Capitolo 82: Minacce

52 3 0
                                    

Francesca's Pov
Io e Gabriele stavamo tornando a casa quando mi squillò il cellulare.
Reagendo in modo quasi istintivo risposi.
"Ehi, tesoro mio!" La voce di Tommaso, dall'altra parte, mi fece provare un brivido di terrore. "Che c'è, non vuoi parlare? Sei tanto emozionata all'idea di sentire la mia voce? Sai, presto vedrai anche la mia faccia!"
Provai un brivido nel sentirgli dire quelle parole. Quella non era una bella notizia, più che altro suonava come una minaccia. Sentii le gambe cedere sotto il peso del mio corpo e Gabriele se ne accorse.
"Oh mio Dio! Francesca, che ti prende? Ehi! Che cos'hai?" mi chiese preoccupato stringendomi forte la mano.
Avrei tanto voluto parlare, ma quando ci provai non emisi altro che una specie di mugolio. Gabriele si limitò ad abbracciarmi, poi si staccò e mi porse la lavagnetta e il gesso.
"Scrivimelo, Francesca! Scrivimi chi era e cosa ti ha detto!" disse convinto.
Afferrai gli oggetti, scrissi tutto sulla lavagnetta e gliela diedi.
"Tommaso ti ha detto questo?"
Stavo per svenire, ma lui mi afferrò per un braccio per tenermi in piedi e cercò di farmi mettere seduta... peccato che io fossi nel panico.
"Calmati Francesca, respira, respira!"
Il mio cuore batteva molto forte e non riuscivo quasi a respirare. Le lacrime iniziarono a rigarmi le guance e Gabriele mi prese in braccio e mi riportò al parco dove gli altri ci aspettavano. Il primo ad avvicinarsi fu Riccardo.
"Gabriele, che le prende? Perché è così spaventata?"
"Riccardo, quel disgraziato che l'ha ridotta in questo modo l'ha chiamata al cellulare e l'ha minacciata, hai capito?"
"Che? Santo cielo, non posso crederci! Povera piccola!" disse lui avvicinandosi e stringendomi forte. "Ehi Francesca, adesso calmati, così ti sentirai male sul serio! Non agitarti!"
Il mio amico mi sorrise con dolcezza e mi accarezzò la schiena con una mano stringendomi a sé come soltanto un vero amico sa fare.
"Stai tranquilla, non piangere" disse.
Annuii debolmente e cercai di calmarmi.
All'improvviso, però, mi arrivò un messaggio.
"Ehi, bellezza! Sai, ho voglia di farti visita! Mi piacciono le ragazze dolci e tranquille come te!"
Iniziai a sudare freddo e provai una strana sensazione allo stomaco. Avevo paura.
"Per favore, dammelo!" disse Gabriele.
Gli passai il mio cellulare con mano tremante e lui chiamò immediatamente Tommaso.
"Ah, e così sei stata tu a chiamarmi!"
"Sbagliato! Non riconosci questa voce? Sono io, il tuo ex amico Gabriele!"
Gabriele aveva messo il VivaVoce per farci ascoltare le reazioni di Tommaso.
"Gabriele! Perché stai usando questo cellulare?" chiese agitato.
"Semplicemente non accetto che una faccia da schiaffi come te si azzardi a spaventare in questa maniera la mia ragazza! Non sopporto che qualcuno si permetta il lusso di maltrattarla così!"
"Ma nessuno la sta maltrattando!" disse Tommaso.
"Ah no? E minacciare qualcuno dicendogli: "Voglio vederti, voglio vederti" sapendo che questa persona non vuole vederti perché ti teme come me lo chiami? Io lo chiamo maltrattare! Ed ora stammi bene a sentire: non ti avvicinare a Francesca, non devi nemmeno permetterti di nominarla dopo quello che le hai fatto! Ora ti spiego come l'hai ridotta: la mia Francy è diventata muta, hai capito? MU-TA!"
Dall'altra parte non giunse alcuna risposta se non una risata.
"Ma davvero? La piccola Francesca non parla più?" chiese Tommaso.
"Esatto, hai capito bene! E la colpa è tua! Sei stato tu a portarla via, sei stato tu a buttarla giù dalle scale e ad abbandonarla in mezzo ad una strada priva di conoscenza! E un ragazzo l'ha trovata e l'ha aiutata, ma lui mi ha detto che lei non parlava e quando è venuta da me io le ho chiesto cosa le fosse successo perché aveva un bernoccolo!" Gabriele parlava a denti stretti. "Un maledetto bernoccolo, hai capito? E sai cos'ha risposto Francesca? NIENTE!"
Sull'ultima parola Gabriele alzò la voce e io mi spaventai.
Non avevo mai sentito quel tono nella sua voce. Sembrava fuori di sé.
"Gabriele calmati, non fare cavolate!"
Juan si avvicinò a Gabriele e gli mise una mano su una spalla per cercare di tranquillizzarlo. Io tremavo e mi sentivo male.
"Juan, che sorpresa!" disse Tommaso. "Di' un po', dov'è Francesca? Non ho ancora sentito la sua voce!"
Gabriele stava per scattare, ma Juan lo trattenne afferrandolo per un braccio.
"Ma che fai? Vuoi prendertela con un cavolo di cellulare?" chiese. "Ti rendi conto che Tommaso non è davanti a te?"
Gabriele si fermò. Lui reagiva in quel modo per proteggermi e questo non mi dispiaceva, ma non potevo accettare che si agitasse o si mettesse in pericolo per colpa mia.
Rocco's Pov
Ero appena tornato dall'ospedale quando mi accadde di ascoltare una conversazione tra Tommaso e mio fratello Santiago.
"Dobbiamo portare Francesca a casa mia" disse Tommaso, "io voglio che lei stia con me, non con quello stupido del suo attuale ragazzo!"
"Sì, tranquillo. E poi il fatto che la ragazzina sia senza voce ci sarà utile" disse Santiago.
A quel punto aprii la porta e gli tirai un pugno facendolo cadere per terra.
"E come farai a portare via Francesca se non riuscirai più a muoverti?" chiesi tenendolo fermo.
"Rocco, ma che ti prende?" chiese Tommaso.
"Non potete prendervela così con quella povera ragazza! Soprattutto adesso che tu, ragazzino degenerato, l'hai buttata giù da una scalinata d'ospedale facendola svenire e l'hai lasciata in mezzo ad una strada! Hai capito("
Corsi a sbarrare la finestra, poi chiusi a chiave anche la porta. Non potevo permettere a quei due di fuggire.
Afferrai il telefono e chiamai subito Gabriele. Dovevo avvertirlo di quello che stava rischiando la povera Francy.
Gabriele's Pov
Eravamo appena tornati a casa quando il mio cellulare iniziò a squillare. Sul display apparve un nome: Rocco! Che cosa poteva essergli successo?
"Pronto?" dissi con voce agitata. "Rocco, che cosa succede?"
"Gabriele, devo dirti una cosa" disse Rocco con la mia stessa agitazione. "Purtroppo Santiago e Tommaso vogliono sequestrare Francesca."
"Cosa?" Sentii che mi si stava mozzando il respiro. Poi mi ripresi e gli posi un'altra domanda: "Che è successo? Come lo hai saputo?"
"Ero a casa e li ho sentiti parlare. A quel punto sono entrato in quella stanza, li ho colpiti e li ho rinchiusi. Ma tu devi stare attento a Francesca, quello che ho fatto non creerà una barriera eterna. Ti prego, stai attento!"
"La mia piccola! Vogliono portarla via!" dissi con un filo di voce. "Che cosa devo fare? Dimmelo!"
"Nascondila! Portala con te e mettila al sicuro, dove vuoi, ma portala via di qui il prima possibile!"

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora