Capitolo 3: Il mio angelo custode

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Oltre ai miei migliori amici c'erano anche gli amici di Gabriele. Credo volessero inaugurare il nostro nuovo inizio infatti ci proposero di guardare un film. Molti di loro, però, proposero di vedere un film horror e a dirla tutta io li odio, ma visto che la maggioranza era per quei film accettai.
Gabriele mi prese in disparte e mi chiese: "Tutto bene Francesca?"
"Sì, è solo che... ho un po' paura" gli dissi.
"Non devi vergognarti. Facciamo così: quando senti che la paura ti prende puoi stringermi, capito? Almeno avrò un motivo in più per stringere a me la mia Francy!"
"Ti farebbe davvero piacere?" chiesi.
"Moltissimo" rispose lui sorridendomi.
Sedemmo tutti davanti al televisore, chi sul divano, chi su una poltrona, e iniziammo a guardare il film. I film di possessione erano quelli che più odiavo, mi mettevano una tremenda soggez,one, e la sorte volle che per quella sera venisse scelto uno di quelli. Dopo poco iniziai a tremare come se fossi stata in preda ad un attacco di convulsioni e Gabriele, che aveva un braccio poggiato sulle mie spalle, se ne accorse e mi strinse tra le sue braccia. Nascosi il viso nel cuscino, più della visione mi terrorizzavano le grida ma non volevo mostrare la mia espressione agli altri.
Amavo gli abbracci del mio fratello del cuore, mi facevano sentire protetta, anche perché pur non essendo tanto minuta rispetto a lui sono un po' piccola e questo mi fa sentire ancora più al sicuro.
Per fortuna alla fine del film nessuno ebbe la fastidiosissima idea di far prendere un colpo a chi come me era terrorizzato. Parlammo un po' del più e del meno, in modo tale da poterci conoscere meglio fra di noi e dopo la mezzanotte tornarono tutti a casa.
Gabriele mi accompagnò in camera mia e mi lasciò un bacio sulla guancia dicendo: "Buonanotte piccola Francy!"
"B-buonanotte" ricambiai timidamente.
Lui si allontanò senza far rumore e io mi misi a letto.
Un po' alla volta Morfeo si avvicinò e mi prese tra le sue braccia, ma subito dopo mi ritrovai nel mio incubo peggiore...
C'era un uomo incappucciato che mi seguiva con un oggetto di non so che genere in mano. Io correvo, ero disperata, e dietro di me sentivo una voce orribile che diceva: "Non riuscirai a sfuggirmi piccola!"
Ero terrorizzata dalla prospettiva di quello che mi attendeva e continuai a correre. Sentii un soffio sul collo e in quel preciso istante cacciai un urlo.
Proprio in quel momento sentii delle dolcissime carezze sul viso. Non aprii neanche gli occhi, ero così spaventata dal mio incubo e così sollevata dalla dolcezza di Gabriele da riuscire soltanto a scoppiare in lacrime.
"Tranquilla, è passato!" disse Gabriele. "Era solo un brutto sogno!"
"È stato orribile!" dissi con un filo di voce.
Lui continuò ad accarezzarmi le guance.
"Non piangere, ti prego! Ora sei al sicuro, non devi aver paura." mi disse.
Di solito quando qualcuno mi diceva di non aver paura la cosa mi dava fastidio, non che fosse sbagliato ma era inutile, soprattutto nel caso delle fobie. Chi cavolo poteva darmi la sicurezza che qualcosa o qualcuno di cui non mi fidavo fosse invece qualcosa di bello? Beh, nessuno! In quel caso, però, avevo la piena dimostrazione di essere al sicuro perché mi ero svegliata da quello che era solo un incubo, ero nel mio letto e lui era accanto a me e mi rassicurava con le sue carezze e con le sue parole.
"Grazie." dissi abbracciandolo forte.
"Figurati" disse lui con un sorriso angelico. "Ora però stai tranquilla, è passato!"
Mi sentivo decisamente meglio.
"Scusami se ti ho fatto preoccupare" gli dissi, "ti assicuro che non volevo."
"Lo so, piccola! Non preoccuparti e non porti questi problemi! Io voglio proteggerti e tu puoi cercarmi in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora."
Lui era riuscito a tranquillizzarmi e non poco. Lo abbracciai fortissimo e lui ricambiò facendomi sentire al sicuro. Pensai a quello che aveva detto. Mi aveva chiamata: "Piccola" e aveva detto che ci sarebbe sempre stato per me, in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora. Non avrei mai immaginato di incontrare un ragazzo dolce come lui e di poterlo vedere tutti i giorni poiché vivevo nella sua stessa casa. Non volevo che quell'abbraccio finisse, ma mi sembrava di chiedere troppo.
Sperai almeno che lui non andasse via.
Dopo qualche minuto la stanchezza mi saltò addosso per la seconda volta e poco prima di addormentarmi sentii che Gabriele mi metteva addosso una coperta e me la rimboccava molto amorevolmente.
"Riposati piccola, stai tranquilla!" mi disse lasciandomi un dolce bacio sulla fronte.
Subito dopo quel gesto mi addormentai.
Quando mi svegliai vidi che lui era accanto a me e stringeva la mia mano.
"Buongiorno piccola!" mi disse con dolcezza. "Come ti senti?"
"Un po' più tranquilla" risposi. "E devo ringraziarti per questo! Sei stato così gentile a restare qui ieri notte."
"L'ho fatto volentieri!"
"E poi hai dormito su di una poltrona, non è molto comodo, mi dispiace tanto!"
"No, tranquilla, non devi sentirti in colpa per questo!" mi disse. "Anzi, non sono mai stato meglio in vita mia, sai?"
"Davvero?" Ero sconcertata dalla sua risposta.
"Davvero!" disse lui con il suo solito sorriso angelico dipinto sul volto. "E sai perché?"
"No, a dire il vero non lo so" risposi.
"Perché ho potuto aiutarti e proteggerti Francy!" spiegò Gabriele.
In quel momento provai una sensazione meravigliosa: il cuore mi batteva forte, avevo dei brividi che mi percorrevano la schiena e sentivo lo stomaco fare su e giù come un ascensore impazzito. Con lui mi sentivo protetta da tutti e da tutto e quella sensazione mi piaceva. Lui voleva proteggermi, era dolcissimo.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora