Capitolo 2: Una magnifica sorpresa

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Il giorno seguente io e mia madre preparammo tutto e ci mettemmo in viaggio verso la casa di Giorgio, il compagno di mia madre. Quando arrivammo ero nel pieno dell'agitazione.
Mia madre suonò il campanello e venne ad aprirci qualcuno che non mi aspettavo di vedere. Era proprio lui: Gabriele!
"Ehi, ciao Francesca!" disse correndo ad abbracciarmi.
Oh santo cielo, quanto amavo i suoi abbracci!
Ricambiai il suo gesto con tutto il cuore. Ero senza parole, ma alla fine la gioia di rivederlo mi aiutò a parlare: "Non ci posso credere! Tu sei il mio fratello del cuore! Che bello!"
Lui sciolse l'abbraccio e mi accarezzò la testa con entrambe le mani. Amavo il suo tocco delicato, era meraviglioso!
"Come stai?" mi chiese lui sorridendo.
"Tutto bene, e tu?" gli chiesi con lo stesso sorriso.
"Tutto bene" rispose lui.
"E così vi conoscevate già!" disse Giorgio.
"Sì, ci siamo incontrati ieri, sulla spiaggia!" rispose Gabriele sorridendo.
"Che ne dici di far vedere la casa a Francesca?" chiese Giorgio al figlio.
"Sicuro!" disse Gabriele prendendomi per mano.
Mi fece vedere la casa, era semplice ma accogliente, come era nello stile di Giorgio. Non erano ricchissimi ma potevano concedersi qualche svago ogni tanto e sapevo che prendere quella casa era stato difficile. Anche loro avevano un passato difficile, proprio come noi.
Dopo un po' arrivammo ad una stanza molto grande. Sulle pareti c'era una carta da parati sulla quale erano disegnati gli elementi dell'estate che è la mia stagione preferita.
"Ecco la tua camera! Ti piace?" chiese Gabriele mostrandomi di nuovo il suo sorriso angelico e dolce.
"È... è davvero bellissima! Grazie!" gli risposi con gli occhi sgranati dallo stupore.
"Mi fa piacere!" disse lui. "Non solo il fatto che ti trovi bene, ma anche il fatto che tu sia la mia sorellina del cuore tesoro!"
Il modo in cui mi chiamò mi stupì ancora di più e credetti di aver sentito male.
"Come... come mi hai chiamata?" chiesi.
"Ti ho chiamata "tesoro" perché da quando ti conosco tu per me sei questo!"
Rimasi sorpresa da quelle parole. Non mi sembrava vero che qualcuno che mi conosceva da soli due giorni potesse essere tanto dolce e affettuoso con me.
"Grazie..." dissi con un filo di voce.
Stavo per andare al pianterreno per recuperare le mie cose ma Gabriele mi fermò dicendo: "No, tranquilla, vado io a prendere le tue cose, tu resta qui!"
"S-sei molto gentile" gli dissi abbassando un po' la testa per non far notare il rossore che mi copriva le guance.
Lui scese a prendere le mie cose e tornò pochi minuti dopo. Come se non avesse già fatto molto per me mi aiutò a sistemare le mie cose nella mia stanza.
"Ecco! Abbiamo fatto in fretta, vero?"
"Se l'avessi fatto da sola avrei impiegato come minimo tutto il giorno!"
Gli sorrisi e aggiunsi: "Ti ringrazio! Per tutto!"
"È il semplice dovere di fratello del cuore Francy! E poi sono io che devo ringraziarti, hai ancora quella conchiglia e mi hai riconosciuto subito! Mi permetti di fare una cosa?"
"S-sì" risposi con un timido ma sincero sorriso.
Lui mi si avvicinò e mi abbracciò. Ero felice che avesse fatto il primo passo, il secondo e anche il terzo perché mi aveva già trovato due soprannomi, tesoro e Francy, mi aveva abbracciata ed era stato gentilissimo con me! Provavo una sensazione stupenda quando ero con lui.
"Ragazzi, venite, dobbiamo parlarvi!"
Scendemmo le scale tenendoci per mano e i nostri genitori ci comunicarono che sarebbero dovuti partire per motivi di lavoro. Mia madre era stata assunta nello stesso ambito di Giorgio e il loro lavoro li portava a viaggiare molto.
"Quando dovrete partire?" chiesi.
"Oggi stesso" rispose mia madre. "Se vi va potete accompagnarci all'aeroporto."
Io e Gabriele accettammo e subito dopo pranzo tutti e quattro andammo all'aeroporto e al momento dei saluti non riuscivo più a separarmi da mia madre.
"Francy, ora devo andare!" mi disse lei con dolcezza.
"Sì, hai ragione, perdonami" le dissi.
Loro salirono su quell'aereo e io e Gabriele li salutammo con la mano.
Quando il velivolo scomparve dalla nostra vista scoppiai in lacrime. Non mi ero mai separata in quel modo da mia madre e mi sentivo davvero malissimo.
Percepii una presenza accanto a me e poco dopo mi ritrovai tra le braccia di Gabriele.
"Francy! Piccola, non piangere! Non posso vederti così! Ti prego, calmati!"
"Scusami, è che sono un'egoista!" dissi singhiozzando sul suo petto.
"No, non sei affatto egoista! Hai potuto contare solo sulla tua mamma durante tutta la tua vita, ti capisco benissimo, ma ti prego, non piangere! Fidati di me, andrà tutto bene e io ti starò accanto!"
Lui mi parlava con tono dolce e mi guardava con un'incredibile tenerezza. È difficile da spiegare, quando ero con lui sentivo che niente e nessuno avrebbe potuto farmi soffrire.
In quel momento, però, non riuscivo a smettere di piangere.
"Non riesco a smettere! Perdonami!" gli dissi stringendomi più forte a lui.
"Hai bisogno di sfogarti, piccola! Hai ragione! Sfogati, getta fuori tutto il dolore che hai dentro, ti farà bene!"
Lo abbracciai più forte e dopo un po' mi calmai.
"Ti prego... possiamo tornare a casa?"
"Sì Francy, andiamo" mi disse lui. Amavo quando mi chiamava in quel modo.
Arrivammo a casa e andammo al piano di sopra.
"Francesca, hai una foto di quando eri piccola?" mi chiese.
"Sì, ce l'ho" risposi tirando fuori una piccola foto che mi raffigurava con le braccia tese, come se stessi abbracciando qualcuno.
"Posso prenderla?" chiese gentilmente.
"Sì, d'accordo" risposi per poi dargli la foto.
Lui si allontanò e chiuse la porta.
Forse voleva farmi una sorpresa.
Dopo un po' sentii la sua voce che mi diceva: "Ecco la tua sorpresa Francy!"
Ecco, appunto! Oh mio Dio, quella era la prima volta che mi accadeva questo: non sempre quando ci si fa un film mentale questo si realizza!
Lui si avvicinò e mi porse una foto. Sembrava che ci fossero due bambini abbracciati e quelli eravamo noi! Nel guardare meglio la foto mi accorsi che era un montaggio. Non sapevo cosa fare o pensare.
"Ho unito queste due foto per dirti che io e te eravamo destinati a conoscerci. Appendila in camera tua se questo può confortarti! Cosa ne dici? Ti piace?"
"Mi piace tantissimo! T-ti ringrazio!"
Ci avvicinammo e ci abbracciammo forte.
Proprio mentre eravamo abbracciati qualcuno suonò il campanello e rischiai di cadere correndo a rotta di collo giù per le scale per andare ad aprire. La mia sorpresa fu enorme quando mi vidi di fronte tutti i miei più cari amici.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora