Capitolo 18: Non andartene!

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Gabriele's Pov
Era un incubo. Non poteva essere vero!
Prima mio padre, poi la madre di Francy e adesso anche lei era in coma.
Il destino mi stava portando via dalle braccia la mia piccola e io non volevo.
"Gabriele, a cosa pensi?" mi chiese Juan.
"A Francesca! Perché nessuno viene a dirci niente, perché nessuno ci dice come sta, perché non ce la fanno vedere, perché è stata messa in terapia intensiva?" mi liberai tutto d'un fiato.
"Ehi Gbbriele, non devi preoccuparti!"
Juan mi diede un colpetto di incoraggiamento sulla spalla.
"Come faccio a non preoccuparmi? Non voglio perderla Juan!"
"Non la perderai Gabriele, tranquillo! Andrà tutto bene, te l'assicuro!"
"Tu credi davvero che lei starà bene?"
"Non solo ci credo, ne sono sicuro! La piccola è forte e ti ama, però dobbiamo trasmetterle energia positiva perché si risvegli il prima possibile Gabriele!"
Era notte inoltrata quando una dottoressa ci disse: "Ragazzi, potete vedere la signorina Cordova!"
In quel momento le avrei fatto una statua d'oro.
"Grazie." dissi con un filo di voce.
Entrammo nella camera 104, quella dove avremmo finalmente rivisto Francesca.
Mentre percorrevo il corridoio il cuore mi batteva fortissimo. Ero agitato al pensiero di quello che avrei visto, ma al tempo stesso volevo sapere come stava.
Quando aprimmo la porta vidi la mia piccola sdraiata su di un letto con un tubicino sulle labbra e dei fili che spuntavano da ogni parte del suo corpo.
"Vai avanti tu, Gabry" mi incitò Laura.
Mi feci avanti e presi quella manina bianca tra le mie.
"Ciao tesoro mio! Come si sta nel posto in cui sei adesso? È pieno di fiori, con una bellissima spiaggia e il nostro luogo segreto, vero? So che forse ti chiedo molto... ma mi manchi tanto Francy, davvero! Non andartene!"
Mi avvicinai di più a lei e le baciai la fronte: era incredibilmente fredda! Non volevo lasciarla, non volevo che se ne andasse da me e stringere quella piccola mano significava tenerla vicina.
Laura si fece avanti timidamente e mi prese l'altra mano per farmi coraggio.
"Ciao amica del cuore! Sai che anche così sei dolce come il miele? Beh, io... io volevo dirti che m-mi manchi tanto!"
Lei scoppiò in lacrime. Non aveva retto poverina e d'altronde come biasimarla? Stava malissimo e aveva le sue buone ragioni per soffrire tanto.
Andrea l'abbracciò forte per consolarla e Laura sembrò apprezzare quel gesto.
"Io non ti conosco Francesca ma in ogni caso so che sei una persona davvero meravigliosa e spero che tu ti risvegli al più presto! Ti vogliamo tutti bene e non vogliamo che tu te ne vada via!"
"Ehi bellissima! Non vorrai mica farci preoccupare troppo a lungo, vero?" disse Juan. "Ci manchi tanto Francy!"
"Ehilà brunetta! Mi hai spaventato sai? Ma d'altra parte tu eri più spaventata di me, quindi posso capirti!"
Quello era Luigi.
"Ciao Fra!" disse Caterina. "Sai, ho voglia di sentirti ridere di nuovo! Mi piace tantissimo la tua risata!"
"Ricorda che ti vogliamo tutti bene!" disse Denise. "Non ci lascerai vero?"
Lei sembrò abbozzare un sorriso, ma non compì alcun movimento visibile. Quel timido sorriso voleva dire che lei poteva sentirci, ne ero più che sicuro!
Avevamo avvertito anche Diana e lei ci aveva detto che sarebbe arrivata a momenti. Infatti di lì a poco la porta si aprì e una ragazza entrò silenziosamente in quella stanza bianca.
Quando vide Francesca ridotta così si coprì il volto con le mani e chinò la testa. Quando la rialzò vidi delle tracce di lacrime sulle sue guance. Era la cugina di Francy e le voleva bene.
"Tesoro mio, perché stai così, perché?"
Lasciai Laura e Francesca e mi avvicinai a Diana per abbracciarla. Mi dispiaceva moltissimo vederla così. Anche lei era una ragazza dolce e allegra e non meritava di sofirire così.
"Mi dispiace Diana, è solo colpa mia!"
"No, Gabriele, no! Tu non c'entri! Non sei mica stato tu ad aggredirla e a spaventarla! E non è stata nemmeno colpa di quell'uomo, lui non l'ha vista in tempo e non è riuscito a fermarsi! Ma se prendo Tommaso io lo strangolo!"
"Diana non fare sciocchezze!" dissi. "Tommaso la pagherà, ma non adesso e soprattutto non così! Anch'io vorrei dirgliene quattro, ma ho qualche dubbio sul fatto che questo possa aiutare Francesca! Lei non vuole che corriamo dei rischi!"
"Hai ragione" disse calmandosi.
Diana's Pov
Mi sentivo frustrata per quello che era accaduto a mia cugina. Lei non lo meritava, era la ragazza più dolce al mondo e non volevo che soffrisse tanto.
Se qualcuno la feriva rispondeva a tono, ma non per questo arrivava ad odiare le persone che le dicevano cattive parole.
Se fosse stato così avrebbe già odiato Tommaso per quante volte l'aveva chiamata "ragazza facile" e chissà che altro, ma lei non odiava neanche lui. Quella che ce l'aveva con lui ero io: era solo colpa sua se la vita di Francy in quel momento era appesa ad un filo.
D'istinto mi avvicinai a lei e presi la sua mano, dopodiché le diedi un bacio sulla guancia e le dissi: "Ti voglio bene piccola mia, ti voglio tanto bene!"
Questa frase ce la dicevamo spesso ma in quel momento valeva ancora di più perché io volevo dirglielo per sempre. Ero sicura che avrebbe superato l'incidente, me lo diceva il mio cuore, ma c'era sempre quella piccola e maledetta ombra che s'insinuava in me e mi portava l'orribile paura di perderla.
In quel momento mi sembrò di sentire una voce che diceva:  "Anch'io ti voglio bene cuginetta, ti voglio bene!"

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora