Capitolo 118: Carcere ed ospedale

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Luigi's Pov
Ero per strada, assorto nei miei pensieri, quando vidi tre loschi individui venirmi addosso e in uno di loro riconobbi quel disgraziato di Tommaso.
"Ah, ma tu guarda! Cercavo proprio te!" mi disse Tommaso.
"E sentiamo, che cosa ti porta a cercarmi?" gli chiesi.
"Per questo!" disse per poi tirarmi un pugno in pieno viso.
Gli risposi prontamente, ma gli altri due mi vennero addosso e mi massacrarono letteralmente di botte.
"Sai perché sto facendo questo? Perché voglio che quella stupida di Francesca vada in prigione!"
Non so da dove presi la forza, ma gli tirai un calcio in un punto a caso e lui cadde a terra, accanto a me, ma si rialzò subito dopo e mi disse: "Quella povera stupida me la pagherà!"
Quei tre maledetti si allontanarono da me ed io, con voce fioca, dissi: "Aiutatemi! Vi prego, aiutatemi!"
E chi doveva sentirmi? La mia povera amica Francesca! Ma perché, perché?
Provai a dirle che era in pericolo, ma continuavo a tossire e a sputare sangue.
"Tu stai molto male! Fatti curare le ferite, avanti!"
Cercò di aiutarmi, ma per un attimo vidi tutto bianco e subito dopo... il nulla.
Francesca's Pov
"Luigi! Luigi! Luigi, ti prego, svegliati! Per favore, Luigi!"
Lui continuava a perdere sangue come una fontana d'acqua rossa.
"QUALCUNO MI AIUTI, PER FAVORE, AIUTO! C'È UN RAGAZZO CHE STA MALE! VI PREGO, AIUTO!"
Sentii qualcuno afferrarmi per le spalle.
"Signorina, lei è in arresto!"
Ricordai le parole di Luigi e mi si ghiacciò il sangue.
"Cosa? Perché? Che cosa ho fatto?" chiesi, completamente disorientata.
"Per aggressione" mi rispose un altro poliziotto.
Vidi che Luigi veniva caricato su un'ambulanza e questa fu l'unica cosa che mi diede un po' di sollievo.
"Io... io giuro che non ho fatto niente!" dissi con voce tremante.
"Beh, questo lo dirai al commissariato!" mi disse il terzo poliziotto.
Mi furono messe le manette e la squadra di polizia mi portò in carcere.
Una volta arrivati fui rinchiusa in una cella. Insieme a me c'erano altre due ragazze.
"Ah, suppogno tu sia la novellina!" mi disse una di loro. "Piacere, Rossella!"
"Il piacere è mio. Mi chiamo Francesca" dissi un po' timidamente.
"Io invece mi chiamo Emma" disse timidamente l'altra.
Finite le presentazioni la porta di quella cella si aprì e fece il suo ingresso un uomo in uniforme, non saprei dire se fosse un commissario, un ispettore o chi diavolo fosse, ma l'espressione truce del suo volto mi dava già sui nervi.
"Hai il diritto ad una telefonata" mi disse, "non più di quattro minuti! Ah, e devi darmi i tuoi dati! Tra poco verrai interrogata!"
"Francesca Cordova, nata e residente a Napoli, 16 anni" risposi in fretta e furia.
Non so come fui in grado di mantenere la calma davanti a quel tono di sufficienza che quell'uomo utilizzava per rivolgermi la parola, sta di fatto che ce la feci.
Mi fu dato il telefono e Rossella mi spiegò che si sarebbe suito capito che chiamavo dal carcere.
Non so da cosa fui spinta a farlo, ma composi il numero di Gabriele.
Gabriele's Pov
Non riuscivo in alcun modo a rintracciare Francesca. Il suo cellulare non era raggiungibile e non avevo la più pallida idea di dove si trovasse, ma la suoneria del mio cellulare si rivelò la risposta a tutte le mie domande.
Guardando il display vidi che chiunque fosse mi chiamava dal carcere e un brivido mi percorse la schiena. Chi poteva cercarmi da lì?
"Pronto?"
"Scusi, lei è il signor Gabriele Bonaventura?"
"Sì, sono io!"
"La signorina Francesca Cordova desidera parlare con lei."
FRANCESCA CORDOVA! No, non poteva essere lei, non potevano averla arrestata, no! Lei non avrebbe fatto del male a una mosca! Come diavolo era possibile che fosse finita in prigione? Per quale assurdo crimine avrebbero dovuto portarcela?
"Me la passi" dissi con un filo di voce.
Attesi qualche istante prima di sentire la sua voce.
"Pronto?" Era palese che lei fosse sul punto di piangere dal modo in cui la sua voce tremava.
"Amore mio!" le dissi.
"Gabriele, io ti giuro che non ho fatto niente!" disse scoppiando in lacrime. "Io... io non volevo, non volevo che finisse così! Qualcuno ha aggredito Luigi, io volevo semplicemente curargli le ferite e mi sono sporcata con il suo sangue! Ti giuro che io... io non gli farei mai del male! Mai!"
"Dimmi: vuoi che venga lì da te?" chiesi.
"Se puoi sì, ma prima... prima vai da Luigi, in ospedale, informati sul suo stato, ti prego!"
"Ma io non so dove si trova."
"Credo... credo l'abbiano portato in un ospedale poco lontano dalla casa di Tommaso, ma non ne sono sicura, perché l'ultima volta che l'ho visto è stata mentre lo caricavano su di un'ambulanza!"
"Okay, cerca di stare calma, ti prometto che lo cercherò." Feci appena in tempo a finire la frase poiché il poliziotto di prima c'informò che il tempo della comunicazione si era concluso.
L'ultima cosa che udii prima che la comunicazione venisse interrotta fu la voce della mia piccola strozzata a causa del pianto e quel maledetto suono mi spezzò il cuore.
Io sapevo benissimo chi aveva aggredito Luigi e davo per scontato che se l'avessi incrociato per uno sfortunato caso l'avrei preso a pugni.
Cercai di mantenere la calma perché prima di tutto dovevo occuparmi delle vite che erano state compromesse: quella del mio amico Luigi e quella della donna della mia vita: la mia povera Francesca.
Correvo come un forsennato alla ricerca di quel maledetto ospedale quando incrociai i ragazzi della compagnia di cabarettisti.
"Gabriele! Gabriele, si può sapere dove diavolo stai andando?" chiese Juan fermandomi per un braccio.
Lo guardai negli occhi, presi un respiro profondo e gli risposi: "A cercare l'ospedale in cui è ricoverato Luigi."
Vidi Caterina sbiancare alle mie parole.
"Co-come? Perché un ospedale?" chiese balbettando.
"Cate... Luigi ha... ha avuto un incidente..."
"No! No, non può essere, no!"
Detto questo Caterina perse conoscenza.
Scattai in avanti e l'afferrai al volo prendendola in braccio come facevo con la mia Francesca quando stava male.
"Perdonami" le dissi sottovoce.
"Gabriele, come l'hai saputo?" chiese Juan.
"Me l'ha detto la mia... cioè, Francesca" risposi.
"E lei dov'è?" chiese Denise.
"L'hanno... l'hanno arrestata!"
"Come sarebbe l'hanno arrestata? È un disastro, perché?"
"Da quel che ho potuto capire è andata via per una cosa che è successa ed è stata lei a trovarlo. Ma... il problema è che per curarlo si è sporcata di sangue e dei poliziotti l'hanno vista e credo l'abbiano scambiata per... per la persona che l'ha aggredito!"
Arrivammo in ospedale, quello che Francesca mi aveva indicato.
"Scusi dottore, per caso è stato ricoverato un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri, alto, magro e con lesioni provocate da un'aggressione?"
"Sì, ma non so se sia il caso di vederlo."
"Per favore, mi dica dove si trova. È molto importante" lo supplicai.
"Va bene. Infermiera, una flebo per rianimare la ragazza. Lei mi segua pure." mi disse facendomi un cenno con la mano.
Andammo nella camera 200, quella in cui era ricoverato il ragazzo, e quando lo vidi feci fatica a riconoscerlo.
Spazio Autrice
Cosa ne pensate di questo capitolo? Come starà Luigi? Perché Caterina ha avuto una reazione tanto forte? Che fine faranno Luigi e Francesca?
Beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Ah, comunque ho inserito questo video perché Franco, come Luigi, ne ha passate di tutti i colori e perché la vecchia strega ha inserito il termine: "Frusta", e per Francesca l'essere sbattuta in galera è un po' come un colpo di frusta, morale, però.
Beh... grazie per la pazienza!
Alla prossima!

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora