Capitolo 65: Amelia

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Gabriele's Pov
"Mi dispiace, piccolina!" le dissi.
"Sai, papà non mi voleva e mamma per farmi nascere se n'è dovuta andare via!"
"Come si fa a non volere una bambina bella e dolce come te?" chiesi.
"Non devo essere tanto bella e buona."
Una bambina che forse aveva appena sei o sette anni ed era in ospedale, completamente sola, e sembrava triste.
"Bambina mia, lui non ti voleva perché è uno stupido menefreghista!" dissi.
Incredibile, aveva la stessa storia della mia Francesca... quasi!
"Sai che somigli molto alla persona di cui parlavano?" dissi. "E ti è toccata quasi la stessa disavventura che ha avuto lei."
"Tu sei il suo ragazzo?" mi chiese.
"Ragazzo, fratello del cuore, migliore amico... sono un mucchio di cose!"
"Davvero? Dai, la voglio vedere!" disse Amelia.
"Vediamo come sta!" dissi.
Per fortuna Francesca aveva gli occhi aperti e quando vide la bimba cercò di tirarsi su per salutarla.
"E chi è questa bambina?" chiese.
"Lei si chiama Amelia" risposi.
"Ehi Amelia, ciao!" disse Francesca con voce flebile.
Amelia si avvicinò e le diede la mano.
"Posso chiederti perché sei qui?" le chiese.
"Sono qui perché mi hanno detto che ho una X qui" disse indicandosi la spalla.
La mia piccola le strinse appena la mano visto che non aveva molta forza.
"Stai male?" chiese la bambina.
"Un pochino. Ma tranquilla, poi passa" rispose lei. "E anch'io ho quello che hai tu perché un signore cattivo ha fatto tanto male alla mia mamma! Però ho tanti amici, una bella famiglia, un esercito di angeli custodi che mi vogliono bene e una nuova piccola amica!"
"Tu come ti chiami?" le chiese la bimba.
"Mi chiamo Francesca" rispose lei con un sorriso.
Era davvero dolcissima, si vedeva che nutriva un grande affetto per i bambini.
"E io mi chiamo Gabriele" dissi prendendole l'altra mano.
"Sai Francesca, anche a me è successo. Papà non mi voleva e mamma mi ha lasciata prima che nascessi. Sono qua da un mucchio di tempo, ma prima stavo in un orfanotrofio."
Vidi gli occhi della mia Francy riempirsi di lacrime. Era molto sensibile, anche per questo l'amavo così tanto.
"Vuoi essere la mia sorellina?" chiese la bambina.
"Sì" rispose lei con un dolce sorriso.
All'improvviso vidi i suoi occhi diventare lucidi. Non sapevo se stesse piangendo o se ci fosse qualcos'altro.
"Non stai bene?" le chiese la bambina.
"Più o meno" rispose la mia Francy.
All'improvviso i medici vennero a prendere Amelia.
"Piccola, lo so che è noioso, ma devi mettere la medicina nel braccio" disse uno di loro.
"Va bene! Ciao sorellina!" disse Amelia.
"Ciao, piccola" ricambiò Francesca.
Quando Amelia uscì dalla stanza io mi avvicinai al letto e presi la mano della mia piccola che era letteralmente in fiamme.
"Mi sento la febbre" disse.
"Accidenti, un'altra volta!" pensai.
Mi avvicinai ancora di più a lei e vidi un'espressione di dolore sul suo volto.
Capii subito cosa le accadeva, quindi la baciai per calmarla e passai le mani sul suo viso affinché non sentisse dolore.
All'improvviso lei si staccò da me e disse: "Io non voglio che tu stia male per colpa mia, non voglio! Non è giusto!"
Francesca's Pov
Quel malessere mi era passato da un po' quando mi prese una crisi di nervi e scoppiai in lacrime.
"Vuoi restare un po' da sola?" chiese Gabriele.
Riuscii solo ad annuire e feci l'atto di ringraziarlo con un altro cenno.
"Va bene tesoro! Sfogati pure" disse lui con dolcezza.
Aveva così tanta pazienza nei miei confronti!
Rimasi sola in quella stanza e piansi a dirotto maledicendomi mille volte per non aver strappato via quel male dal mio corpo tempo prima. Poi pensai ad Amelia e mandai mille maledizioni alla cattiveria. Non m'importava tanto di me, ma di quella bambina che era stata costretta in ospedale per chissà quanto tempo! E la colpa era di un disgraziato fatto della stessa pasta di mio padre!
All'improvviso sentii la porta aprirsi.
Due piccole mani mi cinsero i fianchi e una voce dolce come il miele e delicata come la seta mi disse: "Non sei sola, sorellina! Non devi piangere, tu hai la tua mamma che ti ama tanto, gli amici buoni, tua cugina Diana e Gabriele!"
"Amelia! Tesoro, che ci fai qui?" chiesi. "Come sapevi che mi sentivo triste?"
"Sai, ho visto il mio amico Gabriele e lui era preoccusato per te, sorellina! Volevo vederti perché sei tanto buona con me! Non voglio che tu pianga! Posso sdraiarmi vicino a te sul letto?"
"Ma certo che puoi! Vieni qui tesoro!"
Amelia si arrampicò sul letto e mi abbracciò nuovamente. Notai che anche lei aveva qualche linea di febbre.
"Anche tu stai poco bene, Amelia?" chiesi.
"Sì" rispose lei con voce flebile. "Infatti ora devo andare via, sorellina!"
"Vai piccola, mettiti a letto, altrimenti ti sgridano" le dissi con la massima dolcezza di cui ero capace. "Ciao e grazie per la visita, le belle parole e anche per l'abbraccio che mi hai dato!"
"Di niente, sorellina!" mi disse lei. Era davvero una bambina molto dolce.
Prima di andarsene, però, Amelia mi chiese: "Vuoi che dica a Gabriele di venire qui a farti compagnia sorellina?"
"Sì, grazie piccola messaggera!" risposi.
Dopo la mia risposta la porta fu chiusa con delicatezza e fui felice perché solo Gabriele faceva attenzione a questo genere di particolari.
Dopo qualche minuto la porta fu aperta, sempre con delicatezza, ed entrò Gabriele.
"Ciao principessa! Come stai?" chiese.
"Va un po' meglio, grazie" risposi, "ma ti confesso che mi sento un po' stanca e frastornata."
Si avvicinò a me e sentii le sue labbra posarsi delicatamente sulla mia fronte.
Dopo qualche secondo ci fu anche il rumore di uno schiocco, quel dolce suono che ha un bacio quando una persona lo dà con il cuore, con sincerità.
"Hai ancora un po' di febbre... ma almeno piangere un po' ti ha fatto bene." mi disse.
"Se mi stai così vicino potrei contagiarti" dissi con voce tremante.
"Se contagiarmi vuol dire starti accanto io voglio essere contagiato tutti i giorni!" disse lui stringendomi forte a sé.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora