Francesca's Pov
Gabriele era in prigione da una settimana. Una settimana senza di lui per me era diventata un orribile incubo.
Laura e i suoi mi avevano ospitata a casa loro perché non stessi sola visto che mi ero ritrovata letteralmente catapultata in quella situazione. Gli amici di Gabriele, che erano anche miei amici, facevano di tutto per confortarmi e intanto cercavano qualunque prova che potesse scagionarlo.
Ogni giorno cercavo di non piangere, ma il pensiero di quella voce dolce e profonda al contempo era sempre con me.
💭"Vorrei essere il raggio di Sole che ogni giorno ti viene a svegliare per farti respirare e farti vivere di me... Vorrei essere la prima stella che ogni sera vedi brillare, perché così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te! Vorrei essere lo specchio che ti parla e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella!" 💭
Come avrei potuto dimenticarlo?
Stargli lontano era impossibile ed era l'impresa più stupida che avessi mai sentito in vita mia! Se c'era qualcuno dal quale non potevo né volevo stare lontana quel qualcuno era quel ragazzo che mi era stato portato via in quel modo per una maledetta denuncia, tra l'altro fatta dal ragazzo meno affidabile sulla faccia della Terra nonché il più aggressivo. Il vero problema era provare che il colpevole di tutto questo era lui! Come avremmo fatto visto che lui era furbo?
"Francy, va tutto bene?" chiese Laura.
Era sempre così dolce e premurosa con me, proprio come il mio Angelo delle Risate, come lo chiamavo sempre.
"Puoi dirmi tutto tesoro, lo sai" disse lei.
Alla parola: "Tesoro" i miei battiti accelerarono in maniera più che evidente. Mi strinsi le mani sul petto per evitare che il cuore potesse uscirne poiché da quanto martellava mi sembrava che fosse sul punto di darsela a gambe.
"Mi manca tanto" dissi gettandomi tra le braccia della mia amica del cuore e scoppiando in un pianto disperato.
"Mi dispiace" disse dolcemente Laura.
"E se non mi permettessero più di vederlo?"
"No Francy, non devi dirlo nemmeno per scherzo!" disse Laura. "Lo rivedrai!"
Quelle parole mi confortarono molto. Lei sapeva sempre come tirarmi su il morale e in quel momento avevo bisogno di conforto, non ce la facevo più a sopportare il peso di quei problemi. Avevo bisogno di una vera amica e per fortuna ce l'avevo ed era davanti a me.
Pensai alle "piccole donne" di Louisa May Alcott e ricordai che loro erano pellegrine, avevano ricominciato a giocare da grandi e facevano di tutto per sopportare il peso dei rispettivi fardelli. Giurai a me stessa che sarei stata forte come loro, soprattutto in quel momento tanto difficile.
Il problema è che il destino voleva mettermi completamente alla prova, infatti poco dopo sentii le sirene della polizia e istintivamente abbracciai la mia amica del cuore.
"Tranquilla, andrà tutto bene" disse lei senza sciogliere quell'abbraccio che risultò essere un toccasana per il mio spirito, soprattutto in quel momento.
Sentii la madre di Laura discutere con un uomo.
"Non potete entrare così, questa è proprietà privata!" disse.
"Cerchiamo Francesca Cordova!" disse il poliziotto.
"Cosa volete da lei?" chiese la madre di Laura.
"La ragazza è stata affidata alla famiglia Corinto, dobbiamo portarla via!" rispose quell'uomo.
"No! Io non voglio andare con lui, non voglio andare con lui!" continuavo a ripetere.
Corinto era il cognome di Tommaso e io non volevo assolutamente andare da lui.
"No, fermi, dove credete di andare?"
Credo che la madre di Laura avesse sbarrato la strada ai poliziotti perché subito dopo sentii che uno di loro diceva: "La prego, è una questione molto importante, ci lasci passare!"
"Ma non capisce che quella ragazza sta passando un momento orribile e non può essere spedita qua e là come un pacco?"
La ringraziai di cuore per quello che stava facendo per me.
Anche lei aveva capito che Tommaso non era affidabile.
"La prego, adesso dobbiamo pensare al bene della ragazza, i sentimenti verranno dopo!" disse quel poliziotto.
"Così non le fate affatto del bene!" disse la madre di Laura. "Quella ragazza ha bisogno di qualcuno di cui si fida e non di qualcuno che la spaventa! La ragazza non si muove di qui!"
"Adesso Francesca non è in grado di decidere visto il suo stato d'animo!" disse il poliziotto che insisteva perché scendessi e mi consegnassi di mia spontanea volontà, ma io non volevo farlo perché non mi fidavo di Tommaso!
"Non sono pazza!" dissi istintivamente.
All'improvviso sentii dei passi sulle scale e capii che era andato tutto a rotoli. Perché ero tanto sfortunata? Perc:é tutto quello che facevo in qualche modo mi si ritorceva contro?
Un poliziotto mi separò da Laura e mi afferrò. Capii subito che era tutto perduto, non potevo fare nulla per sfuggire a quello stramaledetto destino.
"Ti voglio bene!" riuscii a sussurrare prima che quegli uomini mi prendessero di peso e mi portassero via. Iniziai ad agitarmi, ero davvero terrorizzata, ma presto smisi di muovermi sentendo una puntura su un braccio. Ricordo solo questo.
Denise's Pov
Proprio in quel momento sentii delle grida disperate, corsi a vedere e capii cos'era successo: Francesca era stata temporaneamente affidata alla famiglia di Tommaso e aveva ragione ad agitarsi!
All'improvviso vidi un ago sollevarsi e gridai: "No, no, fermi, non fatelo! Fermi!"
Troppo tardi: lei crollò all'indietro e chiuse gli occhi. Corsi verso l'auto della polizia e vidi Luigi, Juan e Caterina.
"Ragazzi sbrigatevi, dobbiamo raggiungere quella macchina prima che arrivi a casa di Tommaso!" gridai.
Salimmo tutti in auto e Luigi partì in quarta. Ora le cose si erano ribaltate, non era la polizia ad inseguire noi, eravamo noi a inseguirla!
Fummo costretti a fare una sorta di slalom per non provocare incidenti e cose del genere, l'auto sembrava una specie di giostra di quelle che ti fanno girare la testa in modo inverosimile.
Facemmo l'impossibile per raggiungerla ma purtroppo ci fu ben poco da fare, erano arrivati e non potevamo fare nulla.
"Non può essere!" dissi singhiozzando.
"Abbiamo fatto tutto il possibile!" disse Luigi mettendomi una mano sulla spalla. Mi dispiaceva davvero molto per Francesca, lei non meritava tutto quello che stava passando, non lo meritava affatto, ma sapevamo che Tommaso se ne sarebbe altamente infischiato e l'avrebbe fatta soffrire.
"Dobbiamo restare qui e nasconderci per provare la cattiveria di Tommaso!" disse Juan. "Dobbiamo farlo per lei e per Gabriele, non devono essere divisi! Loro devono stare insieme, lo meritano tanto!"
"Cos'hai intenzione di fare?" chiese Caterina.
"Adesso non posso dirvelo" rispose Juan tirando fuori un piccolo registratore.
Capii subito cosa voleva fare e sperai che tutto andasse per il verso giusto.
Gabriele's Pov
Sentii delle sirene e corsi alla finestra per vedere cosa stesse accadendo ma avrei preferiito non farlo.
Vidi un'automobile fermarsi davanti alla casa di Tommaso e pensai che le cose potessero andare almeno un po' meglio. La mia illusione, però, andò in frantumi quando vidi che una ragazza veniva tirata fuori dall'auto. Mi soffermai su quel volto e riconobbi la ragazza: era la mia piccola Francesca!
Nonostante fosse addormentata vidi un'espressione terrorizzata su quel volto e guardando il suo braccio mi accorsi che aveva uno strano segno. Le avevano iniettato un tranquillante o qualcosa del genere per portarla via!
All'improvviso sentii una voce familiare e mi girai di scatto: era Silvia!
"Mi dispiace" disse. "Mi dispiace tanto!"
"Perché l'hanno portata via, perché? Tommaso le farà solo del male, capisci? Lei sta già soffrendo per conto suo!"
"Gabriele calmati, così non risolverai niente!" disse Silvia abbracciandomi. Quel piccolo gesto mi aiutò moltissimo.
Giurai a me stesso di non muovermi da quella maledetta finestra anche se mi avrebbe fatto molto male vederla soffrire. In ogni caso dovevo farlo per trovare un modo di liberarla.
Francesca's Pov
Quando mi svegliai mi accorsi di essere sul pavimento. Mi girava la testa e non sentivo per niente il mio corpo. Mi tirai su a sedere con molta fatica e mi guardai intorno.
Conoscevo fin troppo bene quella maledetta casa e fosse stato per me non ci sarei mai più ritornata.
"Ben svegliata, principessa!" disse Tommaso. "Vieni giù, mia madre vuole parlare con te!"
Mi alzai a fatica e lo seguii giù per le scale. Raggiungemmo il salotto e la madre di Tommaso mi si avvicinò e disse: "Tieni, indossa questa divisa!"
Più che una divisa quello che avevo in mano sembrava uno straccio da pavimento.
In ogni caso non feci obiezioni e indossai quella "divisa" senza parlare.
"Sei una ragazza molto silenziosa, eh?"
Continuai a non reagire, non ci riuscivo né avevo alcuna voglia di farlo.
La donna mi si avvicinò e mi scosse per le spalle, ma io non feci nulla per liberarmi da quella forte presa.
"Molto bene, piccola Francesca! Adesso ti spiegheremo quello che dovrai fare!"
Quando quella donna mi chiamò "piccola Francesca" ebbi un colpo al cuore. Anche Gabriele mi chiamava così e loro non ne avevano il diritto, ma l'unica cosa che sentii fu un groppo alla gola.
"Sarai la nostra domestica e dovrai svolgere tutte le faccende di casa! La casa è grande, avrai molto da fare! Ah, dimenticavo! Dovrai obbedire a qualsiasi ordine ti venga dato da noi!"
Restai in silenzio. Adesso capivo come si era sentita la povera Cenerentola!
La cosa che più mi spaventava, però, era: "Qualsiasi ordine!" Se Tommaso credeva di aggredirmi ancora si sbagliava di grosso, non l'avrei accettato!
"Devo dirti un'altra cosa" mi disse la donna che avevo di fronte, "se dovessi comportarti male finiresti dritta dritta in un orfanotrofio, capito?"
"Cosa?" Sentii che mi mancavano le forze e stavo per svenire, ma dentro di me sapevo che nessuno mi avrebbe aiutata.
Era un incubo, un orribile incubo, e io volevo svegliarmi, ma sapevo che quell'incubo era la realtà... la mia realtà.
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...