Francesca's Pov
Sentii le lacrime rigare con prepotenza il mio volto e i miei occhi bruciare come se qualcuno vi avesse gettato dentro qualcosa.
"Tommaso... per favore... n-non te ne andare!" dissi stringendo la sua mano.
"È... è finita" sussurrò lui. "Non piangere!"
Sentii una mano afferrarmi l'altro polso e sentii Gabriele dirmi: "Resisti... lui ce la farà, non preoccuparti!"
"Gabriele... ti prego... non la illudere... lei non lo merita!"
"Tommaso... ora che abbiamo chiarito davvero non puoi farmi questo, non puoi lasciarmi sola. Ti scongiuro!"
"Ora... che voi mi avete perdonato... non ho più nulla da fare qui..."
"NOOOOOO!" gli gridai agitando furiosamente le braccia. "NON PUOI FARLO! NON FARLO!"
Cominciai a gridare e piangere come se qualcuno mi stesse torturando e nonostante il male che Tommaso mi aveva fatto non potevo permettere che lui se ne andasse in quel modo.
"Io chiamo il dottore... tu resta qui!" mi disse Gabriele.
Per l'ennesima volta da quando l'avevo incontrato lui mi sorprese. Mi sorprese il suo essere buono... mi sorprese il fatto che lui si fosse precipitato a chiamare aiuto per quel ragazzo che una volta era suo amico e da un giorno all'altro si era trasformato.
"Tommaso... per favore... n-non mi lasciare..."
Sembravo innamorata, ma ero disperata. Per quanto lui mi avesse fatto del male non ero disposta a lasciarlo andare in quel modo.
"Non dire nulla piccola! Non è necessario... è fiato sprecato! Vieni piccola. Avvicinati..."
"S-sì..." dissi in un sussurro.
"Ti voglio bene piccola!" disse tirandomi delicatamente a sé e lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Tu sei un vero e proprio angelo... da qui posso saperlo!"
"Ti prego, smettila!" dissi tra le lacrime.
Sentii qualcuno entrare e voltandomi verso la porta vidi Gabriele e un medico. Cercai di staccarmi, ma Tommaso teneva stretti i miei polsi.
"Tommaso, fatti aiutare!" dissi con un filo di voce. "Lasciami i polsi. Dai!"
"N-non serve... a... a niente!"
Il dottore dovette staccarmelo di dosso con la forza poiché non si decideva a lasciarmi le braccia.
Lo vidi assumere un'espressione preoccupata e notai anche delle goccioline di sudore che imperlavano la fronte di Tommaso.
"Purtroppo il suo cuore è danneggiato." mi disse il medico prendendomi una mano. "E anche il suo cervello è danneggiato."
"Che... che sta dicendo?"
"Che lui era già malato. Non è stato il suo incidente a metterlo in pericolo, ma una malattia che ha colpito il cuore."
"Dio mio, no! No, per favore! Per favore..."
Stavo rischiando di crollare e sentii le braccia di qualcuno afferrarmi al volo e stringermi forte ad un petto non troppo scolpito e dal quale sentivo un cuore che batteva forte.
Sentii il ragazzo sdraiato nel letto accanto a noi ansimare e i macchinari impazzire e iniziare a rallentare i loro dannati beep.
"Aspetta... Tu stai qui!" mi disse Gabriele.
Sentii le mani del mio angelo guidarmi, farmi sedere, e il suo corpo avvicinarsi al leäto di Tommaso. Sentii i beep diventare sempre più lenti, come ero sicura che stessero facendo i suoi battiti.
"Prima di andare via... ho davvero bisogno di dirti... che io... Ti amo!"
Lui mi guardava e le mie labbra tremavano sotto quello sguardo, al suono di quelle parole... no, non volevo!
"Smettila di fare sforzi, vuoi ucciderti?"
Riuscivo a stento a parlare mentre lo sentivo ansimare e cercare di dirmi tutte quelle cose.
"Addio piccola" disse sottovoce Tommaso, guardandomi.
Gabriele's Pov
"Addio piccola" disse Tommaso.
In quel momento rividi il mio vecchio amico: il ragazzo preso di mira dai bulletti, quello che un giorno io avevo difeso.
Due ragazzi lo avevano picchiato ed io li avevo allontanati. Mi davano ascolto, anche se non ne conoscevo il motivo, ma in quel caso avevo sfruttato questa cosa perché non avevo mai sopportato la violenza.
Vidi la ragazza alle mie spalle guardarmi implorante, come se io potessi fare qualcosa.
Sentii l'ultimo beep e vidi la mia ragazza cadere a terra, di lato.
L'afferrai al volo stringendola a me con un braccio prima che il dottore la portasse via.
"NO, DANNAZIONE!" dissi gettandomi contro di lui e iniziando a massaggiargli energicamente il petto. "QUESTA VOLTA NO!"
Lui non reagiva in nessun modo, quindi, quasi con disperazione, anzi, senza il quasi, continuai a fare di tutto per svegliarlo.
"Tu... tu e-eri mio amico una volta, ricordi?"
Continuai a scuoterlo, a toccare quel corpo gelido, ad agitare le sue braccia, e strinsi forte le sue mani finché non le sentii riscaldarsi. Un piccolo colpo di tosse fu emesso dalle labbra di quello che era tornato ad essere mio amico.
"Gabriele..." mi sussurrò lui.
"Sì... esatto!"
"E lei dov'è?"
"Lei è svenuta" risposi, "me l'hanno portata via!"
"È svenuta per questo?" chiese.
Indicò il suo petto ed io gli risposi: "Sì... per una donna in dolce attesa tutto questo non è mica poco..."
"Gabriele! Vai da lei!" disse.
"Che cosa?"
"Vai da lei, ha bisogno di te."
"Non c'è dubbio ormai: questo è un miracolo..."
Gli diedi una leggera pacca su una spalla e mi voltai verso la porta.
"Amici?" chiese prima che me ne andassi.
"Amici" risposi con un sorriso.
Vidi il dottore che poco prima mi aveva portato via Francesca.
"Vuole vedere quella ragazza?"
Annuii e lui mi disse: "Camera 114, qui vicino. Venga!"
Mi accompagnò e quando io vidi la mia ragazza guardarsi intorno con aria smarrita mi avvicinai a lei.
"Piccolina, non ti preoccupare" le dissi. "Lui si è ripreso."
Il suo viso fu illuminato da un lieve sorriso.
"E tu... c-come stai?" chiese.
"Io sto bene." dissi stringendo la mia piccola in un abbraccio.
Sentivo il suo cuore battere a mille e le accarezzai piano la schiena.
"Sono stata una stupida. Ti ho abbandonato" mi disse sottovoce la ragazza che tenevo stretta a me come il più prezioso tesoro.
"Ehi! Tu hai resistito finché hai potuto, non sei riuscita a fare più di quello che hai fatto!"
Le lasciai un leggero bacio tra i capelli e feci un profondo respiro cercando di tranquillizzarmi dato che quello che era accaduto quel giorno aveva scosso parecchio anche me. Anche lei era davvero nervosa.
"Calma." dissi, ma senza smettere di stringerla. "Va tutto bene."
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...