremano al contatto. Apro la bocca permettendo alle nostre lingue di sfiorarsi più e più volte e io sospiro. "Ma non parliamo più di loro..." Bisbiglia facendomi curvare la testa verso destra. Tutto ciò gli permette di toccare e baciare la pelle del mio collo e vorrei prenderlo e picchiarlo per la sua capacità di rendermi così fottutamente sensibile e instabile.
"Non possiamo... non di nuovo, Riki..." Mormoro, trovando il coraggio di formare una frase di senso compiuto. Scuote la testa e inizia a succhiare lentamente una parte di pelle. Mugolo leggermente e stringo i denti, tentando di non urlare. Sento il sangue fluire velocemente nelle vene e soffia sulla parte leggermente arrossata.
"Lo so che non possiamo... ma..." Inzia sfiorando i miei seni. Scende lentamente verso la mia pancia e alza lo sguardo verso i miei occhi. "Ma nessuno mi impedisce di fare questo..." Aggiunge scostando le mie mutandine e io inarco la schiena all'istante. "O sbaglio, Paper?" Sussurra sfiorando la mia intimità con le dita.
"Oh mio Dio... ti prego" Piagnucolo alzando i fianchi volendone immediatamente di più. Un ghigno compare sulle sue labbra e posso notare quanto diavolo sia soddisfatto di tutto questo.
Scivola un dito dentro di me e io gemo all'istante afferrando i suoi capelli. "Già di mattina... così mi farai morire. Sei un coglione." Urlo gettando la testa sul cuscino. L'unico rumore che riesco a sentire sono quello delle sue dita che si muovono dentro di me e quei pesanti sospiri che escono dalle mie labbra.
"Respira e rilassati..." Mi consiglia baciandomi e io annuisco. Mi contraggo immediatamente e piagnucolo piano. Afferro le sue spalle e lo spingo sopra di me per poter unire le nostre labbra. Mi accontenta immediatamente e nel momento in cui le tocco, i miei dolci gemiti vengono bloccati da lui.
Sento un'improvvisa scossa far tremare il mio corpo e afferro la sua mano, seguendo i suoi delicati movimenti. "Non fermarti, ti prego..." Alzo la voce e subito dopo mi mordo il labbro sperando di non urlare ancora.
"Non lo farò, amore mio" Sussurra soddisfatto, continuando a torturarmi. "Ti amo"
"A-anche io"

***

"Che ne dici di Giulia? Non ti piace?" Mi domanda Riccardo mentre sbircia sulla lunga lista dei nomi per la nostra piccola.
"Non mi convince molto..." Mormoro. Stringo la sua felpa bianca con le dita e sospiro leggermente, alzando lo sguardo verso i suoi occhi brillanti e bellissimi. "Ti va di aiutarmi a preparare qualcosa per cena? Ho fame!"
"Adesso?" Spalanca gli occhi e alza lo sguardo sulla barra delle applicazioni del suo cellulare per guardare l'ora. "Sono solo le cinque"
"Che importa! Ho fame e ho bisogno di mangiare qualcosa"
"La Paper e le sue necessità pomeridiane" Mi prende in giro, pizzicando i miei fianchi con le dita e io sussulto.
"Anche tu hai delle necessità... però mattutine" Lo smaschero. "Tipo quella di farmi avere un orgasmo alle primissime ore del giorno" Alzo le spalle e posso vederlo quanto sia sorpreso dalla mia risposta.
"Beh... ma nonostante ciò, non ti sei assolutamente tirata indietro, piccola stella"
"Sta' zitto, idiota!" Colpisco la sua nuca con la mano e posso sentirlo imprecare per il dolore.
"Vuoi che io mi stia zitto solo per il semplice fatto che sai quanto io abbia ragione" Mi scopre.
"Vado a cucinare un toast. Ne vuoi uno?" Gli domando cambiando discorso e mi alzo.
"Si, grazie. Molto gentile, ragazza che non ammette la verità" Mi risponde con un sorrisone. Mi dirigo in cucina e inizio a prendere i pochi ingredienti. "Cazzo, Fede!" Urla dal salone. Corrugo la fronte cercando di capire il motivo del suo urlo e, quando mi raggiunge in cucina, i suoi occhi sono brillanti e felici. "Ho trovato il nome giusto per nostra figlia!"
"E quale sarebbe?" Gli chiedo appoggiando il fondoschiena sul bancone.
"Sara! Ti piace?" Alza la voce e improvvisamente sento il mio cuore scoppiare. Un sorriso sorge sulle mie labbra, illuminanandole dolcemente e un improvviso senso di felicità si impossessa di me.

Sara Marcuzzo.

Lo adoro.

"Si, è perfetto! Mi piace un sacco!" Esclamo entusiasta e posso vederlo sorridere. Un sorriso che mi fa perdere un battito, che mi fa dimenticare tutto, anche il mio nome.
"Sapevo ti sarebbe piaciuto!" Sussurra e si avvicina, tirandomi fra le sue braccia muscolose. Si abbassa verso il mio pancino e appoggia il palmo della sua mano sulla superficie. "E tu che dici, piccolina? Ti piace?" Le chiede alla piccola creatura e io sorrido alla dolce scena.
"Penso proprio di si" Rido accarezzando il suo ciuffo ribelle di capelli. Alza lo sguardo verso di me e lascia un bacio sulla mia maglietta.
"Si, papà mi piace molto! Direi che hai davvero un buon gusto" Sorride facendo quella tenera vocina da bimbo. Scoppio a ridere e lui mi segue all'istante, facendo rimbombare la sua armoniosa risata in tutta la stanza.

Sara Marcuzzo❣🌟
Vi piace questo nome? Suona bene, non credete?
Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemelo sapere, mi raccomando🍧
Un bacio a tutte😘
-La vostra Roberta👿

My mania is you - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora