Francesca's Pov
Il giorno dopo a scuola le cose andarono abbastanza bene, ma la prof di música mi sorprese con un compito: "Portate una canzone che sia dedicata ad una persona a cui tenete moltissimo."
"Vediamo di chi parlerà Francesca! Gabriele, Tommaso, magari Nicolas..." disse Giada.
Vidi Valeria abbassare la testa e stringere i denti per non piangere.
"Perché non pensi al tuo di compito invece di preoccuparti del mío?" chiesi.
"Ma quanto siamo nervose oggi, eh?"
"Giada ti prego non farmi arrivare a dire cose di cui potrei pentirmi!" dissi con voce abbastanza calma.
"Ah, dimenticavo! Valeria si è innamorata di Nico!" disse Giada.
"Non continuare Giada!" dissi prendendo la mano di Valeria che stava iniziando ad innervosirsi.
"Accidenti Giada, ma non hai altro da fare che spettegolare su tutto e tutti?"
Quello che le aveva detto quella frase era Nicolas, un ragazzo che a livello di carattere somigliava moltissimo a Gabriele. Era molto dolce, sempre pronto a difendere chi aveva bisogno e non sopportava minimamente i pettegolezzi. Giada perse la parola dopo quel rimprovero e Valeria si calmò un po' alla volta.
Come avevo detto? Il giorno era andato bene? Beh, fino a quel momento almeno!
Quando arrivò la fine di quella giornata io e Valeria uscimmo insieme e lei mi chiese: "Puoi venire con me? Ho bisogno di confidarmi con qualcuno."
"Ma ci mancherebbe, ovvio che posso!" risposi e avvisai Gabriele che sarei tornata un po' più tardi e di dirlo ai nostri genitori perché non si preoccupassero. Dopo l'incidente i medici avevano raccomandato molto riposo a entrambi perché si ristabilissero del tutto.
Arrivammo a casa di Valeria ed entrammo in camera sua.
"Puoi sederti qui sul letto?" mi chiese.
"Sì, come pereferisci" risposi.
Ci mettemmo sedute sul letto e lei mi disse: "Beh, ecco, io... Io sono diventata nervosa perché Giada ha detto la verità" disse Valeria. "Io sono davvero innamorata di Nico."
"Allora perché non provi ad avvicinarti a lui, Valeria?" le consigliai.
"Figurati, non mi noterebbe per niente! Ma mi hai vista? Seguiamo la logica e ammettiamolo: io non potrei mai piacere ad uno come lui!"
"Valeria, ma tu lo sai che l'amore non sa nemmeno che cos'è la logica?" chiesi.
"Ma figurati!" disse lei.
"Ascoltami: io ti consiglio di fare un tentativo per due motivi! Il primo è che non sei inferiore a nessuno, il secondo è che amore e logica si detestano! Guarda me che sono innamorata del mio fratello del cuore, è inutile negarlo, ma ho rinunciato a dimenticarlo perché mi fa stare bene e perché sarebbe una battaglia persa. Tu prova ad avvicinarti a Nicolas, non devi per forza dirgli quello che senti!"
"Tu credi?" mi chiese un po' agitata.
"Non solo ci credo, ne sono convinta!"
"Grazie Francy!" disse Valeria correndo ad abbracciarmi. Ma che dolce!
"Ora però devo correre, non voglio che i miei stiano ad aspettarmi troppo" dissi. "Dammi retta Vale, non arrenderti!"
"D'accordo Francy! A domani!" mi salutò Valeria.
Mentre camminavo, essendo assorta nei miei pensieri, non mi accorsi di un uomo contro il quale urtai.
"Accidenti, che figura! Mi scu..." dissi, ma un attimo dopo alzai la testa e capii di chi si trattava. "Zio Secondo, che bella sorpresa!"
"Ehi Francesca! Come va?" chiese lui.
"Tutto bene, a te?" gli chiesi.
"Anche a me! So che ti sei trasferita con la mamma! Dov'è casa tua?" chiese.
"Vieni, ci stavo giusto andando, te la faccio vedere!" dissi facendogli strada.
Ebbene sì, i miei nonni avevano un debole per la lettera S poiché avevano quattro figli e tutti avevano un nome che iniziava per quella lettera.
Arrivammo a casa e mamma e zio Secondo si strinsero in un abbraccio fraterno.
Lui c'era sempre stato per noi quando mio padre ci aveva lasciate da sole ed io gli ero molto riconoscente.
Mia madre gli fece conoscere Giorgio e Gabriele e poiché lui era una specie di manager per cabarettisti emergenti io provai a parlargli del gruppo che Gabriele e i ragazzi avevano messo su.
"Avete un nome?" chiese zio Secondo.
"Non l'abbiamo ancora trovato, ma forse qualcosa ci verrà in mente" rispose Gabriele. "Comunque grazie a lei per l'aiuto e a te Francy per aver pensato a noi!"
Cercai di nascondere il rossore del mio viso. Ma che cavolo, ogni volta che mi chiamava con qualche soprannome, cioè spesso, mi trasformavo in un peperone!
Intanto iniziai a pensare a quella benedetta canzone. Quale potevo portare e soprattutto... per dedicarla a chi?
Alla fine decisi di dedicarla davvero a Gabriele, ma non volevo dirgli niente.
Dopo pranzo salii in camera mia per studiare. Quel compito era per il giorno dopo e io non sapevo davvero cosa fare.
All'improvviso sentii bussare alla porta e quando aprii mi ritrovai davanti Gabriele.
"Ehi principessa! Cosa stai facendo?"
"Ah... no, è che... io cercavo una canzone per un compito! Vedi, la prof di musica ci ha dato questo compito e io sono nei guai perché non so che fare!"
"Hai già deciso a chi dedicarla?" chiese.
"Sì, l'ho deciso, ma ce ne sono così tante che non so proprio quale scegliere!"
"Prova a cercarla tra quelle che hai sul cellulare! L'ispirazione spesso arriva dalle cose più semplici" mi disse lui.
Perfetto, oltre ad essere un angelo era anche molto saggio! Il principe azzurro per eccellenza, era l'unico modo per definirlo.
All'improvviso, scorrendo tra i titoli trovai: "Flor e Fede Tu".
"E questa?" mi chiese Gabriele.
"È di una telenovela che mi piace molto e forse... forse l'ho trovata!" dissi.
"Ti va di cantarla insieme?" mi chiese.
"D'accordo, perché no?"
Detto questo attivammo il testo e la cantammo insieme.
Gabriele: "Tu, mi gran sueño,
la mariposa,
tu, la princesa,
la mas hermosa..."
Francesca: "Tu cavallero,
de mis deseos,
príncipe azul, mi amor eterno.
Llévame lejos,
como en el cuento,
llévame lejos,
hasta tu reino,
no pierdas tiempo,
no te das cuenta,
no quiero ser mas Cenicienta."
Gabriele: "Tu, la mas bella,
la mas ingenua,
tu me lo queses,
eres mi dueña."
Francesca: "Tu, el esperado,
el mas soñado,
entre tus ojos veo tan claro.
Te necesito,
no llegues tarde.
Esperé tanto...
quiero besarte,
no pierdas tiempo,
no te das cuenta,
no quiero ser mas Cenicienta."
L'avevo trovata! L'avevo trovata davvero!
"Grazie" dissi abbr_acciandolo forte. "Grazie per avermi aiutata, davvero! Da sola non ne sarei mai venuta fuori!"
Il mío cuore batteva forte perché avevo cantato davanti a luí e "con" luí, cosa che mi faceva sentire al settimo cielo.
Riguardo la canzone era perfetta perché io pensavo davvero che lui fosse tutto questo e perché a volte mi sentivo un pk' Cenerentola che aveva dei sogni un po' difficili da realizzare, come me.
"Ora che l'abbiamo trovata se ti va puoi dirmi a chi l'hai dedicata!" disse Gabriele.
A quelle parole mi trasformai in un pomodoro con braccia e gambe. Accidenti, ma perché dovevo sempre arrossire così?
"È... è per..." balbettai.
"Se non vuoi dirmelo non preoccuparti."
"No, è... è che... io pensavo a noi due mentre... mentoe la stavamo..." balbettai.
"Che cosa carina hai detto!" disse lui.
Poi mi guardò e aggiunse: "Come te!"
"Adesso sei tu che dici cose carine!"
Quella giornata trascorse in allegria e la sera andai a letto con quella canzone e le nostre voci che mi risuonavano piacevolmente nella testa.
Il giorno dopo mi svegliai molto presto e andai a scuola elettrizzata da quello che dovevo fare. Sperai di non agitarmi.
Quando la prof disse: "Francesca Cordova, tocca a te!", mi lzai esitante e con le gambe che mi tremavano.
"Ehi tranquilla, va tutto bene!" disse la prof.
"Sì, ha ragione, mi scusi" le dissi.
"Di' un po', cos'hai portato?"
"Beh... la canzone si chiama: "Tu" e fa parte di una serie televisiva. L'ho scelta perché io mi sento un po' Cenerentola e ho trovato il mio cavaliere, il mio principe azzurro, insomma la persona alla quale è dedicata e..."
Giada mi guardò con un'espressione da uccello del malaugurio dipinta sul volto, ma restai concentrata, feci un respiro profondo e la cantai davanti a tutta la classe.
Subito dopo la prof disse: "Molto bene cara, puoi sederti! Se hai scelto questa canzone, considerando il significato delle parole e quello che hai detto devi provare un sentimento molto forte per la persona in questione!"
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...