Capitolo 8: Non lasciarmi!

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Francesca's Pov
TI AMO! Gabriele l'aveva detto! A me! Era una sensazione bellissima ma al tempo stesso sapevo che non avrei potuto goderla perché i nostri genitori ci avrebbero rimesso, era tutto strano e difficile, molto difficile! Cercai di calmarmi e lo abbracciai ancora più forte, dopodiché gli dissi: "Anch'io!"
Ci avvicinammo moltissimo, forse troppo e io volevo il mio primo bacio da lui, ma in quel momento sentivo che non potevo farlo, sentivo addosso mille occhi e i miei bruciavano per il pianto.
"Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini, i nostri genitori ci hanno quasi uniti come fratelli, non possiamo farlo!"
Mi sentii un mostro a provare quelle emozioni. Lui se ne accorse e mi abbracciò. Io singhiozzavo sul suo petto e lui mi stringeva a sé per calmarmi. Era il mio angelo...
"Tesoro ti prego calmati! Va tutto bene, non è successo niente! L'importante è che abbiamo chiarito e si arriverà al primo bacio se e quando ti sentirai pronta! Tranquilla piccola!"
Lui mi asciugò le guance e si accorse che mi rilassavo tra le sue braccia. Era un ragazzo dolce, gentile, paziente e comprensivo. Come aveva fatto a capire che ero nel panico? Mi vennero brividi simili a convulsioni, erano così violenti che lui dovette condurmi verso una sedia e farmi mettere seduta.
"Ehi Francesca! Che succede?" chiese prendendo le mie mani e stringendole.
"Ho una strana sensazione" risposi. "È come se ci fosse qualcosa che sta per accadere e che mi farà male, capisci?"
"Un brutto presentimento intendi?" chiese Gabriele stringendo ancora più forte le mie mani.
"Sì, un orribile presentimento" risposi cercando di alzarmi ma senza risultato.
Che figura, sembravo un'ubriaca, ma per fortuna lui non mi guardava con disgusto, il suo sguardo era affettuoso.
Ero convalescente quindi lo feci preoccupare comunque. Lui si avvicinò e mi sfiorò la fronte.
"Non devi agitarti Francesca, rischi di farti risalire la febbre!" disse.
"Scusami, non volevo farti preoccupare" dissi dispiaciuta stringendo la sua mano, avevo bisogno del suo appoggio e lui mi concesse quello che gli chiedevo.
All'improvviso si udì una scampanellata e io andai ad aprire nonostante avessi dentro un crescente senso di agitazione.
"Voi siete Gabriele e Francesca?" chiese l'uomo fermo sulla porta.
"S-sì" risposi con voce tremante. "C'è qualcosa che deve dirci?"
"Ragazzi, dovete essere forti!" disse l'uomo. "Vedete, l'aereo dei vostri genitori..." L'uomo si fermò e un brivido di terrore percorse il mio corpo e d'istinto tesi una mano e mi aggrappai disperatamente al braccio di Gabriele pregandolo con quel gesto di aiutarmi a stare in piedi.
"Cos'è successo? La prego, non ci tenga sulle spine!" lo esortò Gabriele.
"L'aereo... l'aereo si è schiantato!" ci disse quell'uuomo.
Se non fosse stato per Gabriele che mi stringeva la mano per sostenermi credo proprio che sarei svenuta!
"Che?" disse lui sorpreso. "Non sapete niente?"
"Sappiamo che sono entrambi vivi, ma non conosciamo le loro condizioni!"
"Quindi potrebbero anche essere in coma?" chiesi con un filo di voce.
"È possibile!" disse il nostro messaggero.
In quel momento lasciai la mano di Gabriele e dissi: "Mi scusi!" Scappai il più lontano possibile, non volevo che Gabriele mi vedesse piangere di nuovo. Non ne potevo più, una sofferenza dietro l'altra, non ne potevo davvero più. Continuavo a correre e l'unica cosa che sentivo era dolore, dolore e ancora dolore. Non ce la facevo più.
Di colpo sentii una voce familiare alle mie spalle: "Francesca fermati, è pericoloso!"
Le auto correvano come se i conducenti fossero impazziti! Cosa dovevo fare? Le mie gambe si muovevano in fretta e purtropo automaticamente, almeno finché non sentii due braccia cingermi il busto e qualcuno mi tirò verso di sé.
"Scusami se ti ho afferrata così ma mi sono preoccupato, stavano per investirti piccola! Ti prego, non scappare di nuovo, non voglio perdere anche te, Francesca!"
"Non lasciarmi sola, ti prego! Non lasciarmi!" dissi lasciandomi stringere.
"Non ti lascerò mai sola tesoro! Mai!"
Le sue labbra toccavano ripetutamente il mio viso mentre lui mi sussurrava all'orecchio quella meravigliosa frase.
"Ora dobbiamo essere forti Francy, non dobbiamo abbatterci, c'è ancora speranza! Stai tranquilla, tranquilla!"
Lui prese la mia mano e la strinse forte per farmi coraggio. Invertimmo la "marcia" e tornammo a casa.
Lui si rese conto che nel mio cuore c'era una tempesa di emozioni e purtropo nessuna di queste era positiva. Dentro di me c'era paura, tristezza, dolore, rabbia.
"Non ce la faccio! Non ce la faccio!"
"Tesoro non aver paura! Io sono con te e non sarai mai sola, te lo prometto!"
"Mi sento così in colpa! Perché tutto questo, perché?" dissi tremando.
"No Francy, non devi dire queste cose! Non sei stata tu a far cadere quel maledetto aereo piccola mia, capito? Tu non hai colpa! Non devi dire questo!"
Mentre diceva questo Gabriele mi accarezzava con molta dolcezza la testa per tranquillizzarmi. Era davvero dolce e capiva sempre il mio stato d'animo.
"Vieni con me, voglio portarti nel luogo del nostro primo incontro" disse.
"Vestiti così?" chiesi un po' sorpresa.
"Ah, giusto!" disse Gabriele ridendo.
Entrammo in casa e andammo a cambiarci.
Subito dopo lui prese la mia mano e ci dirigemmo verso la spiaggia. Arrivammo a destinazione e ci gettammo subito in acqua.
Lui prese le mie mani e ci distaccammo dalla riva, la sensazione che provavo era davvero indescrivibile.
"Non capisco! Dove mi porti?" chiesi.
"Ah ah ah piccola Francy, non te lo dico! È una sorpresa!" disse lui ridendo e lo disse in un modo che fece ridere anche me.
"Devi conoscere molto bene il percorso, eh?" dissi vedendo che si muoveva spedito nella direzione della sorpresa.
"Ehi stellina, adesso devo chiederti di chiudere gli occhi!" disse Gabriele.
"Mi hai chiamata "stellina?" Davvero?"
"Sì, perché tu sei la mia piccola stella e lo sarai anche per gli altri!"
"Sì, figurati! Se proprio in un futuro dovessi brillare al massimo sarei una candela semi-consumata e con una fiamma ballerina!" dissi ridendo.
Anche lui scoppiò a ridere e mi disse: "Perché hai così poca stima di te stessa Francesca, perché? Tu sei dolce, sensibile, timida, affettuosa, delicata e se dovessi stare qui a dirti altro non smetteremmo più di parlarne!"
Non so come facesse ma riusciva sempre a sorprendermi con quei complimenti e i nomignoli che mi dava di continuo. Era come se in qualche modo per lui fossi preziosa, una persona da proteggere.
Chiusi gli occhi e presi la sua mano. Quando arrivammo a destinazione lui mi lasciò la mano e disse: "Ora puoi guardare!"
Guardai e rimasi letteralmente stupita.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora