Io e Gabriele ci alzammo e andammo a fare colazione. Mi sentivo molto più tranquilla ed ero felice di stare con lui.
"Che ne diresti di andare a fare un giro, piccola?" mi chiese Gabriele.
"Va bene" gli dissi con un sorriso, ma prima che potessi muovermi arrivò la posta e mi fu consegnato un pacchetto. Ringraziai, firmai e andai a prepararmi.
Non impiegai molto tempo visto che odio truccarmi e fare i preparativi che di solito fanno le ragazze. Visto che era ancora presto decisi di aprire il pacco.
Vi trovai una piccola cassetta e la inserii in un videoregistratore. Non l'avessi mai fatto!
In quel momento sentii la voce di quell'uomo che in teoria avrebbe amato mia madre e in pratica l'aveva gettata nel fango senza se né ma. Lei piangeva, lui le parlava e le diceva cose che nessuna ragazza avrebbe voluto sentire.
"Sei una donna che si fa pretendere, si fa amare, e poi cosa? Si lascia prendere facilmente da un altro, come se niente fosse! Piangi piccola strega!"
In quel momento entrò Gabriele che sentì quell'obbrobrio di cassetta. Io non avevo la forza di muovermi, stavo malissimo, quindi fu lui a togliere la cassetta dal registratore e gettarla a terra con disgusto. Mi si avvicinò e mi abbracciò fortissimo. Maledizione, perché dovevo piangere così spesso, perché?
"Piccola ti prego non fare così! Non ne vale la pena! Lui vuole farti del male!"
"Non sopporto che parli così di mia madre, non lo sopporto!" dissi. "È stato lui, è stato lui! Perché mi fa questo adesso, perché mi fa stare male?"
"Non posso vederti così Francesca! Ti prego non ti agitare, ora è passato!"
Avevo la testa appoggiata al suo petto e sentivo il suo cuore battere forte, molto forte, proprio come faceva il mio.
In quel momento, però, il mio cuore era andato in mille pezzi, anche se l'abbraccio del mio fratello del cuore mi stava aiutando a ricomporlo. Mi calmai, alzai la testa e gli sorrisi, il mio sorriso era debole ma sincero. Io non riesco a ridere quando sono triste.
"Vieni piccola, prendere un po' d'aria ti farà bene" mi disse Gabriele prendendomi la mano e portandomi fuori.
Andammo in un piccolo parco dove c'erano delle altalene e ci mettemmo seduti su due di queste. Mi accorsi che lui mi guardava e il mio cuore iniziò a battere fortissimo.
Lui si alzò dalla sua altalena e mi chiese: "Posso avere l'onore di spingere io la tua altalena?"
"Non so se sia un onore ma ti ringrazio per il gesto, mi fa molto piacere."
Fermai la mia altalena e lui si posizionò dietro di me e iniziò a spingermi. Mi piaceva molto il suo modo di spingere quell'altalena, delicato ma sufficiente a farmi sentire come se potessi volare e con quel semplice gesto riuscì a strapparmi una risata di quelle vere, a piena gola.
"Ecco, brava, così voglio vederti!" mi disse.
"Grazie mille! Ora però vorrei scendere" dissi, ma nell'alzarmi rischiai di finire a terra.
Gabriele mi sollevò dall'altalena e mi pose a terra con una delicatezza unica.
"Ti ringrazio" dicevo di continuo come se non ci fosse un domani.
Andammo a un bar quando un gruppo di ragazzi ci accerchiò e uno di essi chies:: "Gabry, lei è la tua ragazza?"
"No, è la mia sorella del cuore" disse lui.
"Meglio per te, se questa ragazzina è come la madre ti farà soffrire molto! Lei è una falsa dolce!"
Mi alzai di scatto lasciando la mano di Gabriele e gridai: "Se io sono una falsa dolce tu sei falso e basta!" Detto questo me ne andai correndo, non volevo più ascoltare quell'idiota. Lui doveva aver parlato malissimo di mia madre con quel cretino che gli aveva dato corda o era semplicemente un mostro privo di cuore. Correvo e sentivo le lacrime bruciarmi le guance, almeno fino allo squillo del mio cellulare.
Gabriele's Pov
In quel momento avrei preso a schiaffi quell'idiota di Tommaso ma mi trattenni per non creare altri problemi a Francesca perché dopo lui se la sarebbe presa ancora con lei, ne ero sicuro!
Mi limitai a dirgli: "Idiota!", e me ne andai. Ero molto preoccupato per la mia piccola, era scappata correndo e non sapevo più dove cercarla. Provai a chiamarla sperando che non avesse spento il cellulare e per fortuna poco dopo sentii una vocina sottile e tremante dall'altra parte.
"Pronto?"
"Sono io, Gabriele! Francesca dove sei?"
"N-nel vialetto davanti a casa nostra!"
"Non muoverti da lì, ti raggiungo subito!"
Corsi a perdifiato con il cuore in gola e come se questo non bastasse iniziò a piovere a dirotto. Dopo un tempo che mi sembrò interminabile arrivai al vialetto e vidi la mia Francy con la testa tra le mani, rannicchiata su se stessa per quel freddo inaspettato e fradicia di pioggia. La raggiunsi e l'abbracciai fortissimo, lei tremava e sussultava sia a causa del freddo sia per i singhiozzi che le impedivano quasi di respirare.
"Tranquilla, adesso è passato!" dissi.
Francesca's Pov
Pioveva a dirotto e io continuavo a far cadere una pioggia di lacrime dai miei occhi, incurante di quella che mi cadeva addosso senza pietà. Solo la voce di Gabriele era riuscita a rassicurarmi. Pensavo a lui quando sentii due braccia forti e delicate al contempo avvolgermi in un caloroso abbraccio. Nonostante la testa mi facesse un male terribile mi scoprii il viso e ricambiai quel meraviglioso abbraccio mentre lui mi diceva: "Tranquilla, adesso è passato!"
La sua voce, dolce e profonda al tempo stesso, era l'unica in grado di risollevarmi da qualunque stato negativo ed era l'unica che speravo di sentire in quel momento tanto difficile per me.
"Mi dispiace tanto Francy, davvero!" mi disse senza smettere di abbracciarmi.
"Non preoccuparti, ci sono abituata" gli dissi. "È una cosa che odio ma ci sono abituata!"
"Lo so, lo so, hai tutte le ragioni, ma ti prego adesso calmati! Non posso vederti piangere in questo modo, specie per colpa di un idiota, fa troppo male!"
Le sue parole mi toccarono il cuore e gli sorrisi abbracciandolo più forte. All'improvviso, però, sentii dei dolori atroci in tutto il corpo e iniziò a girarmi la testa in modo vorticoso.
"Che cos'hai Francesca?" mi chiese lui accorgendosi di quanto stavo tremando.
"M-mi sento male... mi gira la testa."
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...