Capitolo 30: Linda

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Francesca's Pov
"Cerca di piantarla! E non sperare che il tuo Gabriele venga a salvarti! Non lo rivedrai mai più Francesca!"
In quel momento strinsi i denti così forte da rischiare di ridurli in pezzi.
"Che fai, la dura? Beh, non reggerai molto, tra poco scoppierai a piangere!"
"Sa una cosa? Io mi sono stancata di essere trattata così! Non sono il suo giocattolino, ha capito? E non mi parli di Gabriele perché l'unico ingrato è il suo dolce pargoletto, il suo Tommaso! Sa che mi ha aggredita? Sa che se sono confinata qui dentro la colpa è sua? Io non sono Cenerentola e se vuole mi mandi pure in quel maledetto orfanotrofio, ma io potrei parlare, parlare molto! Sono stanca di essere trattata come una schiavetta!"
La donna alzò una mano per darmi uno schiaffo, ma io mi spostai da un lato.
"Non provi a mettermi le mani addosso!" la minacciai. "Non deve toccarmi!"
Proprio in quel momento entrò una ragazza.
"Ma che sta facendo?" chiese. "Perché tratta in quel modo quella poverina?"
"Ho i miei buoni motivi per punirla!"
"Solo perché voleva leggere?"
"Non voleva leggerlo, voleva rubarlo!" gridò la strega.
"E che bisogno avrebbe avuto di rubarlo? Per portarlo dove visto che non può uscire di qui?" chiese la ragazza.
"Per essere la nuova cameriera sei dura, eh?" disse la donna con un ghigno malvagio dipinto sul viso contratto.
"Dura o non dura non può mettere le mani addosso ad una ragazza soltanto perché voleva leggere un libro! Su piccola, vieni con me!" concluse prendendomi per mano e portandomi con sé.
"Tu resti qui ragazzina!" gridò la madre di Tommaso.
"Io e lei non abbiamo più niente da dirci!" dissi stringendo forte i denti.
"Su piccola, non essere triste!" mi disse la ragazza. "Adesso è passato!"
"Come ti chiami?" chiesi timidamente.
"Mi chiamo Di... ehm... Linda." rispose la ragazza con un sorriso. "E tu come ti chiami?"
"Francesca" risposi con ân sorriso.
"Piacere di conoscerti, Francesca!" mi disse Linda.
Mi soffermai sulla sua voce: sembrava proprio quella di mia cugina Diana!
Linda mi aiutò con le faccende domestiche, poi si allontanò. Sembrava proprio mia cugina!
Diana's Pov
A momenti mi facevo scoprire!
Stavo per dire: "Diana" e non dovevo farlo. Inoltre lei aveva una spiccata dote per riconoscere le voci, infatti mi accorsi che mi guardava con tristezza, come se sentisse la mancanza della vera me stessa. Povera piccola!
Stava molto male e questo non doveva succedere! Dovevo assolutamente parlare con Gabriele, lui doveva sapere ogni cosa!
Mi nascosi nel ripostiglio e lo chiamai visto che per fortuna gli era stato concesso il beneficio del dubbio.
"Ehi!" La sua voce era bassa e non aveva pronunciato nomi per non crearmi problemi nonostante fossimo al telefono.
"Gabriele, la situazione è un disastro! A momenti le mettevano le mani addosso e solo perché voleva leggere!"
"Oh santo cielo! Dobbiamo portarla via da quella maledetta casa al più presto! Giuro che se incontro Tommaso io..."
"A quell'imbecille penseremo più tardi! Adesso l'importante è mia cugina!"
"Povera piccola!" Sentii che la sua voce era rotta dall'emozione. "Come sta?"
"Male! Lei dice che le manchi tanto e non sopporta nessuno di quei quattro che la sfruttano! Non sopporta che parlino di te perché dicono cose orribili sul tuo conto e dice che tu non lo meriti!"
"È sempre così buona la mia Francy!"
"Sì, tanto! Spero che i ragazzi trovino presto le prove, altrimenti non so come potrebbe finire questa storia!"
All'improvviso sentii un rumore di passi che si avvicinavano sempre di più.
"Ora devo chiudere, Gabriele! Ciao!" sussurrai.
Vidi mia cugina intenta a pulire il pavimento accanto al ripostiglio.
"Ehi Francesca! Ti serve un aiuto?"
"N-no, grazie" balbettò lei. "Ce la faccio!"
"Ehi! Non devi vergognarti con me, Fra, sai?"
"Posso chiederti una cosa?"
"Quello che vuoi!"
"Perché sei entrata lì dentro?"
"Non volevo farmi sentire dalla strega!"
"Ah, la strega sarebbe... La signora?"
"Esatto! Su, vieni a sederti, sarai sfinita!"
"No, no, davvero! Ho quasi finito!"
Infatti poco dopo aveva terminato.
"Tu credi nei desideri?" mi chiese.
"È una domanda un po' strana, a dire il vero, ma... Perché no? I desideri possono sempre realizzarsi, piccola!"
"So che sembrerò un po' credulona, ma io non vedo l'ora che arrivi la notte di San Lorenzo!" mi disse con quella sua tipica espressione da piccola sognatrice. "Vedi, io credo nelle stelle cadenti e immagino sempre che emettano un suono quando si vedono cadere! Come tante piccole campanelle!"
"Che cosa carina!" dissi sorridendole.
Non so cosa la spinse ad agire in quel modo, ma lei corse verso di me e mi abbracciò forte, molto forte. Il suo cuoricino batteva fortissimo, sembrava che non ricevesse affetto da chissà quanto tempo.
"Ehi! Che cos'hai?" le chiesi.
"Scusami, se ti ho infastidita non volevo!" disse dispiaciuta.
"Non mi hai dato nessun fastidio!" dissi. "Ma perché sei così agitata?"
"No, io... vedi, mi ricordi una persona che mi manca tanto" disse.
"Piccola, quanto sei tenera!" le dissi.
"Ehi voi due! Che cosa state facendo?"
"Che t'importa?" chiesi irritata.
"Scusi signorina Giada!" disse mia cugina.
"Ah, lei è una delle due pargolette!" dissi.
"Tu sei nuova e ti perdono, ma questa ragazzina non la passerà liscia stavolta!" gridò Giada con quella voce stridula che mi dava più che fastidio.
"Ehi piccola! Perché quella faccia triste?" chiesi avvicinandomi a Francy.
"Adesso mi puniranno, ne sono sicura!"
"Tu sei forte piccola! Puoi farcela!"
"Forse, però... però io non posso sopportare di essere lontana da qualcuno che mi fa stare bene! È un Angelo delle Risate! Cioè, io lo chiamo così! Lui è... lui è un cabarettista e mi fa ridere, mi tratta bene, insomma ha cinque qualità che mi piacciono molto!"
"E queste cinque qualità sarebbero?"
"Lui è dolce, simpatico, sensibile, affettuoso e premuroso! Per questo ti dico che è un angelo! È il mio angelo!"
"Hai detto una cosa davvero dolce" le dissi.
"Ma temo sia un amore un po' difficile" disse con un'espressione rattristata.
"Posso chiederti perché dici questo?"

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora