Capitolo 63: I miei cari

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Diana's Pov
La zia mi aveva chiamata al cellulare e mi aveva detto che c'era un'emergenza.
Le avevo chiesto spiegazioni, ma lei mi aveva pregata di andare all'ospedale e di non chiederle nulla per il momento.
Quando arrivai trovai Tommaso in giardino.
"Che cavolo ci fai tu qui?" chiesi.
Da quando aveva messo le mani addosso a mia cugina non potevo vederlo neanche in fotografia.
"Sono venuto per Francesca" disse lui.
"Come sarebbe a dire?" chiesi.
"Non ho tempo bellezza, devo andare!"
"Senti Tommaso, adesso stai giocando e devi arrivare fino in fondo, quindi parla! Cos'è successo a mia cugina?"
"Lo vuoi sapere? Tua cugina è malata!"
"E scommetto che tu o Santiago c'entrate qualcosa!" dissi secca.
"E dai bellezza, ora vieni!" disse lui.
Mi tirò a sé per baciarmi ma io gli mollai un ceffone.
"1: Sono impegnata! 2: Amo il mio ragazzo con tutta me stessa! 3: Non sopporto i tuoi modi! 4: Dopo quello che hai fatto a Francesca non sopporto di vederti neanche in foto, imbecille!"
Lui se ne andò completamente rosso, non saprei dire se di vergogna o di rabbia.
Vidi mia zia e il suo compagno.
Lei piangeva e lui la stava abbracciando per offrirle il suo conforto. Che dolci!
Corsi verso di loro e mi aggregai all'abbraccio. Non so cos'avrei fatto a quel maledetto disgraziato se l'avessi incontrato di nuovo!
La zia mi spiegò tutto facendo molta fatica e quando ebbe finito disse: "Io vorrei entrare, ma non ho il coraggio di vederla soffrire, non ne ho la forza!"
"Lei capirà" dissi, "e poi sei rimasta qui e non fai altro che chiedere notizie ai medici sulle sue condizioni! Ma non devi sentirti colpevole zia, non devi!"
Guardai entrambi un po' esitante, ma alla fine mi decisi: "Qual è il numero della sua stanza?"
"È nella 124, al secondo piano." disse la zia. "Le farà piacere vederti!"
Entrai, salii al secondo piano e trovai la camera 124. Bussai esitante e ad aprirmi la porta c'era... Gabriele!
"Ehi Diana!" mi salutò sorridendo.
"Ciao Gabriele!" ricambiai. "Come sta?"
"Purtroppo dopo la visita che abbiamo ricevuto poco fa le è salita qualche linea di febbre, ma di sicuro sta meglio di ieri! L'avessi vista, poverina, era disperata!"
"Gabriele, se vuoi resto io qui con lei" dissi, "tu sei allo stremo!"
"Non preoccuparti" disse lui, "lo faccio con piacere! Povera piccola! Le cure l'hanno stremata e poi per non farle sentire un dolore atroce alla testa i medici sono stati costretti a sedarla!"
Infatti la mia cuginetta aveva gli occhi chiusi. Quel calmante doveva averla sfinita!
"Povera Francy, mi dispiace vederla così!" dissi.
"Anche a me, Diana" disse Gabriele, "ma so benissimo che lei è una ragazza forte."
Mi vennero i brividi al pensiero che Santiago l'aveva ridotta in quel modo.
Stavo per cadere, ma Gabriele, con una grande prontezza di riflessi, afferrò una sedia e mi fece mettere seduta.
"Calmati Diana..." disse prendendomi la mano. "Lei starà bene, tranquilla! Ti serve qualcosa?"
"Solo un po' d'acqua" risposi.
"Va bene" disse lui, "io vado a prendertela, non ti agitare."
"Adesso capisco mia cugina!" pensai. "Fratello del cuore o no questo ragazzo ha davvero un cuore enorme!"
"Grazie Gabry" dissi.
"Figurati Diana" mi disse lui stringendomi fortissimo la mano.
Prima di andare via si avvicinò a mia cugina e le diede un dolce bacio sulla fronte.
"Ciao, piccola" disse sottovoce prima di voltarsi e uscire.
Entrambi avevamo fatto attenzione a non fare troppo rumore, infatti fino a quel momento avevamo parlato sottovoce.
Mi alzai ancora un po' tremante, sollevai la sedia e la misi accanto al letto con la massima delicatezza.
Sentii un piccolo colpo di tosse, mi avvicinai e vidi, che mia cugina aveva aperto gli occhi.
"Diana..." disse con la voce ridotta al minimo.
"Sì, tesoro, sono io!" le dissi. "Come ti senti?"
"Molto stanca, ma almeno non mi scoppia la testa." sussurrò un po' intimidita.
"Ti senti ancora la febbre?" chiesi.
"No, non ho né caldo né freddo" risposi.
Le presi il viso tra le mani con molta delicatezza.
"Niente! Tanto meglio!" affermai facendola ridere, anche se debolmente.
"Come l'hai saputo, Diana?"
"Non è importante come, è importante averlo saputo! Perché me lo chiedi?"
"Niente, è che sei un po' pallida e sembri sconvolta" rispose mia cugina.
"Anche da un letto d'ospedale riesci ad avere un cuore d'oro?" chiesi ridendo.
Anche lei rise, ma non riusciva a farlo a piena gola come faceva di solito. Era stanca.
La porta si aprì di colpo e Gabriele entrò nella stanza e mi diede la bottiglietta.
"C'è qualcosa che non va?" chiese mia cugina.
"Niente amore mio, non preoccuparti" la tranquillizzò Gabriele. "Ora tu devi solo preoccuparti di stare bene, okay?"
Lei annuì e dopo un po' chiese: "Sarebbe possibile riunire il gruppo?"
"Sì, tesoro, ma dobbiamo comunicare la notizia nel gruppo" l'avvertii.
"Tu te la senti, Francesca?" chiese Gabriele. "Vuoi avvertire gli altri?"
"Sì, d'accordo, ma fate attenzione" ci raccomandò lei.
"Stai tranquilla" le dissi. "Andrà tutto bene!"
Un paio d'ore dopo erano tutti lì.
Laura's Pov
Gabriele e Diana erano stati un po' vaghi nello spiegarci la situazione, non era un argomento da affrontare così.
Andammo in ospedale ed entrammo insieme a Sara e al signor Giorgio.
Quando sentii due medici parlare della situazione della mia amica mi fermai di colpo e mi coprii il viso con le mani.
Andrea si avvicinò a me e mi abbracciò.
"Laura, non piangere!" mi disse. "Non dimenticare quante ne ha passate! Lei è una ragazza molto forte e ti vuole bene tanto quanto tu ne vuoi a lei, piccola!"
Mi scoprii il viso e ricambiai l'abbraccio. Il mio cuore batteva forte ogni volta che stavo con lui, anche se lo conoscevo da moltissimo tempo. Lui era sempre presente per me ed era dolce.
Entrammo tutti insieme nelba camera 124. Io corsi verso la mia amica e le strinsi la mano.
"Laura!" dissi con un sorriso.
"Amica mia!" dissi cercando di abbracciarla, ma aveva troppi marchingegni addosso perché riuscissi nel mio intento.
"Ehi piccola!" disse Luigi. "Come ti senti?"
"Stanca, ma felice." rispose lei. "Sono felice di vedervi!"
"Molto bene, allora cercheremo di renderti sopportabile questo periodo!" disse Juan.
Francesca's Pov
Mi sentii molto meglio a quel pensiero.
Loro erano con me e quando hai tanti amici, tante persone che ti vogliono bene e che vogliono aiutarti ti senti la persona più fortunata di questo mondo.
Almeno a me accadeva proprio questo.
"Intanto sarà meglio attaccare questo bigliettino al muro, in modo che ti salti agli occhi quando il coraggio inizierà a giocare a nascondino!" disse Caterina.
Mi venne da ridere a quelle parole, ma la mia risata era un po' debole perché non mi sentivo bene al cento per cento.
Presero una cornice e la misero su un chiodo che a quanto pare era lì apposta.
Accanto a quella cornice c'era il quadro della Vergine con il Bambino tra le braccia. Era una bellissima associazione. Il Bambino che fa uscire il Sole e lo fa nascondere e la frase: "Jesce Sole!"
"Secondo: dobbiamo cercare di farti ridere!" disse Denise.
"Questo l'avete già fatto!" affermai.
"Bene! Allora restiamo qui tutti insieme!" disse una voce fuori dalla mia porta.
Gabriele andò ad aprire e io vidi mio zio Secondo, il manager dei cabarettisti.
"Ti ho portato un regalino!" mi disse.
Si avvicinò al letto e mi diede un Dvd e la custodia di un dischetto sulla quale era scritto: "Cabaret 2014."
"E questo?" chiesi sorpresa.
"Mettilo nel Dvd e capirai!" mi disse Gabriele.
"Ma cosa devo capire?" chiesi sorpresa.
"Su, amore mio, mettilo!" disse Gabriele.
Infilai il dischetto nel Dvd e capii di cosa si trattava.
"Se vuoi è anche su Youtube." disse zio Secondo.
"Che? Davvero? E il canale come si chiama?" chiesi. A momenti saltavo di gioia.
"Come ci chiami tu, tesoro!" disse Gabriele. "Angeli delle Risate!"
Cercai di alzarmi, ma all'improvviso fui colta da un dolore terribile al petto.
"Piccola, cos'hai?" mi chiese Gabriele.
"M-mi sento malissimo" singhiozzai.
Gabriele's Pov
Mi avvicinai al letto della mia piccola e presi la sua mano. Ebbi paura nel sentirla così rigida e fredda.
Appoggiai una mano sulla sua fronte e mi accorsi che era letteralmente ghiacciata.
Lei intanto aveva gli occhi chiusi.
"Oh mio Dio, sembra un pezzo di ghiaccio per quanto è fredda!" pensai.
"Gabriele che le è preso?" chiese Diana.
"Non lo so, è pallida e molto fredda e a quanto pare non reagisce!" risposi. "Per favore vai a chiamare un medico!"
"Io vado, tu coprila bene!" raccomandò Diana.
Presi la mia piccola e l'avvolsi nelle coperte che si trovavano nella stanza.
Per sicurezza presi il suo polso e tirai un piccolo sospiro di sollievo nel sentire il battito del suo cuore.
Diana arrivò con il dottore che si rivolse a tutti noi: "Avete fatto molto bene a coprirla, in questi casi è necessario tenere la persona al caldo."
Il dottore la prese in braccio e la portò via.
Quando lei fu fuori mi lasciai cadere sulle ginocchia e appoggiai la fronte sul materasso. Mi sembrava di poter sentire il battito del suo cuoricino ancora impresso in quel materasso di lana. Mi lasciai andare a un pianto liberatorio, ma senza rumore.
Poi percepii una presenza al mio fianco e il braccio di Diana mi cinse le spalle. Anche lei scoppiò in lacrime, ma sia per lei che per me fu questione di pochi secondi. Era un incubo da cui volevo svegliarmi, ma la mia piccola aveva bisogno di conforto e io non potevo permettermi di crollare. Lei aveva bisogno di sostegno e io avevo tutta l'intenzione di offrirglielo.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora