Quassù il cielo è mio,
mi vedo l'anima,
io volo...
Guardami, sentimi, sono qui, toccami!
Sento il freddo dell'asfalto,
savmi, salvami!
Parlami, ascoltami, sono qui, aspettami!
Pioggia e neve sulle ali, salvami, salvami!
Lassù ci sono anch'io,
mi vedi l'anima,
io volo...
Guardami, sentimi, sono qui, toccami!
Sento il freddo dell'asfalto, salvami, salvami!
Parlami, ascoltami, sono qui, aspettami!
Pioggia e neve sulle ali, salvami, salvami!
Guardami, sentimi, sono qui, toccami!
Sento il freddo dell'asfalto,
salvami, salvami!
Parlami, ascoltami, sono qui, aspettami!
Pioggia e neve sulle ali, salvami, salvami!
SALVAMI!
Juan's Pov
Non sapevo che fare, ero combattuto, perché da una parte c'era lei, quella ragazza che soffriva per il mio migliore amico e cnosceva una mezza verità che doveva essere completata, dall'altra parte c'era lui che mi aveva pregato di non dire nulla nemmeno alla mia ombra e in un momento di delirio aveva rivelato parte del suo segreto.
"Juan, ci sei?"
La voce di Francesca mi risvegliò di miei pensieri.
"Sì, sono qui!"
"Allora sai chi è questa persona?" chiese Francesca.
"No, sinceramente non lo so" dissi cercando di essere credibile visto che lei mi conosceva bene.
Forse la fortuna era dalla mia parte.
"Grazie lo stesso" mi disse.
Delle lacrime rigarono il suo viso e d'istinto tesi il braccio e le asciugai.
"Non fare così, ti prego!" dissi. "Lui non vuole farti soffrire, credimi!"
"Non ne dubito" disse lei, "è stato proprio lui a dirmelo!"
L'abbracciai e cercai di consolarla anche se era una cosa difficile.
"Non ce la faccio a vederlo così!" disse. "Guarda, si agita e mi guarda come se mi stesse supplicando di fare qualcosa!"
La strinsi a me e guardai Gabriele. Francesca aveva ragione: lui la guardava in modo supplichevole e non sapevo cosa volesse dire.
"Senti, vuoi che vada a chiamare il medico?" chiesi.
"Forse è meglio" disse la povera Francesca.
Francesca's Pov
Juan uscì dalla stanza e sentii la mano di Gabriele stringere la mia.
"F-Francesca."
"Sì, sono qui, sta tranquillo!"
"Per favore, non andartene... non lasciarmi!"
Lo guardai e i miei occhi si riempirono di lacrime. Non volevo che soffrisse.
"Se ti agiti in questo modo ti sentirai male... stai tranquillo, non devi fare così!"
"Sto già male e in tutti i casi me lo merito... ti ho fatta soffrire e merito questa febbre e anche altre cose che potrebbero accadermi! Me lo merito, Francesca!"
"Smettila Gabriele, ti prego, smettila! Se parli così mi fai solo del male, non lo capisci questo?"
Da un lato lo dicevo per questo, ma dall'altro avevo paura che le sue condizioni peggiorassero... anche se non potevo amarlo non volevo che gli succedesse qualcos'altro.
"Ti giuro che è orribile perdere colei che ami per proteggerla da un p-pazzo..."
"Gabriele, ora basta, ti prego! Non fare così, non agitarti!"
"Sei così buona piccola mia! È assurdo che tu sia innamorata di uno come me!"
Lui si agitava e le sue mani stavano letteralmente bruciando e si stringevano alle mie. In quel momento i ruoli si erano invertiti. Una volta era lui a curare me quando mi saliva la febbre, ora dovevo ricambiargli il favore.
"Non ti lascio, sta tranquillo" dissi. "Mettiti giù e riposati."
Sentii le sue labbra avvicinarsi alle mie e fui costretta a stringere le sue mani per fargli capire che doveva fermarsi.
"Gabriele, non farlo! Calmati, fallo per Arianna, lei non merita di stare male... non lo merita... non lo merita!"
"Mia piccola Francesca! Non volevo, scusa."
Sentii che lui aveva i muscoli tesi, si stava agitando troppo.
"Gabriele, per favore, non agitarti!" dissi sentendo la sua presa allentarsi poco a poco. Alzando il viso vidi che aveva gli occhi chiusi. "Gabriele! OH SANTO CIELO, GABRIELE, REAGISCI! AIUTO! AIUTATEMI!"
Riccardo entrò nella stanza di corsa e mi chiese: "Cos'è successo, Francesca?"
"Non lo so, mi stava parlando e ha iniziato ad agitarsi... e un attimo fa è svenuto!" dissi lasciando andare Gabriele e nascondendo il viso sul petto del mio amico. Avevo le palpitazioni in quel momento e lui mi strinse a sé.
"Ehi Francesca, ora calmati, se ti agiti in questo modo ricovereranno anche te!" disse facendomi rimettere seduta e afferrando la campanella che si trovava sul comodino. Un medico entrò nella stanza e io mi spostai dal letto in modo che l'uomo potesse visitare Gabriele e lo supplicai di salvarlo.
"La prego, lo aiuti, lo aiuti! La scongiuro!"
Il dottore mi strinse la mano.
"Sta tranquilla Francesca, ti prometto che farò di tutto per salvarlo, e spero di riuscirci come ci sono riuscito con te!"
Infatti quell'uomo era il medico che mi aveva curata quando mi ero ammalata.
"Ragazzi, ora dovreste uscire" disse il medico facendoci cenno di uscire.
"Sì dottore, ma la prego, lo salvi!"
"Su, coraggio Francesca, lasciamo che il dottore faccia quello che deve fare" disse Riccardo prendendomi per mano. "Andrà tutto bene, vedrai!"
Uscimmo dalla stanza e andammo a sederci in sala d'attesa. Ero preoccupata per lui, avevo davvero paura. Jasmine se ne accorse e si mise seduta accanto a me.
"Su, su, fatti coraggio piccola Francesca! Ti prego, non fare così! Gabriele si riprenderà."
"Jasmine, io non ce la faccio proprio più! Io non ce la faccio più a vederlo in quelle condizioni, mi fa troppo male!"
"Vieni, andiamo fuori" suggerì Jasmine.
Andammo in cortile e Jasmine mi fece sedere su di un muretto.
"Vuoi parlarne, Francesca?"
"I-io... io non posso vederlo ridotto in quella maniera e lui invece dice che è giusto così, fa troppo male, Jasmine!"
"Povera cara! Tu lo ami ancora, vero?"
"T-tantissimo!"
Scoppiai in lacrime e lei si alzò dal muretto e mi abbracciò fortissimo facendomi appoggiare la testa sul suo petto e dicendomi: "Su, su, ora non piangere, ti farai solo del male, Francesca!"
Jasmine e Riccardo sarebbero stati la cosiddetta "coppia perfetta", lei timida quasi quanto me, lui un po' esuberante, un po' matto, entrambi spiriti consolatori. Inoltre si vedeva che quel rubacuori cleptomane "nel senso che "rubava" i cuori senza accorgersene", e quell'angelo che era Jasmine si volevano molto bene. Avrei tanto voluto conoscere un modo per ricambiarli per tutto quello che stavano facendo per me.
"Grazie" dissi.
"Di nulla, Francy" dise lei. "Piuttosto come ti senti?"
"Un po' più leggera, credo!"
"Mi fa piacere" disse lei. "Francesca, c'è il dottore."
A quelle parole mi voltai di scatto e vidi il dottore che mi guardava con un'espressione strana, come se avesse avuto qualcosa di molto importante da dirmi. Rimase a fissarmi per qualche secondo, poi si decise.
"Francesca, Gabriele vuole vederti." disse.
"Va bene, arrivo subito."
Rientrai e corsi nella stanza di Gabriele che si era risvegliato più agitato che mai.
"F-Fran-cesca, m-mandalo via!"
"Chi devo mandare via, Gabriele?"
"T-Tommaso..."
Mi guardai intorno, ma Tommaso non c'era.
"Gabriele, Tommaso non è qui!"
"Non voglio che ti faccia del male, Francesca!"
Lui era molto agitato e in quel momento io ricordai che lui per calmarmi a volte mi baciava la fronte, quindi, trattenendo le lacrime provocate dai ricordi, mi avvicinai a lui e gli baciai la fronte cercando di non staccarmi subito.
Proprio in quel momento entrò Tommaso.
"Che cosa state facendo?" gridò contro di noi.
"Non sono affari tuoi! Vattene!" gli risposi a tono.
"Invece sì" disse Tommaso, "lui non è fedele a mia sorella, mentre tu sei un'arrampicatrice! Beh, ma con una madre simile..."
Alora era lui la persona da cui Gabriele voleva proteggermi!
Capendo cosa voleva dire e cosa stava facendo fui spinta da un impeto di rabbia a tirargli uno schiaffo.
"Tu non puoi giudicare nessuno, chiaro? E lascia stare mia madre che ha dovuto crescermi da sola per quindici anni!"
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...