Capitolo 37: Il principe azzurro esiste

105 6 0
                                    

Francesca's Pov
Non so da dove trovai l'idea che mi salvò la vita, fatto sta che la trovai.
Afferrai il mio cellulare e inviai un messaggio nel gruppo che aveva creato Laura con tutta la banda. Attivai la localizzazione e inviai ai ragazzi la mia posizione. Sperai con tutta l'anima che qualcuno leggesse quel messaggio. Da questo sarebbe dipesa la mia libertà ed era una cosa che non volevo perdere.
Alla fine mi scrisse Mirko: "Stai tranquilla, uscirai molto presto!"
Lo ringraziai, ma subito dopo dovetti cancellare gli ultimi messaggi per non dare nell'occhio e per stare più tranquilla nascosi il mio ultimo accesso a WhatsApp.
Mirko's Pov
I ragazzi mi avevano detto che Francy era stata portata via con la forza da suo padre ed eravamo tutti disperati, in particolar modo Gabriele che quando lesse il messaggio decise di andare a riprenderla per portarla via da quel posto.
"Gabriele, sei sicuro di farcela?" chiese la mia Diana. (Non mia perché è un oggetto ma perché la amo davvero.)
"Sicuro che ce la faccio!" rispose lui.
Si alzò e iniziammo a preparare tutto.
Gabriele's Pov
La mia piccola era in pericolo e io dovevo fare qualcosa, non potevo di sicuro lasciarla a quell'uomo! Lei è timida, dolce, innocente, e l'ultima cosa che voglio è vederla soffrire, quindi preparai tutto e iniziai a camminare verso quella casa.
"Ti prego piccola mia, resisti! Resisti!" continuavo a ripetere dentro di me mentre correvo. Quando arrivai davanti alla casa, però, mi trovai ad assistere ad una scena davvero orribile!
Francesca's Pov
Erano passate ore, si era fatta sera quando sentii dei passi sulle scale. Mi raggomitolai su me stessa per la paura, cosa che facevo molto spesso, e sentii quella voce tanto meravigliosa quanto insopportabile, due cose opposte ma concentrate in un unico individuo.
"Eccola qui la mia piccola! Vedo che la punizione non ti ha fatto alcun effetto Francesca! Su, da brava, alzati, bambina" disse afferrandomi i polsi e tirandomi fino a farmi alzare.
Io lo seguii, obbediente, anche se sapevo benissimo che quel: "Bambina" non voleva dire niente di positivo!
Arrivammo in giardino e di punto in bianco lui mi lasciò, mi sollevò da terra e mi gettò in acqua. Io sapevo nuotare, ma in quel momento ero stata colta alla sprovvista e mi trovavo a testa in giù. Iniziai a scuotermi per cercare di raddrizzarmi, ma era inutile.
Ero disperata quando sentii qualcuno accanto a me che mi tirava fuori dall'acqua. Mi teneva in braccio e mi stava portando lontano da quell'uomo. Mi mise a terra con delicatezza e mi si avvicinò preoccupato.
Sentivo tante voci intorno a me ma ne riconobbi soltanto una che mi diceva: "Francesca! Ehi! Tesoro apri gli occhi, sono io! Riesci a sentirmi?"
Mi sentivo ancora confusa e mi sembrava di soffocare. Lui appoggiò le sue morbide labbra sulle mie e sentii finalmente l'ossigeno arrivarmi al cervello. Mi voltai da un lato e un getto d'acqua mi uscì di colpo dalla bocca. Aprii gli occhi e lo guardai: era il mio angelo, il mio salvatore, il mio fratello del cuore cabarettista, insomma era il mio Gabriele!
"Come stai piccola? Come ti senti?" mi chiese sfiorandomi dolcemente il viso.
"V-va m-meglio" balbettai. La mia voce faceva semplicemente pena, sembrava che qualcuno mi avesse messo le corde vocali di una tizia perennemente ubriaca o in ogni caso intontita. Feci dei respiri profondi per cercare di riprendermi e provai a mettere insieme una frase di senso compiuto, ma era un po' complicato visto il mio stato d'animo e, diciamolo, anche quello fisico.
"È passato piccola mia... è passato!" disse lui con quella benedetta dolcezza.
Mai come allora mi convinsi che il principe azzurro esiste, sta a noi saperlo riconoscere. Per me Gabriele lo era e non aveva tentato di nascondersi dietro una maschera, si era sempre comportato come un principe azzurro. Ero stata lontana da lui per poche ore, ma mi era mancata la sua voce dolce e profonda allo stesso tempo, mi era mancata quella premura che solo lui riusciva ad avere nei miei confronti, mi erano mancate quelle carezze, quei baci, i suoi occhi cioccolato e il cuore più dolce degli occhi. Molto spesso ci si perde negli occhi dell'altra persona, ma a me non accadeva esattamente questo. Io mi perdevo nell'ascoltare la sua voce, nelle sue carezze, nei suoi baci, sulle labbra, sulle guance o sulla fronte era indifferente, e nelle attenzioni che lui aveva nei miei confronti. Era il mio principe.
"Dai piccola! Ora torniamo a casa!" mi rassicurò Gabriele con quel sorriso angelico che mi faceva sempre sciogliere come un ghiacciolo in piena estate.
Mi prese in braccio e tornammo a casa.
Una volta arrivati mi ero ripresa del tutto e lui mi diede degli indumenti per cambiarmi visto che ero completamente fradicia.
"Gabriele..." gli dissi un po' insicura.
"Cosa?" mi chiese lui sorridendo.
"Io... io ti ringrazio! Mi hai salvato la vita!" dissi con il cuore che batteva a mille.
"Non avrei mai pensato di lasciarti in quella situazione!" mi disse lui. "Tu sei la mia principessa e io non voglio che tu corra più rischi, ma purtroppo per quanto lo voglia non riesco ad evitarlo."
In quel momento pensai ad una canzone di Marco Masini che si chiama: "Principessa". Lei viene trattata male da suo padre e il mio non faceva di sicuro eccezione. Era letteralmente prigioniera e soffriva, proprio come me.
Poi arrivò lui, il principe azzurro, il liberatore, nel mio caso Gabriele, che le tolse di dosso tutto quel dolore e la portò con sé in un mondo migliore, senza lacrime, cattiveria e sofferenza.
Mentre ci pensavo mi gettai sotto la doccia e dopo essermi asciugata mi cambiai. Scesi al piano di sotto e vidi Gabriele che era lì ad aspettarmi, sperai non da troppo tempo.
"Ciao piccola mia!" disse raggiungendomi e stringendomi forte a sé come qualsiasi angelo che si rispetti.
Lo abbracciai fortissimo e gli dissi: "Mi sei mancato tantissimo, sul serio!"
"Anche tu mi sei mancata, piccola mia!"
Detto questo mi si avvicinò e mi baciò.
Quel bacio fu dolce come gli altri, ma ancora più sentito. Mi sentivo così bene da non avere più voglia di staccarmi da lui, ma di colpo fummo costretti a farlo, perché si udì il rumore delle chiavi e capimmo che i nostri genitori erano tornati a casa.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora