Capitolo 64: Jesce Sole

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Laura's Pov
La tensione e la sofferenza la facevano da padrone nella stanza di Francy da quando lei era stata portata via dai medici. Io m'inginocchiai accanto al letto e le lacrime iniziarono a rigarmi le guance. Fui presa da una specie di crisi, perché non riuscivo a smettere di piangere e mi sentivo davvero malissimo.
Mi alzai e iniziai a correre verso il cortile. Pioveva a dirotto, ma in quel momento non me ne importava nulla.
"Laura! Laura, fermati!" gridavano Andrea e Gabriele.
Quest'ultimo fu il primo a raggiungermi e mi appoggiò una mano su un braccio.
"Entra, per favore, sei bagnata fradicia!" disse. "Se vai avanti così rischierai di prenderti un malanno!"
"Non può essere che per una vigliaccata di quel signor Santiago la mia amica sia costretta a soffrire in questo modo!" dissi senza muovermi di un millimetro dalla mia posizione.
Gabriele mi prese la mano e mi fece voltare.
"Dai, vieni, entriamo! Te lo chiedo per favore!" disse Andrea prendendomi l'altra mano. "Amore, ti prego, cerca di occuparti anche un po' di te stessa! E poi chi può dirlo? Lei potrebbe anche essere stata riportata in camera sua ed essersi ripresa!"
Infatti, quando tornammo nella stanza 124, vedemmo che Francesca era di nuovo nel suo letto, anche se non aveva ripreso conoscenza. Gabriele si fece avanti e le prese entrambe le mani.
Gabriele's Pov
Povera piccola, era pallida e immobile e giusto per completare il quadretto le sue piccole mani erano ghiacciate. Mi avvicinai a lei e le baciai una guancia.
A differenza delle sue mani la sua faccia era bollente: brutto segno!
"Piccola mia, ti hanno strappato le ali prima che tu imparassi a volare! Ma tu devi provare ancora a volare! Niente è ancora definito e alcune cose accadono perché lo vuole il destino, altre dipendono solo ed esclusivamente da noi. Ho bisogno che tu ti risvegli e di vederti guarita, piccola principessa! Ricordati del nostro canto di speranza e sfruttalo per guarire e tornare a fare quello che facevi prima di questa storia! Come ha detto Laura, non è giusto che per una vigliaccata di quel menefreghista manesco tu ti ritrovi in questo stato! Gli angeli non devono pagare per gli errori commessi dai mostri!"
Avvertii un leggero movimento e la mia piccola aprì un occhio e disse: "Non me ne voglio andare! Voglio che torni a splendere il Sole nella mia vita, ma l'unica cosa che ho davanti è il buio!"
La sua vocina già delicata per natura era diventata ancora più flebile ed era a stento udibile. Stava soffrendo molto.
"Calmati Chicca, per favore" le dissi.
"Non lasciarmi Gabriele, ti supplico!"
"No, amore mio, no! Non ti lascio! Non ti lascerò mai, lo giuro!" cercai di rassicurarla.
Francesca's Pov
Mi guardava negli occhi e il suo sguardo era colmo di tenerezza. Avevo una paura incredibile di quello che stava per accadermi, avevo paura di non farcela a sopportare i trattamenti ai quali avrei dovuto sottopormi per sconfiggere definitivamente la mia malattia.
Lui sembrò leggere nei miei occhi per la frase che mi disse: "La luce di una stella si spegne solo dopo milioni e milioni di anni, ma tu sei una stellina molto speciale! La tua luce non si spegnerà adesso, te l'assicuro!"
Un brivido mi percorse la schiena nel sentirgli pronunciare quelle parole. Mi aveva chiaramente definita una stella (e per giunta speciale!) Era davvero un angelo, era il mio dolce angelo custode.
"Non so come ringraziarti!" gli dissi.
Il destino, però, non voleva lasciarmi in pace, infatti ecco che la porta si aprì e Tommaso fece il suo ingresso.
"Ehi piccola! Ho saputo che hai avuto un piccolo malore" mi disse con un ghigno malvagio dipinto su quel viso che poteva sembrare angelico se non conoscevi il suo proprietario come lo conoscevo io.
"COME CAVOLO FAI A SAPERE TUTTO QUESTO? CHE CI FAI QUI? TE NE DEVI ANDARE!" gli gridai contro portandomi una mano al petto e scoppiando in lacrime.
"Calmati piccola, andrà tutto bene!" mi rassicurò Gabriele prendendomi la mano e stringendola fortissimo tra le sue. "E tu vattene! Non capisci che la fai agitare? Sparisci!"
Lui si avvicinò pericolosamente a me e sentii un movimento veloce verso la mia tempia. Un attimo prima che lui mi colpisse, però, Gabriele lo prese per la maglietta e lo trascinò verso di sé.
"Non ti permettere di toccarla di nuovo altrimenti ti faccio rinchiudere in galera, disgraziato, hai capito?" disse a denti stretti.
Sapevo che voleva proteggermi e che non gli avrebbe fatto del male, ma quel tono mi metteva paura, molta paura!
"Ah, e tu credi di spaventarmi così!" disse lui tornando ad avvicinarsi.
"NON TI AVVICINARE MAI PIÙ A LEI!" gridò Gabriele tirandogli un pugno.
"No, no, ti prego!" cercai di fermarlo.
"Hai ragione! Vieni, dobbiamo risolvere questa storia fuori di qui! E sai perché? Lei non deve sopportare le cose che rischia di vedere! Vieni con me!"
Gabriele's Pov
Presi Tommaso per un braccio e lo portai nel cortile dell'ospedale. Per sicurezza mi chiusi la porta alle spalle visto che non volevo che lui entrasse.
Non doveva far soffrire ancora in quel modo la mia bambina, non doveva farlo!
"Perché mi hai portato qua?" chiese con una faccia innocente che mi dava altamente ai nervi.
"Perché sei un disgraziato!" risposi. "Perché quando hai rapito Francesca le hai anche alzato le mani addosso e stavi per farlo di nuovo davanti a me!"
"Allora eri tu l'eroe mascherato!" esclamò lui guardandomi con occhi pieni di malvagità, come non li avevo mai visti.
"Sì, ero io! Non posso sopportare quello che fai, meno che mai se lo fai a lei che non ti ha fatto proprio nulla!"
Lo guardai e per un attimo sperai di rivedere il mio vecchio amico Tommaso.
"Una volta ci volevamo bene e tu hai distrutto tutto! Tu hai distrutto tutto senza pensarci due volte, hai capito?"
Lui mi tirò un pugno. "E non me ne pento per niente" disse. "Ora conduco una bella vita, ho tutte le ragazze ai miei piedi e forse un giorno anche la tua Francesca sarà a mia disposizione!"
No! Lei no! Non doveva nemmeno provare a metterle un dito addosso e ancora meno a farsi strane idee sul suo conto! A quel punto persi il lume degli occhi e mi scagliai contro di lui gettandolo a terra e restituendogli il pugno. "Non devi neanche nominarla!" lo minacciai. "Con le ochette che ti vengono dietro fai quello che ti pare, anche se loro stesse si accorgeranno del verme in cui ti sei trasformato, ma lei non deve fare parte dei tuoi loschi propositi e tu devi lasciarla in pace!"
"Ho trattato male la tua bella bambina?" chiese lui tirandosi su a sedere. "Povero, se suo padre ha abbandonato lei e la madre ci sarà pure una ragione, non credi, Gabriele?"
"Sì! Il motivo è che è un mostro come te!" risposi tirandogli un altro pugno.
In quel momento si scatenò l'impossibile e lui si gettò contro di me. Iniziammo a colpirci a vicenda fino a non poterne più.
Quello che era ridotto peggio ero io, ma non me ne importava!
"Hai cercato di difendere la tua bimba e adesso sei ridotto male" mi disse Tommaso, facendosi anche una bella risata!
"Vedi di non farmi venire voglia di tirarti anche un calcio al punto giusto" dissi nervoso.
Mi alzai e ricominciammo a lottare. All'improvviso la porta si aprì e ne uscì Diana.
"Ma siete impazziti, voi due? Basta!" gridò tirandomi verso di sé e correndo a bloccare Tommaso.
"Mettiti giù Casanova, muoviti!" gli ordinò.
"Quello che vuoi, bellezza!" disse lui.
"Stai zitto o almeno evita di dire cavolate!" disse lei, molto irritata.
Ci mise un attimo a curarlo, poi si rivolse a me.
"Tu resta dove sei!" disse indicando Tommaso. "E tu sdraiati, Gabriele!"
Obbedii senza dire nulla. "Ora ti farò un po' male" mi avvertì, "stringi i denti e fatti coraggio!"
"Grazie" risposi e strinsi forte i denti mentre con le mani mi aggrappavo alla pelle delle gambe per il dolore.
"Vedo che sei un ragazzo coraggioso!" disse lei. "Mi raccomando, curati le ferite e proteggi mia cugina da chi vuole farle del male!" Scandì bene le ultime parole e indicò Tommaso. "Sì Casanova, ce l'ho con te!" aggiunse.
Valeria's Pov
La mia povera amica si era sentita di nuovo male e le stavano facendo una terapia di flebo e non so che altro.
Ricordai il giorno in cui lei si era mascherata per difendermi dalle streghe.
💭"Lasciate subito la ragazza!"
"E perché dovhemmo farlo?"
"Per questo!" Afferrò Giada per le caviglie e la gettò nel fango. Per me!
Lei faceva tutto questo per aiutarmi! 💭
"Non capisco" singhiozzai. "Perché lei che è buona come il pane deve soffrire le pene dell'inferno, perché, perché?"
Cassandra mi corse incontro e mi abbracciò.
"Vale, non fare così, ti prego! Hai detto tu stessa che è una ragazza forte! Vedrai, si riprenderà presto! E come dice lei: un giorno tornerà a splendere il Sole nella sua vita e nella nostra!"
All'improvviso sentii una vocina proveniente da dietro le mie spalle e mi voltai. C'era una bambina.
"State parlando della ragazza che è in quella stanza?" chiese.
Guardandola notai che aveva una straordinaria somiglianza con Francesca.
"Sì, proprio di lei, piccola!" risposi.
"Gli angeli guariscono sempre" disse. "E spero che qualche angelo abbia cura di me."
All'improvviso arrivò Gabriele insieme a Diana.
"Ma che hai fatto alla faccia?" chiesi.
"Una parola: Tommaso!" rispose lui. "E tu chi sei, piccola?"
"Mi chiamo Amelia" rispose la bambina.
"E come mai una bimba così bella è qui, in un ospedale, tutta sola?" chiese lui sorridendo.
Gli occhi della bimba, un po' thisti dal principio, si riempirono di lacrime.
"Mi hanno lasciata da sola" rispose.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora