Francesca's Pov
Passarono un paio di giorni e Ginevra si riprese del tutto. Io, però, non potevo ancora tornare a casa, perché Tommaso non aveva ancora deciso di smettere di cercarmi. Lui voleva a tutti i costi portarmi chissà dove. Quel giorno, però, accadde una cosa davvero orribile. Qualcuno bussò alla nostra porta e Gabriele andò ad aprire.
"Rocco! Oh mio Dio, ma che ti è successo?"
Zio Rocco? Che cosa faceva lì( Cosa stava accadendo?
Corsi verso la porta e vidi zio Rocco tutto trafelato e con dei lividi sul viso.
"Zio Rocco, ma cos'hai fatto?"
"Francesca... è successa una cosa terribile!"
"Cosa? Cosa ti hanno fatto("
"Non pensare a me! Adesso ciò che conta è salvare Amelia! Lei non è più all'ospedale!"
"Non capisco zio, spiegati meglio" dissi.
"Santiago ha sequestrato la bambina!"
"Che? Come l'ha portata via?"
"Santiago l'ha sequestrata e io ho tentato di fermarlo, ma lui mi ha messo ko!"
"Tu occupati di lui Francesca, io avverto la polizia!"
"O-okay, ma dopo andiamo a cercarli, forse conosco un posto in cui potrebbe essere mio pa... Santiago! Una volta ci ha portato me!"
Non riuscivo più a chiamarlo "padre", pensare al fatto che quell'uomo fosse mio padre mi faceva sentire in colpa e avevo una sensazione davvero orrenda.
Feci sdraiare mio zio sul letto e gli medicai le ferite.
"Mi dispiace."
Quelle parole mi lasciarono di sasso. Per cosa era dispiaciuto? O forse... per chi lo era?
"Per cosa zio?"
"Per Amelia! Povera bambina, lei non merita un padre simile e neanche tu..."
Si fermò di colpo e sembrò sperare che non avessi sentito.
"Cosa?" fu l'unica cosa che riuscii a dire.
"No, no, nulla!"
"Zio Rocco..."
"Cosa?"
"Ma allora Amelia è mia sorella! Amelia è mia sorella!"
Rocco's Pov
Adesso Francesca conosceva la verità e senza volerlo l'avevo condotta io stesso verso quella verità.
"Quante altre donne ha fatto soffrire(" mi chiese scoppiando in un pianto a dir poco disperato.
Cercai di tirarmi su per abbracciarla e la guardai. Era l'esatto contrario di suo padre: buona, dolce e molto coraggiosa. Mi dispiaceva molto vederla così. Aveva ragione: quante altre donne avevano dovuto soffrire per colpa di mio fratello? Quanti altri bambini erano nati per trascorrere un lungo periodo in un ospedale? Quante altre donne avevano rischiato o perso la vita per la bella faccia di quel mostro che avevo la sfortuna di avere come fratello?
"Non lo so" le risposi, "e non voglio saperlo!"
"Dobbiamo trovarla! È mia sorella ed è piccola, non potrei sopportare che lui la ferisse!"
Mi alzai dal letto sul quale mi aveva fatto distendere e la presi per mano.
"La troveremo!"
Forse lo dicevo solo per autoconvincermi, ma lei sembrò ritrovare il suo spirito forte e combattivo e disse: "Una volta lui mi ha portata in una casa fuori città e se le cose stanno come penso lei è lì!"
"Allora andiamo a cercarla, se ricordi dov'è la casa potrai guidarmi!"
"Sì, ricordo bene dove si trova quella maledetta casa!"
Poi si girò verso di me: "Come ti senti? Ti fanno male quelle ferite?"
"No tesoro, ora mi sento molto meglio" risposi.
Uscimmo dalla casetta e lei mi accompagnò nella zona in cui si trovava la villa. Di colpo si fermò e sembrò che stesse trattenendo il respiro. Mi avvicinai a lei e la guardai, ma sembrava scioccata dalle grida che provenivano dall'interno di quella casa degli orrori.
"Francesca! Ehi, reagisci!"
"Come faremo ad entrare, zio?"
"Tranquilla, lì dietro c'è una porta socchiusa, entreremo da quella, tesoro!"
La presi per mano e aprii la porticina. Quando entrai vidi che quel mostro aveva legato Amelia e le stava urlando in faccia la verità. La bimba era in lacrime, sembrava un'indemoniata per il modo in cui gridava e si agitava. Ma come darle torto?
Francesca's Pov
Quello non poteva essere mio padre, era un uomo cinico, violento e senza cuore! Non che io fossi la persona perfetta, certo, ma non avrei mai gridato contro una bambina, ancora meno per dirle ciò che lui disse ad Amelia!
"Tu sei stata un errore, come tua sorella Francesca! Ma quella stupida di tua madre ha già pagato per aver deciso di non ascoltarmi!"
"Sei cattivo!"
Amelia riusciva a dire soltanto questo, era disperata e io stavo per perdere il controllo. Se non ci fosse stata mia sorella avrei ceduto alla tentazione di tirare uno schiaffo a quel disgraziato.
"Hai ragione, io sono cattivo" disse lui, "e presto te ne renderai conto!"
Amelia perse i sensi e io, dopo avergli sentito dire quelle parole, persi l'ultimo briciolo di autocontrollo che mi restava e mi gettai contro di lui per poi colpirlo in viso come lui aveva fatto più volte con mia madre e con chissà quante altre innocenti.
"Un padre non si comporta come te! Tu non sei né mio padre né il padre di Amelia, e sai perché? I bambini non sono prodotti di una fabbrica da quattro soldi e un vero padre non respinge così i suoi figli! Non li lega per dir loro un mucchio di cattiverie e non cerca di far loro del male."
"Calma, calmati bimba" disse una voce familiare. "Non parlare così a tuo padre!"
"Tu non parlare perché sei peggio di lui!"
"Francy, anche se Tommaso è fatto della stessa pasta di Santiago questa volta ha ragione! Non farti vincere dalla rabbia, lui non chiede altro! E ora dobbiamo portare via di qui la bambina!"
Mi voltai di scatto e vidi mia sorella sdraiata a terra se la posizione in cui si trovava poteva essere definita in questo modo.
I fili che la legavano la tenevano sospesa a pochi centimetri dal pavimento e se i fili avessero continuato a stringerla in quel modo la circolazione del sangue le si sarebbe fermata.
E per finire aveva anche una corda che la teneva legata per il collo allo schienale di una sedia che era in un equilibrio a dir poco precario.
Quest'ultima era abbastanza lunga, ma quella posizione era molto rischiosa.
"Zio, hai un paio di forbici?" chiesi.
"Sì, tieni" rispose lui dandomi le forbici.
Mi avvicinai alla sedia e tagliai le corde che tenevano legata mia sorella, poi la presi in braccio e iniziai a correre.
"No Francesca! Tu nasconditi, io porto Amelia in ospedale!"
"No, non posso! Io devo starle accanto! Amelia è mia sorella!"
"Va bene, va bene, ma stai attenta e guardati sempre alle spalle!"
Andammo in ospedale e Amelia venne portata via.
Era già la seconda volta in un mese che mi accadeva di essere lì per qualcun'altro.
"Mi dispiace che tu abbia scoperto così la verità" disse una voce familiare. Mi voltai e vidi Gabriele.
"Come l'hai saputo?"
"Ho incontrato Santiago e da quello che diceva ho capito che tu e Amelia siete... siete sorelle."
"Quell'uomo non è un padre! È solo un mostro!"
"È vero, ma non sentirti un mostro per colpa sua! Né tu né quella bambina!"
Detto questo mi si avvicinò e mi strinse a sé.
Mi lasciai andare ad uno sfogo fatto di lacrime e parole incomplete. Fu atroce piangere un'altra volta, avevo versato così tante lacrime che ogni singola goccia che mi bagnava gli occhi mi provocava dolore e bruciore. Era un vero e proprio calvario che non voleva saperne di volgere al termine.
All'improvviso il dottore che si occupava di Amelia venne verso di me.
"Francesca, la bambina si è ripresa... ed ha chiesto di te."
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...