Gabriele's Pov
Il dottore seguitava a non parlare e la mia agitazione era alle stelle.
"Dottore, la prego, non ci tenga sulle spine, ci dica come sta Francesca Cordova!" dissi utilizzando il tono più tranquillo che avevo.
"Gabriele... è meglio che tu venga con me, la spiegazione che dovrei darti si trasformerebbe in una scena orribile!"
A quelle parole scattai in piedi e seguii il dottore. Lui mi condusse verso la stanza in cui era ricoverata la mia piccolina: la numero 128, mi guardò dritto negli occhi e disse: "Gabriele, prima di farti entrare devo essere sicuro che tu sia pronto per vederla! Ti prego: promettimelo!"
"Le prometto che saprò reggere, che farò qualsiasi cosa, che le porterò anche la Corporazione Celeste al completo, ma la prego, mi permetta di vederla!"
Il dottore annuì e aprì la porta. Essa cigolò in un modo che mi fece rabbrividire... non era un buon segno. In ogni caso mi decisi: dovevo vederla!
Mossi qualche passo all'interno della stanza e mi diressi verso il lettino di Francesca. Lei era distesa lì, a faccia in giù, ma avevo visto che aveva una maschera per l'ossigeno. La osservai: aveva ferite ovunque, ma una in particolare attirò la mia attenzione. Era quella che avevo visto sul suo collo mentre la tenevo tra le braccia. Era nella zona in cui si trovavano le vene! Mi si fermò il cuore.
"Quella ferita non è l'unica che desta preoccupazione."
"Come sarebbe a dire che non è l'unica ferita("
"Lei ha ricevuto molte pietre sulla testa e in più è ferita ad una tempia e ad una palpebra. Ha perso moltissimo sangue e avrà bisogno di una trasfusione, ma il suo gruppo sanguigno non è molto comune e qui non ne abbiamo a sufficienza."
Io conoscevo il suo gruppo sanguigno, che poi era anche il mio, quindi mi scoprii le braccia e dissi: "Sarò io il suo donatore, ho lo stesso gruppo sanguigno!"
Il dottore mi portò in una sala e mi fece mettere seduto.
Misi le braccia sul tavolo che avevo davanti e lui, con un aghetto e un tubicino iniziò a prendere il mio sangue.
"Dottore... ma Francesca ha un braccio ingessato!"
"Sì, infatti ha un braccio rotto" disse lui.
"E le ferite? Quelle si rimargineranno?"
"Sì, ma ci vorrà molto tempo prima che guariscano del tutto! Comunque abbiamo finito" disse il dottore premendo un po' d'ovatta sulle mie braccia.
Volevo alzarmi, ma la mia testa girava vorticosamente.
"No, Gabriele! Tu sei sfinito, resta qui e riposati!"
Annuii e il dottore uscì dalla stanza. Poco dopo entrò Laura. Era in lacrime.
"Oh santo cielo Gabriele! Non posso credere a quello che è successo! La mia amica! Poco fa è venuto un chirurgo, la opereranno d'urgenza! Sta davvero male!"
Di colpo abbassò lo sguardo sulle mie braccia.
"Ma che cos'hai fatto(" chiese.
A quel punto, non potendone più di trattenere le lacrime, scoppiai in lacrime anch'io.
"Le ho dato il mio sangue, Laura! Le ho dato il mio sangue!" dissi.
Ci abbracciammo senza dire nulla e lei nascose la testa nell'incavo della mia spalla singhiozzando.
In quel momento mi sembrò di stringere tra le braccia la mia Francesca, quindi iniziai a baciarle la testa e scompigliarle i capelli.
"Lei non ci può lasciare, non può!" dissi stringendo forte a me quella povera ragazza.
"Adesso sarete uniti per sempre e in maniera definitiva!" disse lei, ma le sue parole erano "coperte" dal tessuto della mia maglietta.
Aveva ragione. Aveva tutte le ragioni per dire questo.
"Gabriele, devi prendere qualcosa per recuperare energie." disse.
Mi limitai ad annuire e lei mi fece sedere. I suoi occhi erano lucidi e le sue mani tremavano.
"Vado a prenderti qualcosa al bar" disse, "tu stai tranquillo."
Le sorrisi e lei uscì dalla stanza.
Dopo aver "reintegrato le energie" come mi aveva detto lei uscii dalla stanza e vidi che tutti erano in sala d'attesa ed erano... elettrizzati?
"Ragazzi, che è successo?" chiesi, sorpreso da quelle facce rilassate.
"L'intervento è andato bene" disse Riccardo, "le hanno fatto la trasfusione e il dottore ha detto che è stabile."
Decidemmo di entrare nella stanza visto che il permesso ci era stato accordato.
Io ero vicinissimo al letto e continuavo a guardarla. Aveva l'occhio destro bendato e un pezzo di stoffa dietro il collo, sufficiente a coprire la ferita. Tutto il suo corpo era pieno di bende, ma per me era bella anche così. Le stringevo la mano quando percepii un movimento. La guardai e vidi che stava aprendo gli occhi. Tutti si voltarono a guardarla e lei aprì lentamente gli occhi, ma in quel momento accadde una cosa che mi fece provare altro dolore. Il suo sguardo passava da un volto all'altro, ovviamente da un solo occhio, ma quello che mi spaventò fu capire che era uno sguardo smarrito.
"V-voi... mi conoscete?" chiese continuando a guardare la stanza.
Mi si gelò il sangue. Come poteva fare una domanda simile?
"Francesca" dissi con un filo di voce, "non ricordi nulla?"
Lei mi guardò smarrita e il tremito del suo corpo mi fece capire che lei non ricordava né chi era né da dove veniva.
"È così che mi chiamo?" chiese.
"Sì, ti chiami Francesca" risposi.
"E tu chi sei?"
La sentii tremare ancora, sembrava spaventata.
"Tranquilla, io non sono qui per farti del male" dissi, "mi chiamo Gabriele e diciamo che sono il tuo... fratello del cuore!"
Lei mi sorrise.
"E loro? Chi sono?" chiese.
I ragazzi si presentarono uno alla volta, lasciandole il tempo necessario per assimilare i nomi e collegarli ai volti o alle voci. Diana si alzò e andò a chiamare il dottore.
Diana's Pov
Non sapevo cosa mi trattenesse dal piangere, ma sapevo che non sarebbe durato.
Chiamai il dottore e tornai nella stanza.
"Sei... Diana, vero?" mi chiese prendendo la mia mano.
"Sì tesoro mio, sono Diana" le risposi con un sorriso forzato.
Il dottore ci raggiunse e si avvicinò a Francesca.
"Come stai cara?" le chiese.
"Mi fa tanto male la testa... non ricordo niente!"
Il dottore la visitò accuratamente, poi ci fece uscire dalla stanza e disse: "Purtroppo per ora la ragazza ha perso la memoria. Riguardo alla benda potrà toglierla tra un paio di giorni, ma ci vorrà un po' prima che riesca a recuperare la memoria. Il processo è lento e difficile, quindi non bisognerà darle informazioni che vadano oltre lo stretto necessario."
Sentii che questo era davvero troppo da sopportare e avrei voluto piangere, ma di colpo sentii dei rumori... come dei singhiozzi.
Aprii la porta della stanza e vidi mia cugina con il viso sul cuscino... tremava, sussultava e piangeva.
"Cuginetta! Ehi! Perché stai piangendo?"
"Perché mi sento inutile, Diana! Sono come un fantoccio, non ho più ricordi!"
Le feci alzare la testa dal cuscino e le asciugai il viso fradicio di lacrime.
"È solo questione di tempo, fidati!"
L'abbracciai fortissimo e lei un po' alla volta si calmò.
Tommaso's Pov
Quando il dottore ci disse che Francesca aveva perso la memoria per un attimo provai un po' di gioia. Potevo dirle che stavamo insieme, potevo stringerla a me senza che mi respingesse, baciarla, o anche semplicemente guardarla senza che lei provasse repulsione nei miei confronti.
Quando vidi Diana entrare nella stanza di Francesca, però, fui tentato di seguirla e vidi la ragazza che si era impadronita di me piangere per i suoi ricordi perduti. Forse dovevo ascoltare i consigli del medico e cercare di non dirle più di quanto bastava, ma non ragionavo più. Lei non ricordava il male che le avevo fatto, non ricordava nulla del passato ed era giunto il tempo di chiudere tutti i contatti con quel periodo. Lei doveva essere mia.
"Che ci fai tu qui?" chiese sua cugina voltandosi di scatto.
"Beh, io... io volevo parlare con Francesca" risposi.
"Tu non hai niente da dire a mia cugina, hai sentito?" disse lei in tono sprezzante. "E adesso vattene e lasciala tranquilla!"
Diana non si fidava affatto di me. Non so se ricordasse le vecchie ferite o semplicemente qualcosa le dicesse che non doveva abbassare la guardia. Sta di fatto che Francesca, per quanto smemorata, non era affatto stupida e avrei dovuto inventare una scusa convincente per evitare che potesse insospettirsi... ma quale?
Dopo un po' mi venne il cosiddetto "lampo di genio" e tirai un sospiro di sollievo.
"Cos'hai intenzione di fare?" La voce di mia sorella mi fece sobbalzare.
"Arianna, non t'intromettere!"
"Io m'intrometto eccome!" disse trascinandomi per un braccio.
Quando fu sicura che non ci fosse nessun potenziale ascoltatore mi disse: "Senti, Francesca ha perso la memoria e il dottore ha detto che non bisogna darle troppe informazioni, quindi cerca di non combinarne una delle tue, è chiaro?"
I suoi occhi erano puntati su di me e lei aveva uno sguardo gelido, uno sguardo che non le avevo mai visto prima. Mi alzai senza ascoltarla e mi liberai dalla sua stretta.
Ero disposto a fare qualunque cosa per avere quella ragazza, non m'importava di agire in in modo scorretto. Io ero innamorato perso di lei, ma lei mi respingeva perché prima le avevo quasi imposto di starmi accanto, ma ora che non ricordava altro che il suo nome e quello di ognuno di noi mi ero deciso a fare in modo che non mi restasse indifferente... non più.
Andai nella stanza di Francesca e la vidi avvolta in una coperta.
Francesca's Pov
Mi ero calmata e Diana mi aveva lasciata un po' da sola per consentirmi di stare tranquilla.
Ero accoccolata nel mio letto a causa del freddo che almeno io sentivo sulla mia pelle.
Al'improvviso udii la porta cigolare e qualcuno entrò nella mia stanza con passo abbastanza leggro. Mi voltai e vidi il ragazzo biondo, credo si chiamasse Tommaso. Diana si era arrabbiata molto con lui, quindi non avevo molta fiducia in lui.
Iniziai ad agitarmi, ma lui mi strinse la mano: "Non aver paura, non ho intenzione di farti del male!"
"Che... che cosa vuoi?" gli chiesi agitata.
"Vorrei solo parlare con te."
"Parlare con me? E di cosa?"
Lui si alzò e chiuse la porta.
"Tranquilla, ti giuro che non ti ruberò molto tempo" disse sedendosi sul letto. Mi tirai a sedere anch'io e gli feci segno di continuare.
"Vedi... io e te stiamo insieme da molto tempo. Quando ho saputo del tuo incidente mi sono precipitato qui. Ci eravamo lasciati perché tu credevi che ti stessi tradendo, per questo Diana mi ha trattato in quel modo, ma io ti giuro che la sola idea di scegliere un'altra al tuo posto mi fa accapponare la pelle, credimi!"
Mi portai con fatica il braccio ingessato al petto e guardai Tommaso. Mi sembrava assurdo che potesse accadere tutto questo. La testa mi scoppiava, quindi mi portai la mano senza ingessatura sulla fronte.
"Perché mi stai dicendo tutto questo?" chiesi, stavolta con un tono più sicuro.
"Perché volevo chiederti... di tornare insieme" rispose lui.
Da una parte mi sembrava giusto dargli il beneficio del dubbio, ma dall'altra non mi sentivo pronta ad una relazione, non ridotta in quello stato e l'istinto mi diceva di non fidarmi in modo incondizionato di lui.
"Tommaso... ora non me la sento di avere questo tipo di relazioni" risposi. "Scusami, ma io non me la sento di..."
Lui mi colse completamente di sorpresa avvicinandosi a me e baciandomi.
Non sapevo come comportarmi in quella situazione, mi sentivo strana.
La cosa che mi colpì più di tutte, però, fu lo sguardo di un ragazzo: il mio fratello del cuore: Gabriele!
Gabriele's Pov
Avevo visto e sentito tutto. Quel maledetto le stava mettendo in testa cose a dir poco assurde. La cosa peggiore, però, fu vedere che Tommaso l'aveva baciata all'improvviso. L'espressione del suo volto diceva chiaramente che lei non era stata colpita in positivo da quel bacio. Non riuscivo a smettere di guardarla, ma allo stesso modo il solo fatto di guardarla mi provocava dolore e avevo una gran voglia di spaccare tutto.
Dopo aver detto a Tommaso come stavano le cose si accorse che la oservavo e vidi un cambiamento nel suo volto. Non seppi decifrare quell'espressione, ma forse era una cosa buona per me...
"Gabriele... io vorrei farti una domanda." mi disse.
Tommaso uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle. Io mi sedetti accanto a lei sul letto e chiesi: "Cosa vuoi sapere?"
"Tu... tu credi che io... sia una persona cattiva("
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...