Scusate ma c'è stato un inconveniente. Comunque il titolo è: "Capitolo 29: Il primo giorno di disavventure."
Francesca's Pov
"Sbrigati ragazzina!" disse la madre di Tommaso.
"Va bene, mi scusi" dissi abbassando la testa.
"Ascoltami: noi ti diamo tutto e tu ti arroghi il diritto di fare quello che ti pare qui dentro? Beh, ti sei sbagliata ragazzina, ti sei sbagliata di grosso!"
Indicai la pila di stoviglie sul gocciolatoio che, a rigor di logica, non si erano lavate da sole e dovetti lasciarmi dei solchi profondi sulle labbra a forza di morderle pur di restare in silenzio. Mi sentivo oppressa, schiacciata, come una formichina piccola e sfortunata! Andai avanti con il mio "lavoro" senza rispondere anche se in quel momento non so cos'avrei dato per sbatterle in faccia tutto quello che stavo passando!
"Ragazzina, sbrigati!" ripeté la donna.
Aggrottai la fronte e cercai di fare più in frettta, ma mentre prendevo un piatto questo mi sfuggì di mano andando in frantumi.
"Piccola imbranata!" disse quella donna tendendo il braccio verso di me, credo per darmi uno schiaffo. Mi spostai di lato e la sua mano ricadde nel vuoto.
"Mi scusi, non volevo" dissi. "Dico sul serio, non volevo farlo cadere, mi scusi!"
"Raccogli tutto!" disse la donna. Raccolsi una paletta e ripulii il pavimento dai cocci di vetro.
Conclusi in fretta il mio lavoro e andai a pulire la casa.
C'era molto da fare e la madre di Tommaso non mi mollava un momento. Almeno finché non entrò il suo "pargoletto".
"Mamma, posso parlare un attimo con Francesca?" chiese Tommaso.
Per lui "parlare" significava "strappare un bacio" oppure "aggredire."
Iniziai a tremare come una foglia, sapevo che sarei stata male e questa volta non dovevo comportarmi come Cenerentola, dovevo difendermi da lui.
"Ovvio che puoi! È tutta tua!"
Sentii che se fosse andata avanti così per molto tempo sarei svenuta.
"Allora piccola, devi farmi un favore!"
Non potevo rispondere in modo affermativo, non sapevo cosa volesse da me, quindi chiesi: "Cioè?"
"Questo." disse lui facendo uno scatto in avanti e cercando di arrivare alle mie labbra. Questa volta, però, non so quale forza della natura mi diede l'energia sufficiente a respingerlo.
"Non toccarmi!" gridai infuriata. "Se sono in questa situazione la colpa è tua perché mi hai aggredita e hai denunciato Gabriele che non c'entrava niente con questa storia se non per il fatto che è stato lui a venire ad aiutarmi quando sono svenuta!"
Tommaso mi coprì la bocca con una mano e si avvicinò al mio orecchio dicendo: "Non dire mai più una cosa simile!"
Tentò di nuovo di arrivare alle mie labbra, ma stavolta fu il signor Davide a fermarlo tirandolo per il colletto.
"Ma non ti vergogni?" gli chiese. "Ti rendi conto di quello che stai facendo?"
"Lei è mia adesso!" disse Tommaso. "È una traditrice, ha mentito al povero Gabry che ora è in prigione per colpa sua!"
Quando lui pronunciò quel nome in tono beffardo e per di più accompagnandolo con quelle parole sentii gli occhi bruciare come se qualcuno vi avesse gettato dentro della polvere o chissà che altro.
"Cerca di non dire sciocchezze e sparisci!" disse Davide dando il benservito a suo fratello.
Scoppiai in lacrime. Stavo malissimo.
"Ehi" disse lui abbracciandomi.
"Mi scusi, io non voglio questo, è che mi fa male che suo fratello faccia così!"
"Lo so, ma non pensarci! Lui vuole che tu stia male, capito? Non dargli questa soddisfazione!"
"Lo so... però..." balbettai. "Lui cerca di continuo di strapparmi un bacio, di ferirmi con parole orribili e quant'altro e ora che devo vederlo ogni giorno mi sento ancora peggio! E poi mi manca Gabriele!"
"Anche tu manchi a lui Francesca, non sai quanto! Lui sta facendo di tutto per liberarti da questa prigione, ma purtroppo per queste cose ci vuole tempo e non sempre si è disposti al sacrificio che tu stai facendo adesso!"
"Non so cosa darei per averlo qui, adesso, farmi stringere da lui e sentirgli dire che andrà tutto bene! Se avessi oro lo darei tutto per questo!"
Il signor Davide mi abbracciò e mi disse: "So che non sono Gabriele, ma voglio dirtelo comunque! Andrà tutto bene!"
"Grazie signor Davide!" singhiozzai.
"Non darmi del lei, siamo amici!" disse lui.
"È... è sicuro?" balbettai.
"Sì Francesca! Chiamami per nome o almeno dammi del tu!" mi disse il... ehm... volevo dire... Davide!
"D'accordo Davide!" dissi sorridendo.
Avevo recuperato un briciolo di felicità: avevo incontrato un nuovo amico!
"Ehi piccola, vale anche per me!" disse Serena.
"Posso chiamarla Serena?" chiesi.
"Non chiamarla, chiamarti! Voglio che quest'angioletto si senta a suo agio!" disse accarezzandomi i capelli.
Okay, Davide mi aveva abbracciata, Serena mi aveva dato un bacio e mi aveva accarezzato dolcemente i capelli. Molti ricordi di lui... forse troppi.
"Devo rimettermi all'opera altrimenti le streghe e il mostro mi fanno fuori!"
Mi rimisi all'opera e tirai letteralmente a lucido la casa.
"Almeno farò un po' di esercizio!" pensai.
"Molto bene, Francesca! Bisogna sempre essere allegri, anche attraverso un pensiero stupido!" mi disse la mia voce interiore.
All'improvviso mi accorsi che mi era arrivata una notifica di WhatsApp. Era un messaggio da parte di Gabriele!
"Tu sei già un angioletto, sei il mio angioletto, e presto le tue ali ricresceranno e voleremo via insieme, mia piccola principessa!"
Infilai il cellulare nella tasca e mi portai entrambe le mani sul cuore che batteva fortissimo.
Ricordai il giorno in cui mi ero ammalata.
💭"Francesca che cos'hai?" mi chiese Gabriele.
"M-mi sento male. Mi gira la testa..."
Non riuscivo più a reggermi in piedi e Gabriele se ne accorse subito e mi fece mettere seduta. Avevo molto freddo ma sentivo che la mia pelle avrebbe potuto fare scintille per quanto era bollente.
Gabriele mi prese la mano e credo che ci fosse qualcosa che non andava perché dopo pochi secondi sentii il suo tocco delicato sulla mia fronte.
"Oh santo cielo piccola! Sei bollente!" 💭
Quanto mi mancava quel tocco! Quanto mi mancava quella voce! Quanto mi mancava il mio angelo di nome Gabriele!
Per sfogarmi iniziai a cantare una canzone che mi sembrava adatta al momento perché parlava d'amore e di una storia che, a quanto pare, non era andata a buon fine.
"C'era una volta una donna in un castello.
Lì vivevi tu nel tuo mantello blu.
Con lei ti nutrivi di sorrisi e canto,
vita come arie, poetiche virtù.
C'era una volta intorno ad un castello
un abbraccio di ciliegi imperiali
un tappeto bianco di petali di fiori,
frutti immaturi, proprio come lei.
La vita era proprio bella.
La vita che le davi tu.
La vita era proprio quella
che lei immaginava ed immaginavi tu.
C'era una volta una donna con cappello,
una veste chiara comprata in un sappiù,
riccioli con anima, ogni suo anello
lei non lo vedeva perché con lei eri tu.
C'era una via, una vecchia via,
una sera che non eri lì con lei.
Quando si voltò per un incalzante passo
era proprio lui che aspettava lei.
La vita non era più quella
quella che voleva lei.
La vita era troppo bella
fino a quando io
eravamo tu... noi.
E... c'era una volta.
Oggi, oggi non c'è più.
C'era quel mantello bianco,
o forse era blu, forse non ricordo più."
Quella canzone mi piaceva tantissimo, soprattutto quando diceva: "La vita era proprio bella. La vita che le davi tu. La vita era proprio quella che lei immaginava ed immaginavi tu." E anche il secondo ritornello, ma non tutto: "La vita era troppo bella fino a quando io eravamo tu... noi...", perché pensavo alla nostra vita prima di quella stramaledetta denuncia.
Mentre cantavo ero in giardino e stavo mettendo i vestiti ad asciugare.
Gabriele's Pov
Ascoltavo quella vocina dolce e delicata come se fosse stata una perla che finalmente era uscita dall'ostrica.
Silvia era con me nella cella e aveva visto che sentire quella voce mi faceva molto più che bene.
"Dev'essere una ragazza davvero dolce!"
"È dolcissima, te l'assicuro!" dissi. "È la mia principessa, la mia piccola!"
"Che cosa tenera che hai detto!" disse Silvia. "Di sicuro Francesca sarà felice di sentirtelo dire! Cioè... volevo dire... sarebbe! Purtroppo non si sente nulla di quello che succede qui dentro, altrimenti la renderesti felice!"
"Darei qualunque cosa per renderla felice! Povera la mia piccola!"
"Comunque c'è una persona che vuole vederti!" disse Silvia alzandosi. "Vuoi che la faccia entrare?"
"Sì" risposi con un sorriso spento.
Silvia aprì la porta e fece entrare Diana, la cugina della mia principessa.
"Com'è andata con l'esame del DNA?" chiesi.
"Ci vorrà una settimana prima di ricevere i risultati" rispose Diana.
"Credi che Laura possa andare da lei?"
"Non lo so, ma io devo vedere come sta!"
"Ma non ti faranno mai entrare! Quei maledetti sono capaci di tutto!" dissi.
"Lo so, escogiterò qualcosa, qualunque cosa, ma devo assolutamente rivederla!"
Francesca's Pov
Stavo pulendo la libreria quando mi soffermai su un libro che avevo letto un mucchio di volte: "Il mondo nei tuoi occhi" di Loredana Frescura e Marco Tomatis.
Purtroppo avevo lasciato tutti i libri a casa e mi sentivo molto triste. La lettura sarebbe stata il mio conforto, ne ero più che sicura.
Presi quel libro e lo strinsi al petto.
Iniziai a leggere di quando Costanza era alla stazione e guardava Angelo che aspettava il treno per andare via per sempre. Al pensiero di quella scena mi si riempirono gli occhi di lacrime e ricordai la crudeltà con la quale ero stata separata da Gabriele. Avrei fatto qualunque cosa pur di rivederlo.
Piangevo senza singhiozzi, rumori o altro ed ero tanto assorta in quel libro e in quei pensieri da non accorgermi di non essere più sola. Quando lo capii era troppo tardi e qualcuno mi strappò il libro dalle mani e mi gettò a terra.
"Che cosa stavi facendo?" gridò la madre di Tommaso.
"Io volevo solo leggere quel libro, davvero!"
"Tu volevi rubarlo, ragazzina!" disse lei.
"No, non è vero, non volevo rubarlo! Giuro che volevo solo leggerlo, davvero!" singhiozzai disperata.
Lei afferrò la foto che Gabriele aveva montato quando i nostri genitori erano partiti, prese un paio di forbici e la tagliò in mille pezzi sotto i miei occhi.
"Perché l'ha fatto?" chiesi sorpresa.
"Dovevo punirti in qualche modo!" disse quella donna con tono malvagio.
"Io non volevo rubare nulla, sul serio! Volevo semplicemente leggere quel libro, mi piace tanto e non l'ho portato con me, è rimasto a casa, sul serio! Io non sono una ladra, gliel'assicuro!"
"Hai parlato fin troppo ragazzina, sparisci prima che ti punisca in modo ancora peggiore!" disse la donna. "Se non vai via subito ti manderò in un orfanotrofio seduta stante, hai capito?"
"Ma che cosa le ho fatto? Perché mi fa questo?" chiesi tra i singhiozzi. "Io non le ho fatto nulla, ci conosciamo da poche ore, non capisco, che le ho fatto? Perché mi fa questo, perché?"
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...