Gabriele's Pov
Le ore di quel maledetto giorno trascorrevano con una lentezza a dir poco straziante. Sembrava che il tempo volesse punirmi per le bugie che avevo raccontato alla mia piccola Francesca.
Era il momento peggiore della mia vita.
Volevo amarla, volevo sentirla vicina, ma soprattutto volevo proteggerla e per fare questo dovevo dirle addio per sempre. Lei doveva uscire dal mio cuore perché il destino era sempre stato contro di noi. Dovevo capirlo subito e dovevo dirle di cercare un angelo che potesse amarla con tutta l'anima, che non fosse d'intralcio alla sua felicità, come purtroppo ero io. Come diceva una canzone: "Nel nostro Sole non c'è avvenire." Purtroppo dovevo rassegnarmi, non ero io la persona che poteva renderla veramente felice. Mentre vagavo senza meta la vidi a terra... piangeva come una disperata e purtroppo sapevo benissimo che la colpa era mia, ero io a farla star male.
Poco dopo arrivò Riccardo e fu l'unico a riuscire a liberarla dal peso opprimente che probabilmente schiacciava più lei che me.
"Non lamentarti Gabriele! Sei stato tu a volere che andasse a finire in questo modo quindi ora smettila di cercarla, pensare a lei, desiderarla al tuo fianco! Lasciala in pace!" disse la voce della mia coscienza.
Come se fosse facile, schiaccio un bottone e la cancello per sempre dal mio cuore, come si cancella una foto da un cellulare! Non funziona così! La vita non è un videogioco e se non vinci non ti dice: "Game over", ti strazia lentamente il cuore, come âna malattia!
Rimasi a guardare Francesca e Riccardo e ricordai che fino a qualche ora prima ero io a farla stare bene e a stare bene di conseguenza.
"Gabriele, che cosa ci fai qui?" chiese Juan che doveva essere arrivato da poco tempo.
"Niente" risposi cercando di apparire tranquillo e, come era prevedibile, non riuscendoci per niente. Juan mi conosceva troppo bene. A lui non potevo mentire.
"Andiamo, vieni con me" disse prendendomi con delicatezza un braccio e facendomi cenno di seguirlo.
Arrivammo a casa sua e lui mi fece accomodare in salotto. Era una casa piccola dato che lui viveva da solo, ma allo stesso tempo accogliente. Chissà, forse l'atmosfera di una casa dipende dalle persone che ci abitano. Anche a casa nostra erano cambiate molte cose. Da quando Sara e sua figlia Francesca erano venute a vivere da noi in casa nostra c'era una ventata di aria fresca.
Non so come spiegarlo, era diventato più piacevole vivere lì insieme a loro.
"Allora cosa farai adesso?" chiese Juan interrompendo i miei ricordi che in quel momento mi facevano soltanto male. Lo ringraziai mentalmente.
"A proposito di che?" chiesi.
"Della tua vita, Gabriele" rispose lui. "Senti, io non voglio fare l'uccello del malaugurio, ma d'ora in poi tu e Francesca dovrete vivere nella stessa casa, guardarvi in faccia ogni giorno. Ora vorrei farti una domanda: credi che ce la farete a continuare in questo modo o la situazione potrebbe sfuggirvi di mano?"
"Vuoi che ti risponda sinceramente?" chiesi. Era una domanda retorica, sapevo che lui non avrebbe mai fatto certe domande se non avesse voluto una risposta dettata dalla sincerità.
"Gabriele, non girarci intorno! Sei sicuro di quello che stai facendo o no("
"So che mi farà malissimo separarmi da Francesca! Tu sai cos'ha rappresentato per me e cosa continua a rappresentare, ma ora i sentimenti che provo non contano niente, capisci? È l'unico modo che ho per proteggerla da Tommaso."
"Senti, a me non interessa quello che ti ha detto quello sciagurato di Tommaso, chiaro? A me interessa quello che provi tu! Ti rendi conto che hai iniziato un processo di autodistruzione( Hai la benché minima idea di nuello che ti aspetta? E io cosa dovrei fare, restare a guardare il mio migliore amico che si distrugge il cuore un po' alla volta? Non venirmi a dire di nuovo la stessa cosa perché per me Tommaso potrebbe benissimo aver pianificato tutto per separarvi... e chi ti assicura che rispetterà la sua parte del patto?"
Juan era alterato, si vedeva, e non potevo dargli torto, ma per me in quel momento l'unica cosa importante era proteggere Francesca da quel degenerato e per questo dovevo lasciarla andare.
"Hai ragione, è vero, ma io non voglio correre il rischio che Tommaso le torca anche un solo capello..."
I miei occhi si ridussero a due misere fessure, il mio viso si tinse di rosso e iniziai a torturarmi le mani... mi prudevano così tanto che se mi fossi trovato davanti Tommaso temo che gli avrei alzato le mani addosso.
"Una volta lui si è azzardato a darle uno schiaffo, e sai perché? Lei non è una stupida e non si fa abbindolare da nessuno! A lui non fanno comodo le ragazze intelligenti e per questo l'ha picchiata! Se dovesse rifarlo io... io non so cosa gli farei!"
"Gabriele! Ehi Gabriele! Oh, accidenti! Vuoi calmarti?"
Juan mi prese le mani e bloccò i miei movimenti. Percepii una specie di stretta allo stomaco, faceva male... troppo!
"Juan, io non sopporto che lui la tocchi, che si faccia strane idee sul suo conto, che la ferisca ancora."
"Gabriele, ora stai calmo. Lei gli ha già dato il fatto suo, lo sai che per quanto sia buona e dolce non resta con le mani in mano quando qualcuno le fa un torto."
Annuii e tornai al mio posto. Non avevo mai provato tanta rabbia per una cosa del genere.
Juan's Pov
Non avevo mai visto il mio amico in quello stato. I suoi occhi erano diventati quasi scuri, Tommaso aveva superato il limite! Per questo Gabriele aveva preferito agire così piuttosto che vederla in pericolo.
Gabriele si lasciò andare ad uno sfogo che non mi sarei mai aspettato... era distrutto!
"Sta tranquillo fratello" dissi offrendogli un bicchiere d'acqua. "Se Francesca dovesse venire a sapere quello che è successo e quello che hai fatto per lei... continuerà ad amarti."
"Lei non deve amarmi! Lei deve soltanto dimenticarmi, è l'unico modo che ha per essere felice... Anche se mi costerà!"
Rimasi in silenzio, il sacrificio che stava facendo era davvero troppo grande.
"Io ti starò accanto, te lo prometto! Gli amici servono a questo, o no?"
Lui annuì e mi abbracciò. Io gli diedi una pacca di incoraggiamento su una spalla.
"Ora devo andare, Juan" disse. "Sarà dura, ma resisterò."
Detto questo se ne andò a testa alta.
Riccardo's Pov
"Ehi Francesca! Ti va di parlare("
"Parlare di cosa?"
"Del motivo per cui eri così triste! Sai, non è mai bello vedere un'amica che si dispera!"
"Beh, io stavo male per... per Gabriele" rispose abbassando la voce e la testa.
"Scusami, non volevo!" dissi.
"No, perché mi chiedi scusa? È stato molto utile per me liberarmi... tu sei il primo a cui lo dico! Se non ti secca farmi da animo consolatore... a me piacerebbe dirti tutto!"
Le presi la mano e lei, nel modo più sintetico che le era possibile, mi raccontò tutta la storia.
"Ti ha davvero detto così?" le chiesi.
"Sì" rispose, "ma io non ce l'ho con lui. È innamorato di un'altra e questa non si può definire una colpa perché i sentimenti non si possono controllare."
"Sai, ci sono poche ragazze che la pensano così e io ho la fortuna di conoscerne due."
"E chi sono?"
"Una sei tu e l'altra è..." le dissi per poi lasciare la frase in sospeso.
"E l'altra è?"
Alla fine capii che di lei potevo fidarmi.
"L'altra è Jasmine" dissi.
"Beh, l'ho conosciuta poco, però... però so che mi capisce. Anche lei è un po' come me."
In effetti quando l'avevo conosciuta avevo capito subito che era una ragazza timida.
Vidi la sua espressione mutare quando si accorse di Gabriele, ma con una fierezza che non avevo mai visto in nessuna ragazza sorrise e si alzò per andare a salutarlo. Si accorse anche lei del fatto che Gabriele aveva qualcosa.
"Non vorrei sembrarti inopportuna, ma volevo chiederti... va tutto bene?" chiese.
"Sì, sto bene."
La sua faccia diceva tutto il contrario.
Mi alzai e le diedi un bacio sulla guancia.
"Vi lascio soli" dissi. "Trattala bene per favore."
"Non potrei mai maltrattarla!"
Uscii dalla stanza e mi chiusi la porta alle spalle.
Sperai con tutto me stesso che andasse tutto bene.
Francesca's Pov
"Perdonami" disse Gabriele.
"Perdonarti( E per che cosa?"
"Per il modo in cui ti ho trattata."
"Per quanto ne so io non si chiede scusa quando ci si innamora. Tu non mi hai mica insultata... al contrario... sei stato attento!"
"Francesca, io non volevo..."
Lui si avvicinò con una luce d'insicurezza negli occhi. Ora era lui che stava tremando.
"Gabriele... ti senti bene?"
"No, io... io..."
Si avvicinò a me e mi cinse la vita. Era molto pallido, barcollava, ma non era ubriaco.
"Non volevo..."
Aveva la voce molto fioca come me quando avevo i miei attacchi febbrili. Il suo viso arrivò a pochissima distanza dal mio e lui stava per baciarmi, ma in quel momento lo fermai scoppiando in lacrime.
"No, ti prego!"
Lui tentò di abbracciarmi, ma io non ce la facevo a stargli accanto, mi faceva troppo male ricordare.
"Ti prego, se tu ami Arianna vai da lei, non cercare più di baciarmi... non cercare più di starmi vicino, è troppo doloroso! Per favore!"
"Perdonami. Ti scongiuro. Sai che non potrei farti del male!"
"Lo so, non ho mai pensato il contrario: mai!"
Gabriele uscì dalla stanza. Barcollava e sembrava che le sue gambe fossero fatte di burro per l'instabilità del suo corpo. Ero preoccupata perché lui stava soffrendo.
Perché aveva tentato di baciarmi? Perché non mi lasciava andare?
"Forse è vero che. il valore di chi ama
si capisce solo quando poi va via.
Ma adesso è tardi per tornare indietro,
il Sole è solo una bugia...
Lasciami andare,
devi capire,
nel nostro Sole non c'è avvenire..."
Quella canzone rimbombava nella mia testa. L'avevo scaricata sul cellulare e ora che avevo scelto di ascoltarla sentivo che quelle parole mi parlavano della mia storia e di quella di Gabriele. Non potevo andare avanti così, avevo bisogno di occupare il mio tempo, avevo bisogno di sfogarmi, di gridare fino a perdere la voce, di camminare fino ad essere sfinita pur di non pensare al mio dolore, ma non avevo alcuna intenzione di farmi vedere senza forze, con una sofferenza eterna stampata in faccia. Non volevo finire così.
Spazio Autrice
I nostri eroi non sono affatto dei perditempo, ognuno di loro decide di fare una cosa, che sia per non cadere nella disperazione, per proteggere qualcuno, e forse anche per dichiarare l'amore a una persona... i nomi Riccardo e Jasmine vi dicono niente? [Spoiler time!]
Beh, ora scappo!
Alla prossima!
STAI LEGGENDO
Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...