Capitolo 78: Sensi di colpa

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Francesca's Pov
Ero distesa sulla barella che mi avrebbe condotta in sala operatoria ed ero terrorizzata all'idea di subire un altro intervento. Quella cosa che avevo nel corpo sembrava una bomba ad orologeria e temevo che potesse esplodere da un momento all'altro, magari prima o durante l'operazione alla quale avrei dovuto sottopormi per "disinnescare il mio ordigno interiore".
Ero coperta da un leggero lenzuolo perché non faceva particolarmente freddo, ma nonostante fosse l'11 aprile io tremavo, avevo freddo e paura. Gabriele, che stringeva la mia mano, se ne accorse.
"Francesca, ma tu stai tremando!" mi disse preoccupato. "Che ti succede?"
"Ho f-freddo... e... e t-tanta paura."
Balbettavo e battevo i denti nel dire quelle parole.
Lui, sapendo qual era il modo per calmarmi, si avvicinò al mio viso e mi diede un bacio sulla guancia.
"Vedrai, tesoro mio, andrà tutto bene."
Detto questo lasciò la mia mano e la barella fu trasportata dentro.
"Eccoti qui, Francesca! Sei pronta per terminare la tua scalata?" mi chiese il dottore.
"Sì, ma le confesso che ho un po' paura di quello che potrebbe succedermi" risposi.
"Tranquilla piccola, tu sei stata già molto coraggiosa a non tirarti indietro all'ultimo momento."
Detto questo l'uomo mi batté leggermente una mano sulla spalla e m'informò su quello che dovevo fare.
"Tesoro, ora sdraiati sul lettino e tutto quello che dovrai fare dopo sarà respirare profondamente" mi disse. "Sta tranquilla, vedrai, andrà tutto bene."
Contai mentalmente fino a tre e mi distesi sul lettino. Iniziai a fare dei respiri profondi chiedendomi a cosa servisse, ma non ebbi il tempo di porre quella domanda al dottore perché le mie palpebre si fecero pesanti, sempre più pesanti, e fui avvolta da un sonno senza sogni.
Gabriele's Pov
Io e tutti gli altri eravamo fuori dalla sala operatoria e stavamo soffrendo moltissimo. Quella che sembrava stare peggio era sua madre. Piangeva a dirotto e ne aveva tutte le ragioni, ma quello che diceva non aveva ragione di essere.
"Oh santo cielo, è tutta colpa mia!" diceva.
Mi avvicinai a lei e la portai verso una sedia, non riusciva nemmeno a reggersi in piedi per quanto stava male.
"Sara, ti prego! Non piangere" dissi.
"Non ce la faccio, Gabriele! Sono io la colpevole della malattia di mia figlia, perché non dovevo fidarmi di Santiago! Giuro che mi prenderei a schiaffi per quanto sono stata stupida!"
Sara fece l'atto di farlo davvero, ma io mi posizionai davanti a lei e la bloccai. Non poteva tormentarsi così.
"Ti prego, non fare così... sai bene che tua figlia è una ragazza molto forte e non è colpa tua se è distesa sul lettino di una sala operatoria! L'unico colpevole è quel degenerato che ti ha messo le mani addosso per due volte di seguito."
"Oh, Gabriele, sei così caro!" disse lei. "Senti, c'è una cosa che devo chiederti. Se un giorno la mia bambina dovesse avere un figlio tuo... ti prego, non lasciarla da sola! Hai visto cosa può comportare, no?"
"Non solo te lo prometto, ma te lo giuro!" dissi. "Non voglio che quella povera creatura soffra come sua madre!"
Avevo già un film nella testa, immaginavo la scena della mia piccola che tremando come una foglia mi diceva che aspettava un bambino. Immaginai il modo in cui avrei agito.
💭"Gabriele, io... io devo parlarti!"
"Tesoro, che cos'hai? Perché sei così agitata?"
"È... è che... io... io aspetto un bambino!"
"Tesoro, per favore, calmati! Troveremo una soluzione, te lo prometto." 💭
Quella scena mi fece provare molta commozione.
Pochi minuti dopo entrò il custode.
"Sara, che hai? Perché stai male?"
"Oh Rocco, stanno operando mia figlia" disse Sara portandosi le mani al volto e cercando di soffocare i singhiozzi.
"Per favore, puoi portarla fuori? Non le fa bene stare qui dentro" disse Diana preoccupata.
"Non preoccuparti ci penso io" disse il custode prendendo per mano la donna e conducendola all'esterno dell'ospedale.
Rocco's Pov
Povera donna, dev'essere orribile vedere una figlia in una sala operatoria, soprattutto se è una figlia unica e speciale come la sua. Lei aveva dovuto crescere Francesca contando solo sulle sue forze e aveva fatto un ottimo lavoro. Sua figlia era una ragazza forte e dolce, si prodigava per gli altri e riusciva sempre a rialzarsi ogni volta che cadeva.
"Rocco... io non posso crederci! Se mia figlia sta rischiando la vita in una sala operatoria la colpa è soltanto mia! Non dovevo fidarmi di Santiago, sono stata un'idiota!"
"Sara ascoltami, non devi tormentarti in questo modo! Non è colpa tua se Santiago ti ha piantata in asso mentre aspettavi la tua bambina! Tu non sapevi, non potevi sapere che razza di uomo fosse. Eri ancora una ragazzina e lui purtroppo usa sempre lo stesso trucco. Il problema è che dopo fa ammalare i bambini che fa nascere. Ma in compenso qualcosa di buono l'ha fatto."
"Cosa?" chiese Sara abbassando lo sguardo.
"Ti ha dato una figlia meravigliosa e tu hai saputo come crescerla senza abbatterti. Lei non ti giudica colpevole, dopotutto non ti sei fatta mettere volontariamente le mani addosso. Senti, tu non sarai mia cognata, ma per me quella povera creatura è mia nipote e io condivido il tuo dolore. Non devi colpevolizzarti e non devi piangere per colpa di quel donnaiolo incallito di mio fratello."
La strinsi in un abbraccio facendole nascondere il viso sul mio petto. Lei sussultava molte volte in quella posizione e sembrava che non riuscisse neanche a respirare.
All'improvviso, mentre eravamo ancora abbracciati, vedemmo un uomo che cercava di trascinarsi verso l'ospedale.
Io e Sara ci staccammo sentendo quei gemiti di dolore e vedemmo il povero Giorgio.
Era ridotto malissimo purtroppo, quel mostro di Santiago doveva averlo aggredito.
"Giorgio!" Sara si gettò in ginocchio accanto a lui e le sue lacrime bagnarono le ferite del poveretto. Mi avvicinai anch'io e iniziai a toccare con delicatezza i punti che avevano un segno o un rigonfiamento di qualsiasi genere.
"Ce la fai ad alzarti?" gli chiesi.
Lui provò almeno a mettersi seduto, ma si vedeva che non ne aveva la forza, infatti ricadde a terra emettendo un gemito di dolore.
"Amore, ma che ti hanno fatto?" chiese Sara.
"È stato quel... quel..." disse Giorgio.
"Adesso calmati, ti aiuto ad entrare."
Presi la mano di Giorgio e lo aiutai ad alzarsi. Sara gli fece appoggiare l'altro braccio sulle sue spalle per aiutarlo a camminare e lo portammo dentro.
Quando Gabriele lo vide in quello stato corse verso di lui, preoccupato.
"Papà! Oh mio Dio che ti è successo?"
Gli corse incontro e voleva abbracciarlo, ma si ritrasse come se avesse paura di fargli male.
Gabriele's Pov
Quando vidi mio padre ridotto in quello stato gli corsi incontro per abbracciarlo, ma temendo di fargli male mi fermai con le braccia tese in avanti.
"Chi è stato? Che cosa gli hanno fatto?" chiesi preoccupato e arrabbiato.
"Non lo so, Gabriele, è arrivato quando era già ridotto in questo stato!" rispose Rocco.
"Santo cielo, non so chi sia stato, ma è un mostro!" concluse Sara scoppiando nuovamente in lacrime.
Vidi che il volto di mio padre diventava pallido e pochi secondi dopo lui scivolò all'indietro e io lo afferrai all'ultimo momento.
"Giorgio! Per favore, dimmi qualcosa!"
Sara era ridotta nel mio stesso stato.
Involontariamente toccai quelle ferite e provai un brivido d'orrore nel constatare quello che gli aveva fatto Santiago. Io ero sicuro che si trattasse di lui.
All'improvviso udii il suono di una barella, mi voltai e vidi la mia Francesca con gli occhi semiaperti. Rocco sostenne mio padre affinché io potessi andare da lei.
La mia piccola mi vide e disse: "No Gabriele! Vai da tuo padre. Gli hanno fatto del male e lui ha bisogno di te."
Anche quando era mezza addormentata era la ragazza più buona del mondo.
"Guarisci presto, amore mio" dissi baciandole la fronte e voltandomi verso mio padre. Un uomo l'aveva issato su un'altra barella e lo stava portando in una sala di non so che genere.
All'improvviso vidi un uomo sulla porta. Aveva dei segni sul viso e le nocche delle sue dita erano macchiate di rosso. Era Santiago e la colpa di tutto questo era soltanto sua!
Spazio Autrice
La nostra protagonista è appena uscita da un'operazione molto complicata, ma la famiglia dovrà restare ancora per qualche tempo. Cosa ne sarà di Giorgio e di Santiago?
Ringrazio con tutto il cuore MoonLighteveryday perché mi ha supportata moltissimo e ringrazio tutte le persone che mi hanno ispirata per far nascere questa storia. Alla prossima!

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora