Francesca's Pov
I giorni successivi al mio compleanno furono molto intensi e dovetti sottopormi a molti esami per scoprire dove si trovasse l'altra massa della mia malattia. Un giorno, durante gli esami, le fitte al ventre divennero fortissime e iniziai a contorcermi dal dolore. Mi stavano per l'appunto facendo un'ecografia.
"Tesoro, che ti succede?" chiese un medico.
"Per favore, mi aiuti, mi sento male" dissi con un filo di voce.
"Dobbiamo sedarti per non farti sentire dolore" disse il medico, "te la senti?"
Annuii e il dottore mi aiutò ad aprire la bocca e mi fece inghiottire alcune gocce di un medicinale.
Gabriele's Pov
Io ero presente e vedevo la mia piccola contorcersi dal dolore. Era orribile essere lì, davanti a lei, e non poterla aiutare in nessun modo. Mi sentivo inutile. Durante l'ecografia d'istinto presi la sua mano e la strinsi. Doveva esserle risalita la febbre poiché la sua mano era bollente.
"Abbiamo finito" disse il dottore pulendo la zona coperta di gel con un po' di carta e rimettendole giù la maglietta.
"Posso portarla nella sua stanza?" chiesi.
"Sì" rispose il dottore e a quel punto io la presi in braccio e la riportai in camera sua. La misi a letto e la baciai con delicatezza. Le sue labbra erano in fiamme.
Percorsi tutto il suo volto con le labbra e mi sembrò che la febbre stesse aumentando velocemente.
"Povera la mia Francy! Chi avrebbe mai detto che gli angeli fossero destinati a soffrire tanto?" pensai.
Presi una sedia e l'adagiai con delicatezza accanto al letto per poi mettermici seduto. Volevo aspettare che si svegliasse. Chissà cosa sarebbe emerso da quell'ecografia?
Mentre mi ponevo quella domanda entrò il medico che le aveva fatto l'ecografia.
"Posso parlarti un attimo?" mi chiese.
"Sì, ma forse sarebbe meglio uscire, non voglio che lei ci senta se sono brutte notizie" risposi.
Uscimmo dalla stanza e il dottore mi portò nel suo studio e mi fece mettere seduto.
"Gabriele... abbiamo localizzato la zona in cui si trova la massa della malattia" disse il medico, "la zona è l'utero."
Un brivido mi percorse la schiena e sperai di cuore che non dovessero asportarle l'utero. La mia piccola diceva sempre che un giorno le sarebbe piaciuto avere un bambino anche se il modo che doveva utilizzare le faceva un po' anzi, moltissima impressione direi.
"Non dovete esportarlo, vero?" chiesi con un filo di speranza.
"No, non dobbiamo esportarle nulla perché la massa non è cresciuta in maniera eccessiva, ma dobbiamo agire in fretta. Il problema è che dopo l'operazione potrebbe rischiare di non riuscire ad avere dei figli, ma se non ci sbrighiamo la ragazza potrebbe rischiare la vita. Il male sta crescendo dentro di lei e la sta logorando."
Pensai a quello che era successo nel libro: "Ex Tenebris", che parlava di una ragazza che aveva un potere che poteva rischiare di ucciderla crescendole dentro. Nel caso della mia Francy non era esattamente un potere, ma la consumava allo stesso identico modo.
"Dottore, io voglio che lei stia bene e se questo può salvarla..." dissi fermandomi di colpo e portandomi le mani al petto. "Spero che anche lei voglia vivere. E poi c'è il fatto che non è detto che lei non possa più avere figli. È una possibilità, dottore, giusto?"
"Sì, è così! Le possibilità sono poche e per ora l'importante è salvarle la vita."
"Andiamo a parlare con Francesca, non possiamo fare una cosa simile così, di punto in bianco" dissi alzandomi e dirigendomi verso la porta dello studio.
Il dottore mi seguì ed entrammo nella stanza. Francesca era sempre là e aveva gli occh, chiusi. Vidi che le incrostazioni sulle sue palpebre si stavano distaccando, ci sarebbe voluto pochissimo prima che lei potesse finalmente aprire gli occhi senfarez troppi sforzi dopo più di un mese.
Infatti poco dopo vidi le palpebre della mia Francesca sollevarsi e le crosticine si staccarono.
"Piccola..." dissi con un filo di voce.
Lei si portò entrambe le mani sulla fronte e disse: "Mi bruciano gli occhi, Gabriele! Mi bruciano gli occhi!"
"Tesoro, vedi qualcosa?" chiesi, dato che per un mese le era capitato spesso di vedere sfocato o di non vedere per niente a causa delle incrostazioni che, non solo le rendevano difficile aprire gli occhi, ma le creavano seri problemi alla vista.
"Sì, ma è tutto un po' sfocato, è da un bel po' che non apro gli occhi come si deve" rispose lei. "Ahi! La luce! È molto forte."
Le schermai gli occhi con una mano per proteggerli dalla luce del lumino acceso accanto al letto. Poi decisi di spostarlo un po' per evitarle il fastidio.
"Tesoro, dobbiamo parlarti." dissi raccogliendo tutto il mio coraggio.
A quelle parole lei cercò di mettersi seduta, ma io la bloccai.
"No, no, ferma! Sei troppo debole" dissi, "resta distesa, non c'è bisogno che !u ti metta seduta."
Il dottore si avvicinò e le spiegò tutto. Nel sentire la parola: "Utero" Francesca mi strinse la mano.
Sembrava molto spaventata e i suoi occhi sembravano due bombe pronte ad esplodere con la differenza che a provare dolore sarebbe stata soltanto lei e chi l'amava avrebbe sofferto nel vederla piangere.
"Quell'uomo mi ha distrutto la vita!" disse. "Senza quell'organo non potrò avere figli!"
"No, aspetta! Nessuno ha detto che dobbiamo esportarti l'utero" disse il dottore. "Calmati, Francesca! Dobbiamo filtrare la massa perché non ha ancora intaccato l'utero, ma il rischio che tu non possa avere figli c'è, anche se minimo. Se non ci sbrighiamo, però, questa malattia potrebbe costarti la vita. Che cosa vuoi fare?"
"Voglio vivere!" rispose lei risoluta. "Se operarmi significa stare bene voglio vivere! Poi magari se non riuscissi ad avere figli con il mio corpo potrò aiutare un bambino che non ha avuto la fortuna che ho io ad avere qualcuno che lo ama."
Il coraggio della mia piccola era davvero ammirevole. Non è poco sottoporsi a due interventi in un mese e non è poco sopportare una malattia come la sua. Lei era una ragazza coraggiosa e al tempo stesso terribilmente dolce.
Dopo averle sentito dire quelle cose mi avvicinai a lei e le accarezzai una guancia. Speravo che per una volta il destino non le voltasse le spalle.
"Allora prepareremo tutto per intervenire oggi stesso" disse il dottore, "è molto pericoloso aspettare."
In quel momento pensai che su una cosa aveva ragione: Santiago le aveva distrutto la vita dandole uno schiaffo indiretto ancora prima che lei nascesse.
Al momento fatidico decisi di accompagnarla fino alla sala operatoria.
Francesca's Pov
Mi ci volle parecchio per buttare giù quel boccone amaro che riguardava la minima possibilità di non poter mai avere dei bambini ma pensai ai bambini meno fortunati, magari rischiavano di passare tutta la vita in ospedale senza aver fatto nulla per meritarlo.
"Gabriele..." dissi con un filo di voce.
"Dimmi Francesca" mi esortò lui.
"Ho tanta paura Gabriele" confessai.
Lui non disse: "Andrà tutto bene", ma fece di più, si avvicinò a me e mi baciò la fronte.
"Vai e sii forte, piccola" disse, "io sarò qui ad aspettarti, te lo prometto."
STAI LEGGENDO
Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...